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E' MORTO MARIO MAGNOTTA, IL BIDELLO PIU' FAMOSO D'ITALIA

Mappa della città
di Stefano Dascoli e Alberto Orsini
da Il Messaggero del 6 gennaio 2008

Stavolta non è uno scherzo. O meglio: stavolta lo scherzo lo ha fatto lui alla città. Mario Magnotta è morto. L’Aquila perde uno dei suoi personaggi più celebri, più genuini, più amati.

Nato vicino a Imperia, orfano dei genitori, arrivò all’Aquila piccolissimo. «È morto? Ma va, sarà il solito scherzo» si sentiva dire ieri in città. Ma quando la notizia si è diffusa in tutta la sua tragica verità, l’incredulità e lo stupore hanno preso il sopravvento. Su Facebook, per esempio, si sono moltiplicati i messaggi di addio e sono nati tantissimi gruppi. I funerali si terranno domani alle 11 all’Aquila, nella chiesa del Cimitero.

E pensare che l’ultimo scherzo al bidello più celebre d’Italia era di appena cinque giorni fa. I due autori delle telefonate che hanno reso famoso Magnotta ci hanno riprovato, a distanza di 23 anni, lo scorso 30 dicembre. «Abbiamo ricevuto una “soffiata” - raccontano Antonello De Dominicis e Maurizio Videtta, studente di Ragioneria proprio negli anni in cui Magnotta era bidello - Avevamo saputo che Mario aveva sostenuto una visita, pagando il ticket. Gli abbiamo fatto credere che non doveva farlo perché “esente” e dunque sarebbe stato multato. Reagì come al solito: arrabbiandosi moltissimo».

La vita di Magnotta è cambiata proprio grazie al celebre “scherzo della lavatrice”. «Era il 1985 - racconta Videtta - Mario faceva il doppio lavoro: bidello e commesso in un negozio di abbigliamento. Un giorno andai a prenderlo: faceva freddo e pioveva. Mi raccontò che si era separato dalla moglie che voleva indietro la lavatrice. “Come faccio? So usare solo quella” mi disse. Da lì ci balenò l’idea di uno scherzo». Partì così la lunga serie di telefonate (durate due anni) nelle quali Magnotta fu “tartassato” con proposte assurde, clausole improbabili, obblighi di pagamento o acquisto.

Una saga lunghissima che ha fatto ridere tutta Italia. «Un giorno andai a confessare che ero stato io - dice Maurizio - Non voleva crederci, ma alla fine mi disse: “Grazie, mi avete fatto compagnia”. Mario era così: semplice, un po’ credulone, genuino». Il successo arrivò inaspettato e fulmineo: il bidello più famoso d’Italia ha partecipato a tantissimi salotti televisivi (Maurizio Costanzo e i Fatti vostri, solo per citarne due) e trasmissioni radiofoniche. In città si è trasformato presto in un’icona. Le comitive scolastiche che arrivavano in gita all’Aquila si fermavano davanti alla sua casa. «So’ Magnotta» è diventato un tormentone.

In tanti, da tutta Italia, hanno provato a contattarlo, a prenderlo di nuovo bonariamente in giro. Ma nessuno ci è riuscito come Maurizio e Antonello. Che conservano tra i ricordi più cari due scherzi inediti: «Una volta - racconta Maurizio Videtta - lo chiamammo perché fu morso da un cane vicino al cimitero e gli facemmo credere che il cane era morto. “Ma come, mica l’ho morso io” disse arrabbiato». L’altro riguarda la “passione” di Magnotta per i concorsi a premi. «Partecipava a ogni estrazione, ma non vinceva mai. Una volta gli telefonammo dicendogli che aveva vinto una vacanza premio: una settimana di corso di sopravvivenza. Ovviamente rifiutò la proposta, e gli dicemmo che doveva pagare una multa. Si arrabbiò come sempre. Siamo tristi e addolorati. Lascia un grande vuoto».

Di Magnotta resteranno celebri anche le “analisi”, a volte amare, sulla vita cittadina. In una delle ultime disse: «L’Aquila non mi piace più, voglio andarmene».

Lo scoprì Giò Kappa
Gli scherzi telefonici erano stati solo l’inizio. Mario Magnotta infatti aveva grandi potenzialità mediatiche: si trovava a suo agio sotto i riflettori, aveva sempre qualcosa da dire con il microfono in mano e amava trascorrere serate circondato da ragazzi, «i giovani che ammiro moltissimo», come disse in un’intervista alla radio rimasta celebre perché anch’essa inevitabilmente registrata e diffusa. Il primo a rendersene conto fu Gio’ Kappa, Giuseppe Massari, telegiornalista aquilano che nei primi anni Novanta coinvolse Magnotta in alcune serate “live” nei locali della città: erano i primi “Magnotta party”, che sono continuati fino a pochi anni fa, allargandosi ad altre località abruzzesi ma anche alle Marche e a Roma, dove l’ex bidello era popolarissimo. Nel 1999 invece un fan gli dedicò un sito web (l’indirizzo è www.magnotta.it), divenuto un vero punto di riferimento per gli appassionati tanto che nel tempo ha superato la soglia di 1 milione e 300 mila pagine viste. Nel 2001 Magnotta sbarcò in tv: l’emittente aquilana TvUno inserì nel suo palinsesto la rubrica quotidiana “StrisciaMagnotta”, in cui il novello opinionista commentava con il suo stile colorito e diretto le notizie. Questo format successivamente è stato riproposto più volte, e sempre su Internet: dapprima in formato Mp3, con un sito dedicato, quindi sulla televisione telematica AquilaTv, con la “Zona Magnotta”, fino al 2007. Negli ultimi tempi, gli scherzi telefonici sono stati caricati su Youtube in formato video, con l’aggiunta di foto. Il “magnottismo” è giunto anche sui social network: su Facebook la pagina dei fan ha raggiunto quota 36 mila, mentre sono trenta i gruppi di discussione a lui dedicati e non mancano utenze fittizie a suo nome.

Il dispiacere di Dario Vergassola
«Mi dispiace davvero tanto, devo dirlo al bar e chiamare gli amici». Sobbalza al telefono il più famoso fan di Magnotta, il comico Dario Vergassola, quando viene a sapere dell’accaduto. Seguace dell’ex bidello, Vergassola aveva diffuso le cassette degli scherzi tra i suoi amici, come lo scrittore David Riondino. Aveva inoltre incontrato il suo idolo in occasione di uno spettacolo teatrale in città. «Era una persona fantastica - ricorda di Magnotta - Forse adesso rideremo un po’ meno riascoltando gli scherzi, ci sarà una punta di nostalgia». Vergassola e Riondino non sono i soli fan vip del bidello più famoso d’Italia: anche Antonello Venditti ha incontrato Mario e custodisce i cd con le tracce audio degli scherzi, mentre il vincitore di Sanremo Simone Cristicchi lo ha citato testualmente nel pezzo “L’Italia di Piero”: «Piero non rinuncerebbe mai alla lotta/e si iscrive ai terroristi come fa il Magnotta».
Stefano Dascoli e Alberto Orsini




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