LA MASCHERA DI CELESTINO
Celestino V, il Pontefice scomodo che anche Papa Woytjla ignorò: il romanzo sul Gandhi del Duecento.
Prefazione dell'Autore
"La Maschera di Celestino" (Textus Edizioni), narra del Santo Padre che decide di rendere omaggio, per la prima volta in oltre 700 anni, alla sola Porta Santa fuori da Roma in onore del suo predecessore, Celestino V, l'Eremita che nel 1294 fu incoronato Papa all'Aquila.
Celestino V, l'unico Papa che diede le dimissioni nella storia della Chiesa. Un Papa rivoluzionario. Un Ghandi del Duecento. Un Martin Luther King del suo tempo. Un crociato della Pace. Un guerriero del Perdono da sprofondare nel dimenticatoio, da denigrare quale vile per il suo "gran rifiuto". Un Papa che anche Giovanni Paolo II ignorò: Woytjla, il 30 agosto del 1980, nel discorso che tenne sul sagrato della basilica di Collemaggio in occasione dei 600 anni dalla nascita di San Bernardino da Siena, non nominò mai il suo predecessore Celestino V, salvo poi andare ad inginocchiarsi davanti al mausoleo in forma privata.
"L'annuale cerimonia della Perdonanza Celestiniana - scrive Dacia Maraini nella prefazione - è assunta a pretesto di un intreccio che si tinge di giallo e si apre ai drammi dell'attualità. In una città blindata che attende l'arrivo del Pontefice e teme gli attacchi del terrorismo internazionale, due personaggi giocano una partita a scacchi con un nemico invisibile e minaccioso".
La minaccia è quella di un attentato al Papa nello splendido scenario della Basilica di Collemaggio in occasione della Perdonanza Celestiniana. Con un finale a sorpresa, ma nemmeno tanto. Il messaggio, un disperato messaggio di Pace legato al Volto (la maschera, appunto) di San Pietro dal Morrone.
Un "romanzo storico virtuale" per il tour nella Grande Rete (l'Opus Dei, i Templari, Aldo Moro, Dante Alighieri, la Santa Casa, Gioacchino da Fiore, Paolo VI, la profezia di Malachia...) sulle orme di Celestino. Un percorso virtuale che il lettore può rifare scegliendo lui, oltretutto, le strade lungo le quali avventurarsi ulteriormente.
Un giallo, dunque, in chiave moderna sulla straordinaria figura di Celestino V. "Il modello "alto" dell'invenzione letteraria di De Nicola - scrive ancora la Maraini - è, forse, Umberto Eco che nel suo "Il nome della rosa" rivela la trama razionale di ciò che a tutta prima appare arcano e misterioso. Ma qui siamo lontani dalla ricostruzione dell'ambiente e delle atmosfere medioevali ed è piuttosto l'oggi, con i suoi lati oscuri e le sue piccole e grandi miserie a fare da sfondo ad una storia che ha il sapore della commedia e dove due sole voci hanno il compito di raccontare una città e una leggenda che affonda le sue radici nel passato mitico dell'Europa cristiana".
Celestino V, l'unico Papa che diede le dimissioni nella storia della Chiesa. Un Papa rivoluzionario. Un Ghandi del Duecento. Un Martin Luther King del suo tempo. Un crociato della Pace. Un guerriero del Perdono da sprofondare nel dimenticatoio, da denigrare quale vile per il suo "gran rifiuto". Un Papa che anche Giovanni Paolo II ignorò: Woytjla, il 30 agosto del 1980, nel discorso che tenne sul sagrato della basilica di Collemaggio in occasione dei 600 anni dalla nascita di San Bernardino da Siena, non nominò mai il suo predecessore Celestino V, salvo poi andare ad inginocchiarsi davanti al mausoleo in forma privata.
"L'annuale cerimonia della Perdonanza Celestiniana - scrive Dacia Maraini nella prefazione - è assunta a pretesto di un intreccio che si tinge di giallo e si apre ai drammi dell'attualità. In una città blindata che attende l'arrivo del Pontefice e teme gli attacchi del terrorismo internazionale, due personaggi giocano una partita a scacchi con un nemico invisibile e minaccioso".
La minaccia è quella di un attentato al Papa nello splendido scenario della Basilica di Collemaggio in occasione della Perdonanza Celestiniana. Con un finale a sorpresa, ma nemmeno tanto. Il messaggio, un disperato messaggio di Pace legato al Volto (la maschera, appunto) di San Pietro dal Morrone.
Un "romanzo storico virtuale" per il tour nella Grande Rete (l'Opus Dei, i Templari, Aldo Moro, Dante Alighieri, la Santa Casa, Gioacchino da Fiore, Paolo VI, la profezia di Malachia...) sulle orme di Celestino. Un percorso virtuale che il lettore può rifare scegliendo lui, oltretutto, le strade lungo le quali avventurarsi ulteriormente.
Un giallo, dunque, in chiave moderna sulla straordinaria figura di Celestino V. "Il modello "alto" dell'invenzione letteraria di De Nicola - scrive ancora la Maraini - è, forse, Umberto Eco che nel suo "Il nome della rosa" rivela la trama razionale di ciò che a tutta prima appare arcano e misterioso. Ma qui siamo lontani dalla ricostruzione dell'ambiente e delle atmosfere medioevali ed è piuttosto l'oggi, con i suoi lati oscuri e le sue piccole e grandi miserie a fare da sfondo ad una storia che ha il sapore della commedia e dove due sole voci hanno il compito di raccontare una città e una leggenda che affonda le sue radici nel passato mitico dell'Europa cristiana".