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Andare in Africa... con Celestino

La missione di Celestino
da "La cronaca d'Abruzzo", 21 settembre 2006

di PATRIZIA TOCCI



Si dice che Camilleri abbia scritto un episodio nel quale il suo famoso personaggio Moltalbano muore e che la casa editrice Sellerio abbia nascosto questo manoscritto in una cassaforte segreta. E’ triste per un lettore vedere scomparire un personaggio che è diventato caro e consueto. Così siamo grati ad Angelo De Nicola per aver voluto prolungare – sulla carta – la vita dei protagonisti del suo precedente romanzo La maschera di Celestino ( Edizioni Textus 2005) nella seconda puntata che ha per titolo “La missione di Celestino” (La nuova editrice, 2006) che ingloba la prima parte e che ci offre nuove avventure del Sovrintendente alla Perdonanza ( diventato ex-sovrintendente) e del detective anch’egli licenziato dai Servizi segreti.

I due ex propongono un nuovo itinerario sulle orme dell’ex-papa Celestino che include questa volta località esterne alla città; lo stesso gioco di anagrammi, coincidenze, rivelazioni e fraintendimenti dovrebbe portarli a scoprire il luogo nel quale è nascosta la Maschera di Celestino e la bolla della Perdonanza, rubate sotto i loro occhi nella “puntata” precedente.

La seconda parte del romanzo presenta ovviamente numerose continuità con la prima e nello stesso tempo ci propone nuove atmosfere e nuove personaggi; è una parte più secca ed incisiva nelle quali predominano i dialoghi ma si approfondisce il rapporto umano tra i due protagonisti e viene inserito anche un misterioso personaggio femminile. Non riassumeremo la trama- com’è giusto fare per ogni libro o mistero che si rispetti; il secondo “tour” proposto dall’autore è più meditato e sofferto e ogni tanto con qualche traccia di malinconia o di delusione. Emerge un aspetto particolare che mi preme sottolinare: un legame con l’Africa ed in particolare con la missione celestiniana delle Suore di san Basilio: monache benedettine celestiniane che hanno fondato appunto una missione a Bangui, chiamata Monastero di San Pietro Celestino.

A questa missione andranno i proventi della vendita del libro. Ci sembra un gesto molto “celestiniano”: d’altra parte la frequentazione con questo personaggio così scomodo e difficile non può che costringere a rimeditare le proprie scelte o filosofie di vita. De Nicola continua ad essere proprio come i suoi personaggi, affascinato e tormentato da Celestino: una figura così densa di contraddizioni ma anche indissolubilmente legata alla storia della nostra città. Il salto interessante è proprio in questa proiezione verso l’esterno: verso situazioni apparentemente lontane ma legate alla nostra responsabilità di donne o uomini, credenti o laici.

Il continente africano ci interroga quotidianamente: è come il personaggio di Celestino, una spina continua per la nostra coscienza: le condizioni in cui si vive, si sopravvive e si muore in Africa e in altri simili luoghi del mondo, pongono continue domande al nostro essere occidentali e fortunati. Allora anche un gesto apparentemente insignificante come l’acquisto di un libro- denso di storia locale ed intrigante- può essere un modo per legare letteratura e solidarietà e come spesso avviene per la musica, fare anche un gesto importante se moltiplicato infinite volte.

Forse siamo di fronte ad un caso raro nel quale le parole non restano inoperanti sulla carta, ma si trasformano in possibilità per altri, in opere concrete. La grande poetessa, Emily Dickinson scriveva: «Un fiore e un libro piantano sorrisi come semi che crescono nel buio».

E’ già nata in questa direzione, la ”Cordata per l’Africa”, in una gara di solidarietà per sostenere questo progetto. Sarebbe bello se la città celestiniana partecipasse attivamente a questa nuova moderna “perdonanza.”
Patrizia Tocci




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