Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 23
Un saggio di Angelo De Nicola
23. IN AULA UN PERRUZZA NUOVO ANTICIPA CHE FARA' “MURO”
16. 1. 1991
Sembra un altro. Trasformato. Alla sua prima intervista a 142 giorni da suo arresto, Michele Perruzza appare tranquillo, quasi sereno. Capelli lunghi a coprire le orecchie e con un ciuffo “stirato” sulla fronte, giubbotto e pantaloni di jeans, sguardo assai diverso da quelle terribili occhiate, minacciose e cariche di odio, lanciate quando fu ammanettato e portato in carcere all'alba del 26 agosto scorso.
Parla volentieri Perruzza alla Rai Tv, e davanti alla ressa dei giornalisti con taccuini spiegati e registratori accesi poco prima che cominci l'udienza. Non fa alcuna resistenza al microfono. Anzi sembra cercarlo. Ha voglia di parlare, di sfogarsi dopo tanti giorni di isolamento. Sverba, sbaglia i pronomi ma nella sua prima intervista, per nulla messo in soggezione né dalla «gabbia» della Corte d'Assise né dal pubblico di paesani e curiosi che si accalca per ascoltarlo, né dalle telecamere e dai flash, il muratore parla. Dice la sua “verità”.
Lei continua a dire di essere innocente?
«Io sono innocente».
Allora chi è stato?
«Eh, beh, non lo so chi è stato. Se lo sapevo non mi facevo quattro mesi e mezzo dentro».
E sua moglie, suo figlio?
«Mio figlio è innocente. In quella casa non c'è l'assassino».
Ma suo figlio l'accusa di essere l'assassino?
«Mio figlio l'hanno impaurito per dire queste cose. E' stato impaurito».
E sua moglie?
«E mia moglie è stata costretta sennò altrimenti anche lei arrestavano, come mio complice».
Quindi lei con Cristina...
«Io con Cristina.... Era mia nipote. Non c'è stato niente con mia nipote. Era di casa».
Ma in paese dicono che lei...
«In paese dicono quello vogliono. Ma oggi vediamo la cosa, chi e chi non è. Se Dio vuole».
E quei capelli che sarebbero di Cristina trovati sulla canottiera...
«Quei capelli... Certamente la bambina è di casa. Non è una bambina estranea. E' di casa».
E gli slip col sangue che sono della sua misura?
«Non lo so, questo non lo so. Eppoi mica solo io porto quella «misura» e non c'è solo una mutanda. Ma basta, è impossibile a fare a mia nipote una cosa di quella. Non è stata una persona normale. Boh è stata una bestia a fare quel lavoro».
Insomma lei non c'entra?
«No, io non c'entro. Io non ne so niente di queste cose».
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