L’AQUILA, UNA POESIA di A.M.Rita Tinari
Dal periodico "L’Aquila” (Giugno 2003 - n.7)
La mia città
A.M.Rita Tinari
La mia città
Toc..... toc.... toc...
I tocchi, novantanove,
della torre di Palazzo
si allargano
su tutta la città:
novantanove le piazze
novantanove le chiese
novantanove le fontane
novantanove, multiplo,
più volte multiplo,
del numero perfetto.
Per me, è perfetta
la mia città:
le sue strade,
vicoli stretti,
si aprono, in alto,
nello spazio infinito
del cielo
si aprono, in fondo
nello spazio limitato
di una piazza
dove l’infinito
è nella religiosità
delle pietre antiche
delle chiese.
E la mia anima si smarrisce
di fronte ai suoi monumenti
di fronte alle sue fontane
di acque azzurre fresche e chiare
come la mia gente.
Le luci, poche e fioche,
non è una metropoli
la mia città
ma le luci delle stelle
nel cielo chiaro
delle notti aquilane
lasciano ombre fisiche
di case, chiese, edifici
illuminano
la mia anima
d’amore
per la mia città
I tocchi, novantanove,
della torre di Palazzo
si allargano
su tutta la città:
novantanove le piazze
novantanove le chiese
novantanove le fontane
novantanove, multiplo,
più volte multiplo,
del numero perfetto.
Per me, è perfetta
la mia città:
le sue strade,
vicoli stretti,
si aprono, in alto,
nello spazio infinito
del cielo
si aprono, in fondo
nello spazio limitato
di una piazza
dove l’infinito
è nella religiosità
delle pietre antiche
delle chiese.
E la mia anima si smarrisce
di fronte ai suoi monumenti
di fronte alle sue fontane
di acque azzurre fresche e chiare
come la mia gente.
Le luci, poche e fioche,
non è una metropoli
la mia città
ma le luci delle stelle
nel cielo chiaro
delle notti aquilane
lasciano ombre fisiche
di case, chiese, edifici
illuminano
la mia anima
d’amore
per la mia città
A.M.Rita Tinari