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Un'Occasione Perduta

La Maschera di Celestino
di Alessandra Cococcetta


"Celestino V: rivoluzionario di pace?" è stato questo uno dei temi dibattuto nell'ultima Festa dell'Unità, nell'ambito degli incontri culturali organizzati dalla Federazione aquilana dei Ds. Gli ingredienti per poter intavolare un percorso intrigante e rigoroso c'erano tutti.

Innanzitutto i relatori.
Giuseppe Di Leo, giornalista vaticanista de "Il Riformista"; Padre Quirino Salomone, presidente della fondazione "Studi Celestiniani per la Pace"; lo storico Elpidio Valeri ed il giornalista Angelo De Nicola, autore del romanzo "La maschera di Celestino".

Quindi, il pubblico.
Un pubblico attento ed interessato, pronto a lasciarsi coinvolgere da uno spaccato storico tra i più importanti che ha contraddistinto in maniera peculiare, con la figura di Celestino, le nostre radici.

Eppure qualcosa è mancato, ed una certa insoddisfazione ha segnato un po' tutti malgrado le buone intenzioni. Intenzioni che nell'abilità dialettica di Angelo De Nicola, non hanno sortito gli effetti sperati. In effetti il giornalista, che ha aperto la serata, ha sapientemente utilizzato il suo spazio non solo per presentare il suo ultimo libro, ma soprattutto per raccontare la vita ed il messaggio di un uomo, non ha esitato a definirlo comunista, che ha rinunciato alle vesti papali rivoluzionando il modus operandi della Chiesa, che aveva fino ad allora venduto le indulgenze, predisponendo la Bolla del Perdono a favore di tutti, poveri e ricchi, che ha poi affidato con evidente lungimiranza, alla municipalità aquilana, suggellandola con un marchio provocatoriamente laico.

Un percorso appassionato, quello di De Nicola, che ha denunciato ancora una volta l'ostracismo, religioso e laico, che avvolge purtroppo la figura del Santo, definendolo senza se e senza ma: rivoluzionario di pace!

A quel punto un intervento del vaticanista Di Leo, avrebbe potuto seguire, in un senso o nell'altro, il tracciato delineato, generando l'acceso dibattito che tutti volevano. Ma così non è andata.
Secondo il giornalista, Celestino non sarebbe stato un rivoluzionario, tantomeno di pace, limitando la portata del messaggio ad un evento puramente circoscritto alla città. Il tutto argomentato con il sostegno di citazioni, per la maggior parte dei presenti dotte, se non fosse per il fatto che Padre Quirino prima, ed Elpidio Valeri dopo, hanno destrutturato perché datate e ormai superate da recenti studi, evidentemente sconosciuti a Di Leo.

Un excursus storico-teologico, quello degli studiosi, che ha necessariamente concluso la serata, lasciando quell'amaro in bocca che neanche una repentina ripresa di Di Leo a confronto con il collega De Nicola, avrebbe tolto...

Alla fine, facendo le dovute proporzioni, una serata come tante, ma soprattutto ancora una volta, un'occasione persa per aprire la strada a quello che indubbiamente rappresenta, un messaggio di pace potentemente ed universalmente valido.
Alessandra Cococcetta




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