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Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 20

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



20. PERRUZZA, LA DIFESA SBANDA
3. 11. 1990



A sette giorni dalla decisiva udienza preliminare, Michele Perruzza si ritrova con un nuovo difensore. Come era nell'aria da qualche giorno, gli avvocati Mario e Carlo Maccallini che lo avevano assistito dal momento dell'arresto, hanno ieri rimesso il mandato comunicando la loro decisione alla famiglia Perruzza e al Tribunale, nonché alla stampa con un fax di poche righe: «Nel ribadire la piena fiducia riposta da me e da mio figlio Carlo - si legge nella nota firmata da Mario Maccallini- nelle dichiarazioni di innocenza di Michele Perruzza, debbo comunicare che la nomina non concordata di un nuovo difensore non corrisponde alla visione che del processo ha lo studio Maccallini. Mi vedo, quindi, costretto a rinunciare al mandato difensivo anche al fine di tutelare la indipendenza decisionale».
Due quindi, i motivi della rinuncia: uno di forma e uno di sostanza. Il primo: « Nomina non concordata», cioè imposta dai familiari di Perruzza. E' successo che la moglie di Perruzza, la signora Maria Giuseppa Capoccitti, alla fine della scorsa settimana, a sorpresa, ha deciso di associare ai Maccallini l'avvocato Leonardo Casciere, anche lui del foro di Avezzano, che aveva assistito dieci giorni fa il figlio tredicenne in un interrogatorio davanti al Pubblico ministero del tribunale dei Minori dell'Aquila.
La donna aveva comunicato la decisione di incaricare Casciere al marito, da qualche tempo detenuto nel carcere di Pesaro. Perruzza avrebbe comunque confermato ai Maccallini la sua piena fiducia.
Ma poiché un collegio difensivo, in fase di dibattimento può essere composto al massimo da due avvocati, con Casciere era rimasto il solo Mario Maccallini. Che ieri ha definitivamente rinunciato. Sono così usciti dal palcoscenico del delitto di Balsorano alcuni protagonisti di una vicenda che non è stata mai avara di colpi di scena clamorosi.
E tale appare la rinuncia dei Maccallini anche perché capita nel momento cruciale del caso e, oltretutto, dopo che molti dei giochi sono stati fatti : il Pubblico ministero, il Sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Mario Pinelli, ha chiuso già da una settimana le indagini preliminari inviando al Gup un fascicolo di mille pagine in cui ha chiesto il rinvio a giudizio del muratore con le accuse di omicidio volontario pluriaggravato in atti di libidine, ratto a fine di libidine e occultamento di cadavere.
Il secondo motivo è di sostanza: una diversa visione del processo emersa evidentemente dopo un confronto. La linea difensiva dei Maccallini per evitare la condanna all'ergastolo a Perruzza era stata quella di cercare di smontare la ricostruzione del delitto fatta dall'Accusa, insistendo molto nella considerazione che ad accusare l'uomo era stato il figlio tredicenne.
Proprio il ragazzino che, a sorpresa, aveva confessato il delitto fornendo particolari così precisi da far dichiarare al magistrato che «il caso era chiuso». Con quella confessione, poi ritrattata, il figlio è diventato la chiave del delitto: o è stato davvero lui, o ha visto oppure ha sentito qualcosa. Nonostante i numerosi dubbi che aveva insinuato, la difesa non era riuscita a creare un'alternativa alla «verità processuale» che l'assassino, in ogni caso, fosse in casa Perruzza.
Ora, vista l'inconciliabilità delle visioni del processo, quale sarà la nuova linea difensiva? L'avvocato Casciere ha accettato di difendere il figlio tredicenne di Perruzza, convocato dal Pm dei Minori, Giansaverio Cappa, per un interrogatorio quale “indagato” per omicidio volontario. Questo procedimento, come dichiarò dopo l'interrogatorio il Pm Cappa, verrà con tutta probabilità archiviato e il ragazzino verrà completamente scagionato. C'è incompatibilità tra l'aver difeso il figlio e dover assistere il padre o, quantomeno, inopportunità visto come è incardinata l'inchiesta?
Proprio per ragioni di incompatibilità e di inopportunità, i Maccallini dissero alla signora Capoccitti e pubblicamente di non poter accettare di assistere il figlio in quell'interrogatorio. Adesso, la situazione si è praticamente ribaltata. Cosa accadrà se qualcuno dovesse sollevare la questione?


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