Trent'Anni di Perdonanza - Premessa dell'Autore
Il lettore attento noterà che, nel corso di questi trent’anni, la definizione “Perdonanza Celestiniana dell’Aquila” all’inizio viene scritta, quasi timidamente, tra virgolette; poi, le virgolette spariscono; quindi sparisce “dell’Aquila” e la specificazione “celestiniana”; resta soltanto Perdonanza. Basterebbe questo esempio per fotografare quanta strada è stata fatta in “soli” trent’anni.
La Perdonanza, ripartendo sostanzialmente da zero in quel mitico 1983, si è ormai affermata diventando identità stessa della città. L’Aquila è la Perdonanza e la Perdonanza è L’Aquila. Come il Palio è Siena, come la Giostra della Quintana è Foligno o quella del Saracino è Arezzo o il Festival dei Due Mondi è Spoleto. Identità e grande risorsa, forse la più grande risorsa dell’Aquila. Questo è la Perdonanza. Sia se venga visto come evento laico che come evento religioso. La Perdonanza è il “dono” di un grande Papa ma anche di un grande Uomo. La Bolla sancisce il più importante concetto della cristianità, il perdono, ma anche un’arguta mossa politico-sociale che nessuno è mai riuscito a cancellare e che anzi negli anni, addirittura nei secoli, ha rinsaldato il suo valore fino a diventare parte sostanziale della storia aquilana.
Questa pubblicazione, nel mettere un punto su cosa è accaduto, anno per anno in presa diretta, in questi trent’anni (che, complice il sisma, sembrano un secolo!), ha l’ambizione di dare prova come, quando c’è sostanza, tutto sembra tramutarsi in linfa vitale di perenne durata. Una raccolta documentale che vuole proporsi come piattaforma di confronto su cui, magari tutt’assieme, costruire una Perdonanza migliore. Una città migliore. Nel segno dello straordinario messaggio lasciatoci da Celestino V, la cui illuminata intuizione appare oggi, addirittura, all’avanguardia per un progetto di ricostruzione dell’Aquila.
Alla soglie di un altro straordinario avvenimento, all’esame dell’Unesco, che potrebbe diventare strategico per il futuro della città: il riconoscimento della Perdonanza come Patrimonio dell’Umanità.
La Perdonanza, ripartendo sostanzialmente da zero in quel mitico 1983, si è ormai affermata diventando identità stessa della città. L’Aquila è la Perdonanza e la Perdonanza è L’Aquila. Come il Palio è Siena, come la Giostra della Quintana è Foligno o quella del Saracino è Arezzo o il Festival dei Due Mondi è Spoleto. Identità e grande risorsa, forse la più grande risorsa dell’Aquila. Questo è la Perdonanza. Sia se venga visto come evento laico che come evento religioso. La Perdonanza è il “dono” di un grande Papa ma anche di un grande Uomo. La Bolla sancisce il più importante concetto della cristianità, il perdono, ma anche un’arguta mossa politico-sociale che nessuno è mai riuscito a cancellare e che anzi negli anni, addirittura nei secoli, ha rinsaldato il suo valore fino a diventare parte sostanziale della storia aquilana.
Questa pubblicazione, nel mettere un punto su cosa è accaduto, anno per anno in presa diretta, in questi trent’anni (che, complice il sisma, sembrano un secolo!), ha l’ambizione di dare prova come, quando c’è sostanza, tutto sembra tramutarsi in linfa vitale di perenne durata. Una raccolta documentale che vuole proporsi come piattaforma di confronto su cui, magari tutt’assieme, costruire una Perdonanza migliore. Una città migliore. Nel segno dello straordinario messaggio lasciatoci da Celestino V, la cui illuminata intuizione appare oggi, addirittura, all’avanguardia per un progetto di ricostruzione dell’Aquila.
Alla soglie di un altro straordinario avvenimento, all’esame dell’Unesco, che potrebbe diventare strategico per il futuro della città: il riconoscimento della Perdonanza come Patrimonio dell’Umanità.