La Bolla è Uscita dal Municipio "Fuori Tempo"
Il Messaggero 17 giugno 2005
di ALBERTO ORSINI
Il prossimo 29 agosto compirà settecentoundici anni, la Bolla del Perdono di papa Celestino V, ma non li dimostrava proprio per niente, ieri sera, alla sua prima "uscita pubblica" nella storia in un periodo diverso da quello della Perdonanza. Del resto, la preziosa carta non sarebbe mai potuta mancare alla presentazione di un libro che la riguarda decisamente da vicino: "La maschera di Celestino", nuova iniziativa editoriale del giornalista Angelo De Nicola, già autore di "Presunto innocente-Cronaca del caso Perruzza" e di "Da Tragnone a Fidel Castro", che ha definito la presenza della Bolla al vernissage «una storica sorpresa».
Un romanzo storico virtuale, ambientato all'Aquila, in quest'epoca, con protagonisti i luoghi e i messaggi celestiniani. Questa in sintesi l'opera presentata ieri sera. «L'ho scritta - ha spiegato l'autore - per almeno tre ragioni. Tecnicamente, per confrontarmi per la prima volta con l'invenzione, cosa non facilissima per un giornalista. Secondo, con uno scopo turistico: la parola L'Aquila nel testo non compare mai, e la cosa è voluta, perché spero un potenziale lettore di fuori città possa, dopo aver letto "La maschera di Celestino" chiedersi se esista davvero la città che vi è narrata e se davvero sia tanto bella, per poi visitarla. Infine, ho scritto questo libro per dare di nuovo spolvero al messaggio di papa Celestino V, un pontefice spesso ostracizzato ma che merita invece di essere riscoperto: è stato un papa rivoluzionario, un Ghandi del Duecento, un Martin Luther King di quel tempo, un crociato della pace. È stato un guerriero del perdono ma spesso invece sprofonda nel dimenticatoio, denigrato ingiustamente quale vile per il famoso "gran rifiuto" citato da Dante».
In prima fila tra i presenti il sindaco Tempesta, "padrone della Bolla" in quanto primo cittadino, secondo quella che fu la volontà dello stesso Celestino: consegnare il documento alla municipalità. «Ho letto il libro - ha detto Tempesta - è avvincente e pertanto l'omaggio fatto alla città, allo scrittore ed all'editore con l'esposizione della Bolla era doveroso».
«La cultura - ha concluso l'editore Edoardo Caroccia - è la via fondamentale da seguire per un nuovo Rinascimento aquilano, ci riusciremo con opere come questa».
di ALBERTO ORSINI
Il prossimo 29 agosto compirà settecentoundici anni, la Bolla del Perdono di papa Celestino V, ma non li dimostrava proprio per niente, ieri sera, alla sua prima "uscita pubblica" nella storia in un periodo diverso da quello della Perdonanza. Del resto, la preziosa carta non sarebbe mai potuta mancare alla presentazione di un libro che la riguarda decisamente da vicino: "La maschera di Celestino", nuova iniziativa editoriale del giornalista Angelo De Nicola, già autore di "Presunto innocente-Cronaca del caso Perruzza" e di "Da Tragnone a Fidel Castro", che ha definito la presenza della Bolla al vernissage «una storica sorpresa».
Un romanzo storico virtuale, ambientato all'Aquila, in quest'epoca, con protagonisti i luoghi e i messaggi celestiniani. Questa in sintesi l'opera presentata ieri sera. «L'ho scritta - ha spiegato l'autore - per almeno tre ragioni. Tecnicamente, per confrontarmi per la prima volta con l'invenzione, cosa non facilissima per un giornalista. Secondo, con uno scopo turistico: la parola L'Aquila nel testo non compare mai, e la cosa è voluta, perché spero un potenziale lettore di fuori città possa, dopo aver letto "La maschera di Celestino" chiedersi se esista davvero la città che vi è narrata e se davvero sia tanto bella, per poi visitarla. Infine, ho scritto questo libro per dare di nuovo spolvero al messaggio di papa Celestino V, un pontefice spesso ostracizzato ma che merita invece di essere riscoperto: è stato un papa rivoluzionario, un Ghandi del Duecento, un Martin Luther King di quel tempo, un crociato della pace. È stato un guerriero del perdono ma spesso invece sprofonda nel dimenticatoio, denigrato ingiustamente quale vile per il famoso "gran rifiuto" citato da Dante».
In prima fila tra i presenti il sindaco Tempesta, "padrone della Bolla" in quanto primo cittadino, secondo quella che fu la volontà dello stesso Celestino: consegnare il documento alla municipalità. «Ho letto il libro - ha detto Tempesta - è avvincente e pertanto l'omaggio fatto alla città, allo scrittore ed all'editore con l'esposizione della Bolla era doveroso».
«La cultura - ha concluso l'editore Edoardo Caroccia - è la via fondamentale da seguire per un nuovo Rinascimento aquilano, ci riusciremo con opere come questa».