Prefazione

Da cosa nasce cosa. Questa sfida editoriale viene dalla precedente, quand'ebbi l'idea di raccogliere e selezionare gli articoli scritti per "Il Messaggero" sul delitto di Balsorano, un caso clamoroso dipanatosi nell'arco di tredici lunghi anni. Un'idea, apparentemente semplice, che ha incontrato il gradimento del pubblico ben oltre le mie aspettative. Soprattutto perché il lettore, ritrovando in memoria quanto già appreso allorché i fatti accaddero, ha di nuovo circuitato sensazioni ed emozioni con le stesse originali immediatezze e genuinità, prive delle ricostruzioni e manipolazioni del "senno di poi".

Ho voluto tentare un'operazione analoga; questa volta non con un caso singolo ma con una serie d'eventi assai rilevanti per la Storia di questa città e di questa regione. Alcuni di essi, quali l'arresto d'un intero governo regionale, la protesta in catene d'un senatore della Repubblica, il diseredare d'un Arcivescovo la propria Curia, non hanno riscontro nel panorama nazionale e, forse, internazionale. Ho, dunque, solo amplificato l'idea precedente, sfruttando l'intuizione di qualche buon amico che, subito dopo la pubblicazione di Presunto innocente, disse con semplicità: "Se tanto mi dà tanto, figurati quanto materiale hai raccolto dal tuo osservatorio privilegiato!".

Mi son guardato dentro; ho rovistato nel mio archivio, divenuto sterminato nel corso di vent'anni di professione, e, con un pizzico d'orgoglio, ho scoperto (questo sì col senno di poi) i frutti d'un metodo di lavoro faticosamente costruito, giorno dopo giorno, per affrontare meglio cronache delicate e complesse. Un metodo che smentisce la stereotipata immagine di superficialità che, purtroppo, molti hanno di noi giornalisti. Ho scoperto, infine, un tesoro fatto di atti, documenti, ritagli di giornali, annotazioni personali, comunicati stampa. In breve, un tesoro fatto di storia. Sì...storia, sia pure con la "s" minuscola. In realtà si tratta di cronaca o, meglio, cronache che ho cercato di montare insieme per un più facile approccio da parte del lettore. A beneficio del quale, alleviandone la lettura forse noiosa di fondamentali documenti, ho cercato di cucire i fatti con pochi ricordi personali.

Pur avendoli vissuti in prima persona e in prima linea, vi assicuro che la rilettura e lo studio di quegli eventi, prima caso per caso e poi nel loro complesso, mi hanno provocato un nuovo choc. Possibile, mi son domandato, che sia avvenuto tutto questo? Possibile che tutto sia cambiato per non cambiare nulla? Interrogativi che affido agli storici, i quali avranno in questo mio scritto, spero, uno strumento utile alla ricostruzione d'un decennio che ha sconvolto una città e una regione. Strumento di riflessione che consegno anche al lettore-cittadino, cui spettano sempre il giudizio finale e la scelta delle vie da percorrere.

Seguendo antichi insegnamenti, ho cercato di stare ai fatti. Non so se vi sono riuscito del tutto. Il lettore, lo spero vivamente, darà atto almeno della buona fede che ha nutrito questo mio lavoro.