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UN ATTO D'AMORE

La Maschera di Celestino
di Cesare Ianni


La maschera di Celestino, ad una prima lettura, ad una prima impressione, anche determinata dal titolo dell’opera, parrebbe un romanzo in cui la Perdonanza Celestiniana, vera protagonista del libro, funge da spunto per l’ambientazione di un giallo denso di intrecci e colpi di scena degni della miglior letteratura del genere.

Non sono d’accordo. Ed anche in questo l’Autore è stato abile ed attento, ha saputo ”fuorviare” il lettore.

Ciò che colpisce nel romanzo è ciò che è immediatamente visibile, di colore acceso, come nella pubblicità: Papa Celestino, Collemaggio, la Bolla, il perdono, l’evento Perdonanza, in sintesi.

Ed allora, appare logico traslare nella Perdonanza tutta l’attenzione, intendere il libro interamente dedicato al grande evento, laico e religioso, un romanzo, quindi, sulla Perdonanza in cui si svolge un giallo alla Dan Brown.

Così, per me, non è. La Perdonanza è solo un mezzo, serve a raggiungere uno scopo, a dare un messaggio, riconoscibile attraverso i tanti riferimenti contenuti nel romanzo: conoscere ed apprezzare Aquila.

Aquila, non L’Aquila.

Quella città obiettivamente oltremodo cara all’Autore, ricca di eventi storici, di monumenti, di cultura, di aneddoti, di tradizioni, di orgogli (ora, in L'Aquila, mal sopiti), di vicende tumultuose e di sangue, di arcani.

Il romanzo è un atto d’amore nei suoi confronti.

Non a caso il libro è ad essa dedicato.
Cesare Ianni




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