Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 3
Un saggio di Angelo De Nicola
3. CRISTINA, L'ASSASSINO HA 13 ANNI
27. 8. 1990
Ha fatto tutto un ragazzo di tredici anni. Lo sconcertante epilogo del brutale assassinio di Cristina, la piccola di 7 anni trovata uccisa completamente nuda venerdì scorso, in un fossato tra le boscaglie di Case Castella di Balsorano, è venuto ieri sera tardi, poco dopo le ore 23. Il sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, dottor Pinelli, ha infatti deciso il fermo di M. P. che al termine di un interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Balsorano ha confessato di aver ucciso la bambina. E' caduto subito. E' scattato il provvedimento restrittivo.
Ha fatto tutto un ragazzino di tredici anni. E' stato M. P. ad attirare Biancaneve che stava tornando a casa. E' stato lui ad iniziare con la piccola un “giochino” che forse avevano fatto anche altre volte. E' stato lui a tentare di spingersi oltre, facendo impaurire la bambina. E' stato lui a soffocarla, fino ad ucciderla, con la mano destra e a tapparle la boccuccia con la sinistra per non farla urlare. E' stato lui che l'ha scaraventata contro una pietra buttandola in un fossato dove soltanto i cani la troveranno al termine di una nottata di ricerche. E' stato lui che è riuscito a resistere per ben tre giorni alla passata al setaccio del paese messa in atto da tantissimi inquirenti. E' stato lui il bruto. Sembra quasi impossibile da credere.
Tredici anni. Alla gente della Valle Roveto che aveva fiutato la conclusione della vicenda e che si era radunata, ieri sera, davanti alla caserma dei carabinieri, sapere l'età non è servito a nulla. Volevano linciare il bruto. «Datelo a noi... Vogliamo ucciderlo noi. Datecelo» gridavano alcune centinaia di persone nell'angusto piazzale. E a stento i carabinieri hanno salvato il ragazzino dal linciaggio. Lo hanno portato via. Ieri notte non si sapeva nemmeno dove: forse ad Avezzano, ma si teme ancora la reazione della gente che per tutta la notte ha continuato a stazionare, allibita ed inferocita al tempo stesso, davanti la caserma.
Su come si è arrivati a lui, il dottor Pinelli ha tenuto poco prima dell'una una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Avezzano. Dalle prime notizie, sembra che il cerchio predisposto dagli inquirenti si sia andato sempre più stringendo per esclusione. Convinti fin dai primi momenti che Biancaneve conoscesse bene il suo assassino, che il bruto insomma era certamente in paese, sono stati controllati tutti gli alibi. Sono state verificate le varie dichiarazioni e testimonianze. Quindi, si è cominciato a depennare dall'elenco degli abitanti che il magistrato si era procurato già nella stessa mattinata di venerdì, chi non poteva essere stato.
Gli ultimi accertamenti decisivi nell'intensissima giornata di ieri. Un giovane ventenne operaio, cugino della vittima, sul quale erano state puntate attenzioni molto particolari, è stato interrogato per tutta la giornata. Il giovane era stato convocato, ieri mattina, «come testimone» con uno stratagemma per togliersi dalle calcagna lo stuolo di giornalisti e curiosi ed agire con più tranquillità lontano da occhi indiscreti, il magistrato aveva chiamato il giovane nella caserma dei carabinieri della vicina Civitella Roveto, abbandonando l'abitazione di un carabiniere a Case Castella (proprio di fronte alla casa della distrutta famiglia Capoccitti) usata per i primi due giorni come quartiere generale.
Le operazioni per il trasferimento erano scattate poco dopo le 11,30 di ieri mattina. A molti era sembrata la «pista» decisiva. Quella giusta. Quasi contemporaneamente, infatti, i genitori del giovane sono stati convocati, sempre come testimoni, presso la caserma di Balsorano, per verificare le dichiarazioni che il giovane andava facendo a Civitella Roveto. Nel frattempo, per tutta la giornata, carabinieri in jeans al comando del maggiore Annichiarico avevano percorso in lungo ed in largo Case Castella e frazioni vicine fino a Ridotti. Avevano ascoltato soprattutto giovani e giovanissimi, ma anche qualche bambino. Gli inquirenti hanno forse raccolto quelle tessere che ancora servivano per completare il mosaico.
A Civitella Roveto, a venti chilometri da quell'anfratto in cui venerdì mattina la piccola è stata ritrovata, completamente nuda dopo un tentativo di violenza carnale, dai cani, dopo una nottata di ricerche inutili, il sostituto Pinelli, col vice questore Bartoli, il capitano dei carabinieri di Tagliacozzo, Scocchera, e l'ispettore Cossu della Polizia giudiziaria di Avezzano, a turno hanno « torchiato» per ore il ventenne operaio. Fino quasi alle 20, il giovane è stato all'interno della caserma quando poi se ne è tornato a casa con la propria auto. Una sola pausa: verso l'ora di pranzo quando gli hanno concesso di andare a mangiare una pizza.
Quando sembrava ormai certo un altro deludente e scoraggiante rinvio a stamattina, dopo alcuni interrogatori presso la caserma di Balsorano, è arrivata la conclusione. A sorpresa.
Ha fatto tutto un ragazzino di tredici anni.
Segui Angelo De Nicola su Facebook