Calendario "6 Aprile-Cronaca di una Rinascita N.7"
BUON COMPLEANNO L'AQUILA
di Angelo De Nicola
Calendario numero sette. Sette come l'inizio della cifra magica, 750, degli anni trascorsi dalla prima ricostruzione dell'Aquila. La prima rifondazione della città che, in un cabalistico ingorgo di coincidenze, ricorre proprio in aprile (l'11), cinque giorni dopo la data fatidica (il 6) che questo nostro calen-diario, unico nel suo genere, da sette anni festeggia come nuovo Capodanno della città ferita.
In quell'aprile del 1266 gli aquilani dettero inizio alla ricostruzione dopo la distruzione nel 1259, operata da Manfredi, succeduto a Corrado contro la volontà del pontefice, nel possesso del Regno perché, fedele al Papa, non gli riconosceva l'autorità sovrana. Per concessione di Carlo I d'Angiò, la ricostruzione, secondo la tradizione della Cronaca rimata dello storico Buccio di Ranallo, iniziò simbolicamente l'11 aprile.
11 Aprile 1266- 6 Aprile 2009.
Come non vedere il parallelismo tra quella storia e il momento che noi aquilani viviamo oggi. Anche perchè dal 1266 al 1316, in mezzo secolo, L'Aquila diventò una fucina di eventi, ricostruzioni, realizzazioni in ogni settore nel tentativo, come avviene oggi, di migliorare se stessa. "Più bella di prima". In quei cinquant'anni si sono realizzate le opere più importanti della città medievale: le mura urbiche, la fontana delle 99 cannelle, la basilica di Collemaggio, le chiese principali, l'acquedotto Santanza. Il cardinale Jacopo Caetani Stefaneschi, al seguito di Papa Celestino V, in quella fine agosto del 1294 che impone L'Aquila all'attenzione del mondo per la cerimonia di incoronazione a Collemaggio (e non a Roma) dell'Eremita del Morrone, si trovò di fronte una città scarsamente abitata ma con spazi ben tracciati e definiti e, soprattutto, ricca di speranza nel futuro. Un periodo in cui L'Aquila si identificò molto con la costruzione delle sue mura urbiche (che festeggiano i 700 anni), la cui riscoperta e valorizzazione è stata, a giudizio unanime, uno degli aspetti più rilevanti della ricostruzione post sisma 2009.
Ecco, la speranza nel futuro. E' il messaggio che questo nostro calendario, il calendario degli aquilani, vuole mandare ogni anno, ogni 6 aprile, ogni Capodanno della Rinascita, che ormai scandisce e scandirà la nostra vita. Una vita civica segnata da questo strano destino, tutto aquilano, quasi un marchio, di corsi e ricorsi storici, di drammatiche distruzioni e miracolose ricostruzioni. Ma stoicamente siamo qui, "immota manet", pronti a rialzarci sempre dopo che la città è stata spesso "cancellata" e non solo dalla mano dell'uomo ma soprattutto dai terremoti: 1349, 1461, 1703 e... 2009. Il nostro destino è ricostruire. Lo stiamo facendo. Senza piangerci addosso. Fieri. Indomiti. Coraggiosi.
La coincidenza del 750.mo compleanno dell'Aquila e il fatto di aver avuto la forza di festeggiarlo con tutti gli onori dentro l'antica città ferita un'altra volta ma non doma, ci danno nuova forza per guardare avanti con rinnovata speranza.
Come ha detto Papa Francesco, Jemo 'nnanzi! L'Aquila, 22 aprile 2016
11 Aprile 1266- 6 Aprile 2009.
Come non vedere il parallelismo tra quella storia e il momento che noi aquilani viviamo oggi. Anche perchè dal 1266 al 1316, in mezzo secolo, L'Aquila diventò una fucina di eventi, ricostruzioni, realizzazioni in ogni settore nel tentativo, come avviene oggi, di migliorare se stessa. "Più bella di prima". In quei cinquant'anni si sono realizzate le opere più importanti della città medievale: le mura urbiche, la fontana delle 99 cannelle, la basilica di Collemaggio, le chiese principali, l'acquedotto Santanza. Il cardinale Jacopo Caetani Stefaneschi, al seguito di Papa Celestino V, in quella fine agosto del 1294 che impone L'Aquila all'attenzione del mondo per la cerimonia di incoronazione a Collemaggio (e non a Roma) dell'Eremita del Morrone, si trovò di fronte una città scarsamente abitata ma con spazi ben tracciati e definiti e, soprattutto, ricca di speranza nel futuro. Un periodo in cui L'Aquila si identificò molto con la costruzione delle sue mura urbiche (che festeggiano i 700 anni), la cui riscoperta e valorizzazione è stata, a giudizio unanime, uno degli aspetti più rilevanti della ricostruzione post sisma 2009.
Ecco, la speranza nel futuro. E' il messaggio che questo nostro calendario, il calendario degli aquilani, vuole mandare ogni anno, ogni 6 aprile, ogni Capodanno della Rinascita, che ormai scandisce e scandirà la nostra vita. Una vita civica segnata da questo strano destino, tutto aquilano, quasi un marchio, di corsi e ricorsi storici, di drammatiche distruzioni e miracolose ricostruzioni. Ma stoicamente siamo qui, "immota manet", pronti a rialzarci sempre dopo che la città è stata spesso "cancellata" e non solo dalla mano dell'uomo ma soprattutto dai terremoti: 1349, 1461, 1703 e... 2009. Il nostro destino è ricostruire. Lo stiamo facendo. Senza piangerci addosso. Fieri. Indomiti. Coraggiosi.
La coincidenza del 750.mo compleanno dell'Aquila e il fatto di aver avuto la forza di festeggiarlo con tutti gli onori dentro l'antica città ferita un'altra volta ma non doma, ci danno nuova forza per guardare avanti con rinnovata speranza.
Come ha detto Papa Francesco, Jemo 'nnanzi! L'Aquila, 22 aprile 2016
Cocciarotta (Angelo De Nicola)