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Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 16

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



16. RISPUNTA IL CUGINO
1. 11. 1990



Mentre tutti ormai attendevano soltanto la richiesta di rinvio a giudizio per Michele Perruzza con l'accusa di aver assassinato la nipotina, è arrivato un altro colpo di scena, l'ennesimo dell'omicidio di Balsorano.
Come il muratore in carcere da 66 giorni, ora anche il figlio tredicenne è infatti “indagato” per l'omicidio volontario della bimba. Così ora sono due le inchieste per accertare chi assassinò e gettò in un fosso la povera Cristina, 7 anni appena, nella serata del 23 agosto.
Al tredicenne M. P. (le iniziali, seppure in ritardo, gli vanno ora rigorosamente restituite), la Procura della Repubblica per i Minori dell'Aquila ha inviato nei giorni scorsi un “invito a presentarsi” quale sottoposto ad indagini per l'ipotesi del reato di omicidio volontario. Con l'”invito” notificato alla madre Maria Giuseppa Capoccitti quale esercente la patria potestà sul ragazzino, è stato fissato un interrogatorio per domani mattina davanti al Sostituto procuratore dei Minori, Giansaverio Cappa.
Il tredicenne dovrà comparire con un legale (sempre che lo sciopero degli avvocati marsicani lo consenta) presso la caserma dei carabinieri di Balsorano.
Nella stessa caserma dove il ragazzino nella tarda serata del 26 agosto, si autoaccusò del delitto fornendo particolari così verosimili da convincere il Sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano, Mario Pinelli che «il caso era ormai chiuso».
Nella stessa caserma all'uscita della quale, in quella notte, il ragazzino stava per essere linciato dalla folla inferocita mentre veniva trasferito al Palazzo di Giustizia di Avezzano dove invece, dopo vari impappinamenti e cambi di versione, finì col ritrattare accusando il padre. E da “mostro”, il ragazzino divenne un «eroe» che aveva cercato di proteggere il padre.
Ad interrogare il tredicenne, in quella notte dei colpi di scena, fu il Procuratore della Repubblica dei minori dell'Aquila, dottor Duilio Villante (attualmente trasferito ad altro incarico). Forse per quell'interrogatorio, la Procura della Repubblica dei minori aprì un procedimento a carico del tredicenne.
Può darsi, quindi, che la Procura abbia deciso di definire questo procedimento che, è certo, si concluderà con un “non luogo a procedere” essendo l'indagato minore dei quattordici anni e quindi «non imputabile».
Questa è solo un'ipotesi per spiegare la convocazione di domani, anche se appare strano che il Pm si sia deciso a muoversi, in un caso così grave, a distanza di oltre due mesi dall' aver rubricato la “notizia di reato”. Solo in questi giorni, insomma, ci si sarebbe ricordati che esisteva un procedimento parallelo a quello a carico di Michele Perruzza? E se così fosse, era possibile interrogare più volte il tredicenne “come testimone” nell'inchiesta contro il padre essendo il ragazzino contemporaneamente sottoposto ad indagini per lo stesso fatto?
Perciò non è da escludere che possa essere sopravvenuto qualche elemento nuovo.
Per esempio, potrebbe essere stata valutata l'opportunità, da parte della Pubblica accusa di scandagliare ora la “pista” del tredicenne, magari per escluderla completamente ed ufficialmente; oppure che la Procura dei Minori, alla luce di qualche fatto emerso, abbia deciso di vederci chiaro su eventuali responsabilità e-o corresponsabilità del tredicenne.
Solo ipotesi. Quel che è certo è che, in ogni caso, l'interrogatorio di domani appare importantissimo: cosa dirà il ragazzino?
Michele Perruzza, intanto, in attesa del responso della Cassazione che deve decidere in terzo grado sull'istanza di scarcerazione rigettata dal Gip e dal Tribunale della Libertà, è stato trasferito nel carcere di Pesaro per ragioni di sicurezza legate alla sua incolumità personale.


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