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Il Futuro della Sanità Aquilana

La Corte dei Conti Abruzzo ha reso pubblici i dati dei bilanci della spesa sanitaria della Regione con referti che vanno dal 2002 al 2006- direttamente consultabili sul sito web della Corte.
La pregevole relazione pone in luce tutta una serie di problematiche che consentono di ripercorrere la storia della sanità in termini economici e di distribuzione della spesa e dei debiti.
Una vera informazione per i cittadini e per gli operatori del settore.

La sanità abruzzese in oltre 15 anni ha gestito un flusso di denaro di dimensioni imponenti circa 27.000,00 milioni di Euro; spesa totalmente finanziata dallo Stato che ha trasferito un importo annuale di circa 1.800,00 milioni di Euro (nelle vecchie lire circa 50.000 miliardi).
Tale prezioso finanziamento ha accresciuto la spesa, il livello dei servizi ed ha consentito di costruire nuovi ospedali,strutture sanitarie ecc...,inoltre ha implementato la crescita del numero degli addetti al servizio ed alle attività indotte (circa 20.000 unità , di cui 17.000 pubblici e 3.000 privati).
Non sembra esserci stato una distribuzione uniforme sul territorio della spesa erogata ; gli effetti della disomogeneità della spesa si rilevano anche a vedere la distribuzione attuale delle strutture e dei servizi sul territorio.

Il dato su cui riflettere è che i criteri di ripartizione del fondo nazionale è stato concordato tra lo Stato e le Regioni, tenendo conto anche delle particolari difficoltà di ciascuna, con alcuni parametri correttivi di incremento della quota di competenza ( oltre quella proporzionale del numero di abitanti) come, ad esempio, la bassa densità degli abitanti, la dispersione dei centri abitati ecc...
La Regione, a vedere i fatti, non sembra che abbia tenuto conto dei criteri di ripartizione concordati a livello centrale quali: zone svantaggiate, dispersione dei centri abitati, la montuosità, le condizioni climatiche estreme ecc.
In buona sostanza lo spaccato che appare, interpolando i dati, è che la ripartizione dei fondi e dei relativi benefici è avvenuta in quantità e qualità tanto diverse sul territorio regionale con alta concentrazione di investimenti in alcune aree e ben oltre i parametri medi previsti, tali da determinare notevoli differenze di offerta dei servizi: le conseguenze sono evidenti, le aree più forti sono diventate ancora più forti e quelle beboli ancora più deboli.

Le Aziende sanitarie, titolari dei fondi che di annno in anno la Regione ha distribuito, hanno speso oltre le proprie possibilità accumulando un debito di oltre 2.000,00 milioni di Euro solo in parte pagato con operazioni speciali di prestiti per realizzare liquidità di cassa e restituzione a lungo termine, con un residuo attuale di circa 1.300,00 milioni di Euro ancora da coprire con risorse finanziarie proprie.
Di fronte a questo poderoso debito lo Stato ha imposto alla Regione di tagliare le spese e di rientrare dal debito con aggravi di imposte, vendita di beni immobili per accensione di prestiti a lungo termine e interventi finanziari a carico del bilancio regionale e comunque di tutti i cittadini indistintamente.

Appare a chi scrive, desumibile dalla complessa relazione della Corte, che il taglio delle spese e il pagamento del debito possono generare ulteriori discrasie:
  • una delle ipotesi propugnate per la riduzione della spesa è razionalizzare la distribuzione delle strutture sanitarie sul territorio con la riduzione o chiusura delle strutture meno efficienti in termini sanitari; se questo è non potrà che incidere in misura più pesante proprio nelle aree rimaste più indietro ove le strutture sono più deboli e meno efficienti per la minore intensità degli investimenti, rispetto a quelle che hanno benificiato di maggiori investimenti e che hanno generato, dai dati della Corte, il maggior debito;
  • il debito è stato accumulato per spese sostenute in misura superiore al consentito in alcune specifiche aree ma esso viene ripianato da tutti i cittadini in egual misura e quindi anche da quelli che non hanno beneficiato di un pari incremento della disponibilità di strutture sanitarie e di pari livello di qualità dei servizi sanitari.


Tale situazione, da non sottovalutare, potrebbe innescare, in futuro non troppo lontano, ulteriori svantaggi per chi è svantaggiato per ragioni oggettive che cercherò di spiegare appresso.

La Corte dei Conti è illuminante : “ il rapporto tra i costi e valore della produzione, la cui forbice, a partire dal 2001, anno in cui tale divario si è accentuato (110,81 Euro) tendeva a ridursi nel 2003, aumenta di nuovo nel 2004, attestandosi su 109,72 Euro. Nei dati provvisori del 2005 il rapporto sale fino a 118,81 Euro. In termini concreti il rapporto costo/valore comporta che per ogni 100 Euro introitati le Aziende Sanitarie, nel loro complesso, ne hanno speso 106,97 Euro/abitante nel 2003, 107,24 nel 2002, 110,84 nel 2001, 109,72 nel 2004, 118,11 Euro/abitente nel 2005.”
Guardando i dati azienda per azienda sul disavanzo accumulato risulta evidente che quella Aquilana è la più “virtuosa” avendo da ripianare ,nel periodo 1995-2004, 75 milioni di Euro, Avezzano-Sulmona 232 milioni di Euro, Chieti 294 milioni di Euro, Lanciano-Vasto 186 milioni di Euro, Pescara 290 milioni di Euro, Teramo 210 milioni di Euro.
Se si analizza il debito per abitante il dato risulta ancora più evidente passando –dati 2004- dai 59,90 euro per l’Aquila ai 321,70 Euro per Chieti.
In sintesi molte Aziende hanno speso molto oltre il necessario, L’Aquila ha speso un po’ più del necessario.

Ora però siamo chiamati a rispondere in maniera uguale del debito! Mi chiedo e chiedo se sia plausibile!

Lo Stato ha recentemente proposto di sostenere le Regioni più indebitate,fra esse l’Abruzzo, con un decreto che però prevede l’erogazione di un prestito da restituire a lungo termine e quindi comunque a carico dei cittadini abruzzesi.
Detto provvedimento è osteggiato dalle Regioni non indebitate che ravvisano in tale atto una sperequazione a loro danno avendo già adottato provvedimenti di riduzione della spese e di aumento delle entrate, a carico dei propri cittadini, proprio per portare i conti in pereggio.
Qualora il ricorso delle altre Regioni vada buon fine i cittadini abruzzesi rischiano di dover ricercare subito e da soli le risorse finanziarie per il pagamento dei debiti di cassa, in caso contrario pagheranno comunque ma con condizioni dilazionate.

Al di là di quanto soradetto bisogna chiedersi quale è il quadro di distribuzione della spesa.
La Corte dei Conti dice che i costi della produzione realizzata internamente dalle ASL incidono per il 54,8%, di cui il 30,5% per il personale, mentre i costi della produzione affidati a terzi è pari al 45,2% in media 2005.
Si ha quindi la sensazione che operata la riduzione dei posti letto, venduti gli immobili pubblici per ricoprire i debiti ( a riguardo è interessante la deliberazione n. 182 del 13 marzo 2007 del Direttore Generale della ASL nostrana ), ridotta la spesa farmaceutica e la spesa per la medicina generale- (non si sa come visto che , secondo i dati della Corte dei Conti, dal 2001 al 2005 la spesa farmaceutica è aumentata del 25.2%, mentre la spesa per la medicina generale ha avuto un incremento più contenuto del 11.8% comunque significativo), si aprirà -spero di sbagliare!- una incisiva riorganizzazione e ristrutturazione dei processi e del personale
Se questo quadro dovesse concretizzarsi la ASL aquilana ormai in posizione di debolezza, come dimostrano i dati, berrà un calice il cui contenuto sarà molto amaro. Occorre svegliarsi!


DUE PROPOSTE

  • La prima, ripresa dalla relazione della Corte dei Conti: il debito residuo venga ripartito in proporzione del deficit di ciscuna ASL e addossato sulle popolazioni di appartenenza;
  • La seconda, che i proventi derivanti dalla alienazione degli immobili della virtuosa ASL aquilana, invece di essere versati presso la tesoreria regionale, per ripianare i debiti di tutte le ASL, così come previsto nella deliberazione del Direttore Generale n.182/2007,in ossequio all’art.1,punto 5 della L:R: 23.6.2006,n.20 (legge finanziaria Regionale 2007), siano utilizzati per potenziare mezzi, personale e reparti di eccellenza della ASL Aquilana.Questo rappresenterebbe un atto di equità nei confronti del nostro territorio.


I dati della presente relazione sono stati tratti da:
  1. l’attività economico sanitaria nella Regione Abruzzo anni 1997-2004- Osservazioni sui volumi di produzione e sui deficit del sistema ASL sulla base dei referti della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per la regione Abruzzo, di cui alle deliberazioni n.4 del 23 marzo 2002 e n. 4 del 15 marzo 2994 e n, 11 del 5 luglio 2005-pubblicati il 5 giugno 2006.
  2. La gestione della sanità pubblica nella regione Abruzzo sino a tutto l’esercizio 2004 e con riferimento ai dati di preconsuntivo 2005 e agli aspetti gestionali sino a data corrente, allegata alla deliberazione n.52/2006, adottata nell’adunanza del 14 dicembre 2006.


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