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Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 15

Un saggio di Angelo De Nicola

Presunto innocente



15. STESSI PERITI PER I DELITTI DELL'ESTATE
17. 10. 1990



Le due vicende, quella dell'uccisione della giovane segretaria di via Poma a Roma e l'assassinio della piccola Cristina a Balsorano, si sono intrecciate spesso. Un po' perché sono i due delitti della “calda” estate 1990 che hanno forse maggiormente sconvolto (e morbosamente appassionato) l'opinione pubblica, ma soprattutto perché si sono accavallate e confrontate le applicazioni delle nuovissime procedure e dei nuovi metodi: indagini investigative, incidenti probatori, Gip, Tribunale della Libertà e, soprattutto, l'ormai famoso esame del Dna.
Proprio su quest'ultimo fronte, le inchieste su due omicidi si sono fuse, anche in maniera paradossale; i periti del caso Balsorano si ritrovano infatti, a parti invertite, nel caso di via Poma. Il professor Bruno Dallapiccola, che ha eseguito la perizia d'ufficio per Balsorano sarà il consulente del pubblico ministero a Roma, mentre il professor Angelo Fiori, consulente della difesa di Perruzza, sarà il perito d'ufficio per via Poma.
Situazione paradossale anche perché i due sembrano “nemici” per la pelle dal punto di vista scientifico. Il professor Dallapiccola, esperto in genetica, come ha fatto per la perizia depositata ieri nell'ambito dell'assassinio di Cristina, ha sostenuto la validità di un metodo sperimentale (denominato “Pcr”) per l'accertamento del Dna: «Lavorando giorno e notte ha spiegato ieri Dallapiccola al cronista- abbiamo raggiunto un risultato storico per la medicina legale: il “Pcr” è un metodo affidabilissimo se usato a dovere e se vengono fatti tutti i controlli. Sono disposto a sostenerlo in un convegno mondiale».
Fiori, esperto medico legale, contesta: «Questo metodo, eccezionale dal punto di vista scientifico, è stato bloccato a livello internazionale perché non dà certezze. Dal momento che è però l'unico utilizzabile di fronte a tracce di sangue molto piccole, forse sarò costretto ad usarlo per il caso di via Poma, ma premetterò alla relazione che, fino ad ora, questo affascinante sistema che “moltiplica” il Dna, può essere usato solo a livello scientifico, non davanti ad imputati che rischiano l'ergastolo».


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