Perdonanza e Giubileo, Quale Legame? "Turismo Top ma Allarme Collemaggio"
Intervista ad Angelo De Nicola per il sito abruzzoweb.it
16 marzo 2015
di Alberto Orsini
l'AQUILA - l'Aquila deve "giocare un ruolo" nel giubileo straordinario della cristianità indetto per dicembre da Papa Francesco.
Il primo ad accorgersene e a esplicitarlo, in un pigro sabato sera di marzo, è stato il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, mentre l'aquilano medio, ognuno in fondo perso i fatti suoi, non ha realizzato quale legame ci fosse tra la notizia in prima pagina su tutti i media e quel "mistero buffo" che per 11 mesi l'anno diventa la Perdonanza celestiniana aquilana.
Che rapporto c'è, tra l'indulgenza plenaria ideata da Pietro dal Morrone ed ereditata nei secoli, e quella che Papa Bergoglio? Che chance possono sorgere per l'Aquila, culturali ma anche imprenditoriali, visto che, dopotutto, proprio Celestino voleva la sua Perdonanza fosse una grande festa laica?
AbruzzoWeb lo ha chiesto a quattro esperti di Perdonanza, turismo e cultura in vari campi. Il direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, il sacerdote rettore della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, quella che custodisce la Porta Santa, don Nunzio Spinelli, l'imprenditore e manager culturale Daniele Khilgren, ideatore del progetto di albergo diffuso Sextantio che ha ridato vita al borgo di Santo Stefano di Sessanio, e Angelo De Nicola, giornalista autore di libri e studi sulla Perdonanza moderna.
Ne emerge un quadro sicuramente più interessante rispetto all'annunciata partecipazione della Bolla del perdono all'altro grande evento del 2015, l'Expo di Milano. Un quadro in cui sono praticamente tutti concordi nel definire questo giubileo di Francesco una grande chance da cogliere collegando in nome delle similitudini e del turismo religioso i due giubilei, facendo sistema e vendendo un prodotto che interessi a un turismo culturale di alto livello.
Emerge, anche, tuttavia, lo scetticismo per la capacità del capoluogo di fare sistema, visto che ha già eluso eventi simili a questo, a partire in fondo dall'ultimo giubileo regolare, nel 2000, ma anche le visite abruzzesi del papa ora emerito Benedetto XVI, che preconizzò in qualche modo le sue dimissioni nella storica visita alla basilica di Collemaggio distrutta dal sisma.
E proprio su Collemaggio spicca la voce fortemente polemica e dissonante del religioso don Nunzio, che fa notare come i lavori di ricostruzione, finanziati dall'Eni per 12 milioni di euro, ancora non siano partiti perché "la stanno prendendo larga", e che "non cambierà nulla neanche dopo l'annuncio del giubileo". Una voce preoccupante di un esperto, non resta che augurare che sia troppo pessimistica.
Ecco le risposte di Angelo De Nicola:
LEGGI l'INTERVISTA A PIU’ VOCI
16 marzo 2015
di Alberto Orsini
l'AQUILA - l'Aquila deve "giocare un ruolo" nel giubileo straordinario della cristianità indetto per dicembre da Papa Francesco.
Il primo ad accorgersene e a esplicitarlo, in un pigro sabato sera di marzo, è stato il sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, mentre l'aquilano medio, ognuno in fondo perso i fatti suoi, non ha realizzato quale legame ci fosse tra la notizia in prima pagina su tutti i media e quel "mistero buffo" che per 11 mesi l'anno diventa la Perdonanza celestiniana aquilana.
Che rapporto c'è, tra l'indulgenza plenaria ideata da Pietro dal Morrone ed ereditata nei secoli, e quella che Papa Bergoglio? Che chance possono sorgere per l'Aquila, culturali ma anche imprenditoriali, visto che, dopotutto, proprio Celestino voleva la sua Perdonanza fosse una grande festa laica?
AbruzzoWeb lo ha chiesto a quattro esperti di Perdonanza, turismo e cultura in vari campi. Il direttore regionale di Confcommercio, Celso Cioni, il sacerdote rettore della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, quella che custodisce la Porta Santa, don Nunzio Spinelli, l'imprenditore e manager culturale Daniele Khilgren, ideatore del progetto di albergo diffuso Sextantio che ha ridato vita al borgo di Santo Stefano di Sessanio, e Angelo De Nicola, giornalista autore di libri e studi sulla Perdonanza moderna.
Ne emerge un quadro sicuramente più interessante rispetto all'annunciata partecipazione della Bolla del perdono all'altro grande evento del 2015, l'Expo di Milano. Un quadro in cui sono praticamente tutti concordi nel definire questo giubileo di Francesco una grande chance da cogliere collegando in nome delle similitudini e del turismo religioso i due giubilei, facendo sistema e vendendo un prodotto che interessi a un turismo culturale di alto livello.
Emerge, anche, tuttavia, lo scetticismo per la capacità del capoluogo di fare sistema, visto che ha già eluso eventi simili a questo, a partire in fondo dall'ultimo giubileo regolare, nel 2000, ma anche le visite abruzzesi del papa ora emerito Benedetto XVI, che preconizzò in qualche modo le sue dimissioni nella storica visita alla basilica di Collemaggio distrutta dal sisma.
E proprio su Collemaggio spicca la voce fortemente polemica e dissonante del religioso don Nunzio, che fa notare come i lavori di ricostruzione, finanziati dall'Eni per 12 milioni di euro, ancora non siano partiti perché "la stanno prendendo larga", e che "non cambierà nulla neanche dopo l'annuncio del giubileo". Una voce preoccupante di un esperto, non resta che augurare che sia troppo pessimistica.
Ecco le risposte di Angelo De Nicola:
Domanda: Che possibilità può costituire per l'Aquila il giubileo straordinario indetto da Papa Francesco?
Risposta: «È un’occasione unica, forse l'ultima, che capita nel momento in cui sta per arrivare la risposta dell'Unesco sul riconoscimento della Perdonanza come patrimonio immateriale dell'umanità, prevista per novembre. È una straordinaria chance di agganciarci alla sorpresa di Papa Francesco sul piano del brand, della comunicazione. Si sta finalmente riconoscendo che il giubileo lo abbia inventato Celestino, anche nei suoi meccanismi di marketing e business, tra virgolette visto che si era nel Duecento. È stato il primo papa-manager e la sua ricetta è valida anche alla luce del sisma che ci ha piegato le gambe.
D.: Che cosa deve fare la città con il suo hinterland da qui a dicembre e che cosa deve cambiare per sfruttare la chance?
R.: «vuole un progetto complessivo, che già manca per la sola Perdonanza, quindi figuriamoci per poter agganciarci a un discorso così ampio e mondiale come il "giubileo flash" di Papa Francesco. Manca, poi, la location. Dove lo facciamo se non abbiamo Collemaggio? È l'assoluta e totale imprescindibile necessità. Servono le case, ma la ricostruzione è anche economica e va messa fretta a chi deve fare questi lavori per anticipare i tempi. Lo slogan della Porta Santa che si apre al mondo era indovinato, ma è chiusa la basilica! "Bisogna riparare le chiese", in testa Collemaggio, per significati religiosi e civici: lo ha detto lo stesso Francesco nella celebre udienza del "jemo ‘nnanzi", ma il discorso è scivolato come acqua sul vetro sia in Comune, sia al Comitato organizzatore, sia nella Curia, come se non fosse affar loro.
D.: Anche tra i due pontefici ci sono similitudini, il che potrebbe essere un vantaggio. In che cosa si può accomunare il messaggio di Celestino V a quello di Francesco?
R.: «Alla luce le situazione mondiale e fatte le debite proporzioni tra il Duecento e oggi, visto che non c’era l'America, vedo grandissime somiglianze nella crisi che devono fronteggiare i due pontefici. Celestino dopo le dimissioni fu catturato e tenuto prigioniero, oggi l'emerito c'è e si chiama Joseph Ratzinger. Anche questo ha riabilitato la figura di Celestino, se quello di Ratzinger è un gesto di coraggio lo fu anche il suo. Ma anche in questo caso, la visita del papa tedesco a Sulmona, la stola poggiata sul feretro di Celestino nella visita all'Aquila dopo il terremoto e la similitudine delle dimissioni sono passate del tutto inosservate. Le questioni che interessano a chi oggi organizza la Perdonanza sono se la Bolla venga portata dalla Dama, dal sindaco o dal comandante dei Vigili. E intanto le occasioni si perdono.
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