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Ecco il Discorso delle Dimissioni di Angelo De Nicola da Consigliere Comunale
L'Aquila, 26 giugno - Signor presidente del Consiglio, signor Sindaco, signori Consiglieri,
prendo la parola, non a caso dopo tutti gli adempimenti che hanno consentito a questa assemblea di insediarsi regolarmente, per annunciare pubblicamente e nella sede più consona le mie dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Dimissioni che provvederò a formalizzare nei termini previsti dalla normativa.
Ho atteso l'insediamento dell'Assemblea ed ho voluto partecipare, con orgoglio, a questa prima seduta per testimoniare, ove ce ne fosse bisogno, il rispetto assoluto che ho per le Istituzioni. Dunque, non è per mancanza di rispetto delle Istituzioni, come pure qualcuno aveva insinuato, che io oggi concretizzo quanto promesso in campagna elettorale.
Credo di essere stato corretto nello specificare a chiare note in campagna elettorale che, non esercitando un mestiere qualsiasi, avessi il legittimo diritto di garantirmi un atterraggio quanto più possibile morbido nella mia professione, a mio giudizio moralmente incompatibile con una contemporanea attività politica diretta.
L'atterraggio non è stato affatto morbido, tutt'altro. Tanto che, oggi, a me converrebbe decisamente restare su questi scranni. Convenienze, appunto. Quelle convenienze personali a discapito dell'interesse comune contro le quali il nostro progetto ha dichiarato guerra, sognando quella "rivoluzione civica" che poteva, a nostro giudizio, rilanciare una città malata.
Perciò, dopo una lunga riflessione, ho ritenuto che la cosa più giusta fosse rispettare la parola data. Questo mi hanno insegnato: se si dice una cosa, bisogna farla. Non c'è convenienza che tenga.
Certo, mi dispiace. Mi dispiace soprattutto per i tantissimi cittadini che, in questi giorni, mi hanno invitato, pressato, implorato, a restare, a ripensarci, a infischiarmene ("come fan tutti") della parola data, gesto ormai desueto e persino considerato oltre il confine dell'ingenuità.
Mi dispiace per gli oltre cinquemila elettori che hanno creduto in me e nel nostro "sogno" decretando lo straordinario successo di un progetto costantemente bombardato dai pettegolezzi e dietrologia, e spesso ignorato da molti organi di informazione.
Mi dispiace.
Ma qui, alla luce anche degli effetti di questo primo mese di governo di una città che non avrebbe nemmeno un secondo da perdere, occorre dare un segnale. Occorre dimostrare che si può invertire la rotta delle convenienze, degli inciuci, dei trasformismi.
Così qui all'Aquila, c'è stato un don Chisciotte che, senza convenienze, ha lanciato un progetto nuovo per una città nuova che si liberasse finalmente dall'asfissiante presenza di partiti e partitini.
Così qui c'è un don Chisciotte che si è candidato senza paracadute e senza programmare prima convenienze e inciuci.
Così qui c'è un don Chisciotte che, contro le sue convenienze, rinuncia a questa ambita poltrona che molti hanno invece mostrato di non avere il coraggio di abbandonare non sentendo quale loro precipuo dovere l'entrare nella Giunta, nel timore di essere, a breve, fatti fuori dai giochi.
Così qui c'è un don Chisciotte che rispetta la parola data.
Non è impossibile essere diversi.
Il messaggio, spero, sia chiaro in una città che, anche perché spesso malinformata, troppe volte fa finta di non capire.
Il messaggio che un'altra città è possibile. Per questa idea non smetterò di battermi, come d'altronde avevo promesso, insieme con gli eletti del Polo dei Moderati ma anche con chi ci ha creduto e ci crede tanto da aver trasformato in associazione, "L'Aquila città unita", quella che era nata come lista civica. Faremo le pulci all'amministrazione, nell'interesse della città e nel rispetto dei tanti che ci hanno onorato con il loro voto.
Ai cittadini dò la mia parola.
L'Aquila, 26 giugno 2007
DE NICOLA, UN UOMO LA CUI PAROLA È UN VALORE - Leggi su www.ilcapoluogo.it
DE NICOLA & DON CHISCIOTTE - Leggi su www-mpl.it
prendo la parola, non a caso dopo tutti gli adempimenti che hanno consentito a questa assemblea di insediarsi regolarmente, per annunciare pubblicamente e nella sede più consona le mie dimissioni dalla carica di consigliere comunale. Dimissioni che provvederò a formalizzare nei termini previsti dalla normativa.
Ho atteso l'insediamento dell'Assemblea ed ho voluto partecipare, con orgoglio, a questa prima seduta per testimoniare, ove ce ne fosse bisogno, il rispetto assoluto che ho per le Istituzioni. Dunque, non è per mancanza di rispetto delle Istituzioni, come pure qualcuno aveva insinuato, che io oggi concretizzo quanto promesso in campagna elettorale.
Credo di essere stato corretto nello specificare a chiare note in campagna elettorale che, non esercitando un mestiere qualsiasi, avessi il legittimo diritto di garantirmi un atterraggio quanto più possibile morbido nella mia professione, a mio giudizio moralmente incompatibile con una contemporanea attività politica diretta.
L'atterraggio non è stato affatto morbido, tutt'altro. Tanto che, oggi, a me converrebbe decisamente restare su questi scranni. Convenienze, appunto. Quelle convenienze personali a discapito dell'interesse comune contro le quali il nostro progetto ha dichiarato guerra, sognando quella "rivoluzione civica" che poteva, a nostro giudizio, rilanciare una città malata.
Perciò, dopo una lunga riflessione, ho ritenuto che la cosa più giusta fosse rispettare la parola data. Questo mi hanno insegnato: se si dice una cosa, bisogna farla. Non c'è convenienza che tenga.
Certo, mi dispiace. Mi dispiace soprattutto per i tantissimi cittadini che, in questi giorni, mi hanno invitato, pressato, implorato, a restare, a ripensarci, a infischiarmene ("come fan tutti") della parola data, gesto ormai desueto e persino considerato oltre il confine dell'ingenuità.
Mi dispiace per gli oltre cinquemila elettori che hanno creduto in me e nel nostro "sogno" decretando lo straordinario successo di un progetto costantemente bombardato dai pettegolezzi e dietrologia, e spesso ignorato da molti organi di informazione.
Mi dispiace.
Ma qui, alla luce anche degli effetti di questo primo mese di governo di una città che non avrebbe nemmeno un secondo da perdere, occorre dare un segnale. Occorre dimostrare che si può invertire la rotta delle convenienze, degli inciuci, dei trasformismi.
Così qui all'Aquila, c'è stato un don Chisciotte che, senza convenienze, ha lanciato un progetto nuovo per una città nuova che si liberasse finalmente dall'asfissiante presenza di partiti e partitini.
Così qui c'è un don Chisciotte che si è candidato senza paracadute e senza programmare prima convenienze e inciuci.
Così qui c'è un don Chisciotte che, contro le sue convenienze, rinuncia a questa ambita poltrona che molti hanno invece mostrato di non avere il coraggio di abbandonare non sentendo quale loro precipuo dovere l'entrare nella Giunta, nel timore di essere, a breve, fatti fuori dai giochi.
Così qui c'è un don Chisciotte che rispetta la parola data.
Non è impossibile essere diversi.
Il messaggio, spero, sia chiaro in una città che, anche perché spesso malinformata, troppe volte fa finta di non capire.
Il messaggio che un'altra città è possibile. Per questa idea non smetterò di battermi, come d'altronde avevo promesso, insieme con gli eletti del Polo dei Moderati ma anche con chi ci ha creduto e ci crede tanto da aver trasformato in associazione, "L'Aquila città unita", quella che era nata come lista civica. Faremo le pulci all'amministrazione, nell'interesse della città e nel rispetto dei tanti che ci hanno onorato con il loro voto.
Ai cittadini dò la mia parola.
L'Aquila, 26 giugno 2007
Angelo De Nicola
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