Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza - Capitolo 88
Un saggio di Angelo De Nicola
88.IL RETROSCENA
22. 1. 1998
Se finora nell’immaginario collettivo Mauro era sempre stato il sospettato numero uno nonostante la condanna all’ergastolo del padre, ora, alla luce dei risultati della perizia sul Dna, i sospetti per molti sono diventati certezze.
In particolare per la difesa del muratore che, da tempo, ha puntato esplicitamente l’indice sul ragazzino pur sostenendo che «non si trattò di un assassinio, ma di un “gioco” tra bambini finito male».
«Facile puntare l’indice su un ragazzino che non può difendersi» dicono in molti, in testa il padre di Cristina. Ma è stato lo stesso Mauro a decidere di non difendersi in questo processo- satellite a Sulmona. Il ragazzo, che oggi ha 21 anni, davanti ai giudici peligni, decise di non rispondere alle domande avvalendosi di una scappatoia giuridica.
I suoi due legali, infatti, sollevarono un’eccezione: il padre Michele, sentendosi accusato di averlo istigato ad autoaccusarsi, querelò il figlio ritenendosi calunniato; alla persona che è indagata per un reato connesso, il codice offre alcune garanzie (assistenza di un avvocato, possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere e addirittura di dire il falso senza conseguenze) per il comprensibile fatto che potrebbe finire nei guai essa stessa. Mauro scelse il silenzio.
Un silenzio che dall’altro ieri gli vorrebbero far rompere un nugolo di troupe Tv che lo hanno cercato a Gubbio, dove vive con la sua nuova benestante famiglia che lo ha finora protetto in tutti i modi. Ma Mauro a Gubbio non c’è. Sta facendo il servizio militare non si sa dove. Dicono che è un'altra persona: veste alla moda, sfreccia su un fiammante motorino ed ha il telefonino.
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