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Premessa dell'Autore

Il nostro terremoto Fissare le nostre emozioni. Le fortissime emozioni di quella maledetta notte ma anche dei tragici giorni successivi, quando lo sbandamento è stato più forte di quelle scosse a ripetizione dopo l’ululato dell’orco alle 3 e 32. Le emozioni di chi, come me, ha avuto la “fortuna” di poterle raccontare in presa diretta, e di quelli che hanno avuto la forza di scriverle e inviarle ad un giornale.
Una sorta di catarsi corale, dunque, vuol essere questa pubblicazione collettiva che non ha da raccontare nulla di nuovo, di sensazionale, di non detto. Vuole solo fissare le nostre emozioni.

Come mi era capitato già con il “caso Perruzza”, una vicenda che ha segnato la mia vita non soltanto professionale, quando ho ritrovato la forza di andare a rileggere quel che avevo scritto per il mio giornale (“Il diario di un terremotato”) o quel che avevo scelto e curato (le lettere pubblicate in “Dillo al Messaggero”, la rubrica che il direttore Roberto Napoletano mi ha voluto affidare), lo choc è stato fortissimo. E come feci allora, fissando in una pubblicazione (“Presunto innocente – Cronaca del caso Perruzza”) la sequenza nuda e cruda degli articoli che a molti, poi, è parsa un romanzo ed invece era la “realtà” di un album di articoli, così ho voluto fare ora ripubblicando il “Diario” e le lettere più significative con la data di uscita sul giornale ed il titolo originale. Senza rivisitazioni ex post, con la sola licenza di aggiungere tre interventi inediti. Stavolta non potrà, purtroppo, apparire un romanzo. E’ la nostra storia, anzi le nostre storie, nude e crude, di questi sei mesi da quel 6 aprile che ha cambiato le nostre vite. Il nostro terremoto.

Anche stavolta ho chiesto a don Attilio Cecchini, per me un costante faro morale, di dare una lettura che andasse oltre, magari aggiornando, alla luce del sisma, quel suo saggio sull’Aquilanitas del 1972 che è stato un mantra per intere generazioni.

Come sempre “il maestro” a principio ha nicchiato. Poi ha finito con l’accettare la proposta che, inevitabilmente, conteneva la totale “carta bianca”. Don Attilio mi ha persino ringraziato: “Ho constatato che avevo proprio bisogno di sfogarmi. E tu me ne hai offerto la possibilità. Grazie!”.

Grazie. Una selva di grazie, molti addirittura commossi, ha accompagnato le risposte per e-mail degli autori delle lettere ai quali ho chiesto, uno per uno, il consenso alla ri-pubblicazione trattandosi di un argomento così delicato come le loro emozioni. Un grazie, invece, va proprio a loro, i veri protagonisti. E un grazie anche a Francesca e Duilio, per averci creduto a scatola chiusa, e a Stefano per un’immagine che, da sola, dice tutto.

Emozioni. Emozioni forti. Questo è il nostro terremoto.
L’Aquila, 20 settembre 2009
A.D.N.




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