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Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 7

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



7. IL SANGUE E' DI CRISTINA
5. 9. 1990



E' stata una giornata di quiete, dopo la tempesta del “toto-mostro”, la dodicesima delle indagini sull'assassinio della piccola Cristina. Il magistrato che conduce l'inchiesta, il sostituto procuratore Mario Pinelli e gli inquirenti hanno mantenuto lo strettissimo riserbo che si sono imposti l'altro giorno ed hanno anche chiesto alla difesa di fare altrettanto «per il bene delle indagini». Unico fatto nuovo “ufficiale” è stato un lungo colloquio in carcere, ieri mattina, tra Michele Perruzza e i suoi avvocati.
Ma un particolare, importante e decisivo, si sta facendo largo sempre più prepotentemente tra le fittissime maglie del riserbo degli inquirenti. Il sangue trovato sugli indumenti macchiati di Michele Perruzza sarebbe, ad un primo e non definitivo esame, della povera Cristina.
L'indiscrezione è trapelata dai laboratori della Criminalpol ove sono in corso le analisi, ma al momento non trova (é bene precisarlo) alcuna conferma ufficiale. Né a Roma né, tantomeno, tra gli inquirenti ad Avezzano chiusi a riccio. D'altra parte, troppo fresco è il ricordo di quanto è accaduto nella vicenda di Simonetta, la ventunenne segretaria assassinata in via Poma nella Capitale: sul momento era stato sbandierato il fatto che il test del “Dna“ avrebbe sicuramente inchiodato l'assassino. Ed invece, ad un esame più accurato, si è scoperto che il sangue trovato era in quantità troppo esigua per poter consentire analisi precise.
Per l'assassinio di Balsorano, l'altro caso difficile che ha sconvolto (ed appassionato) l'opinione pubblica, alla Criminalpol ci vanno perciò coi piedi di piombo.
Saranno fatti tutti i controlli. E i riscontri dei controlli. Infine la decisione ufficiale. Ci vorranno giorni. Forse ancora due settimane, per rispettare tutti i tempi tecnici. Per ora non si può sapere nulla, anche se non ha trovato smentite il fatto che il sangue di zio e nipotina, pur essendo dello stesso gruppo sanguigno, dopo le analisi eseguite, sono risultati perfettamente riconoscibili. Hanno enzimi diversi, tali da non poter inficiare il confronto. Se insomma quello sui vestiti dovesse essere davvero il sangue di Cristina, il confronto darebbe risultati oggettivamente certi. Inconfutabili.
Tutti zitti sul sangue, dunque. Ed è anche comprensibile l'atteggiamento del pubblico ministero. Oltre alle precise accuse di madre e figlio scritte a verbale in quella nottata tra domenica e lunedì 27 agosto, quella del sangue e del capello trovati su alcuni vestiti di Perruzza sono, al momento, il più fondato elemento di sostegno della stessa accusa contro il muratore.
O meglio, se si acclarerà che il sangue ed il solo capello (che è già risultato ad un primo esame al microscopio identico per spessore, colore e tipo a quelli della piccola), sono di Cristina, verrà dimostrato che il muratore ha avuto sicuramente parte attiva ad una delle quattro fasi (aggressione, atti di libidine, assassinio e occultamento di cadavere) del delitto.
E verrà, quindi, dimostrato che: è possibile che non abbia materialmente ucciso, ma, come l'accusa ritiene ampiamente documentato anche per aver studiato « alla moviola « le numerose contraddizioni emerse dagli interrogatori “incrociati”, Perruzza non dice la verità quando attribuisce a ignoti ogni responsabilità. Il muratore non potrà ragionevolmente sostenere di non sapere nulla della vicenda di Cristina e sarà giuridicamente provato che sa. Chi copre?
Ecco in quale senso le analisi sono così importanti e decisive. Non potranno dire se Perruzza è l'orco vizioso che ha adescato la nipotina, o il bruto che ha tentato di violentarla per poi ammazzarla, o l'assassino che l'ha uccisa nascondendone in un fosso il cadavere per coprire forse il figlio Mauro. Il laboratorio non potrà dare risposte ai dubbi che in questi giorni vanno emergendo su cosa sia potuto accadere. Ma avallerà con certezza il teorema che l'accusa ha sposato, con convinzione, ormai da una settimana: l'assassino è in casa Perruzza.


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