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L'AQUILA, UNA POESIA di Giulio Nolletti

Mappa della città
La mia città (L'Aquila)

Nella luce immodesta
delle mura stai,
e per chi solo percorre i tuoi
sconnessi selciati
l’ombra è un affresco
da cui nasce l’elegia.
Il vicolo consente il succedersi
dei nomi: la casa di Jacopo
in via S.Martino, il Chiassetto del
Campanaro, via Sant’Antonio Pinto.
Lento avviene il riconoscimento,
ogni cosa è storica per assunto.
Si apre dall’incrocio dei Cantoni
la Piazza del Palazzo:
Sallustio dà le spalle all’Angelo muto,
poi ci s’interna fra palazzi di un altero Settecento
con chiostri di logorato splendore.
Ancora qualche passo verso Piazza Grande
ove vanno le donne alla spesa,
qualche piazzetta ancora sospesa:
Chiassoso diluirsi della gente,
ogni volto è noto tra le bancarelle,
nel sole, all’ombra delle Chiese, austere
perché remote.
Ecco il Corso, è l’ora dello struscio,
a manca via Cimino, Costa Masciarelli scende
fra case vecchie puntellate,
rilucidate nei portoni, violate da finestre
d’alluminio lucide e spente.
Ma il vagare lieve sedimenta le esistenze,
il tempo si sospende, ti dà l’incantamento
d’aver vissuto il flusso della Storia:
Solo la mia città ha
lo Sdrucciolo dei Poeti.


Giulio Nolletti




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