67. ASSOLTO, ERGASTOLO CONFERMATO – 28. 1. 1994
Per Michele Perruzza, l’assoluzione è suonata come il sibilo della lama di una ghigliottina. Paradossalmente, l’assoluzione decisa ieri dal Tribunale di Avezzano per un procedimento-satellite potrebbe mozzare le già poche speranze per il muratore di ottenere la revisione del processo principale.
Manco a dirlo, il caso del delitto di Balsorano ha fatto registrare l’ennesimo colpo di scena.
Il processo di ieri, nel quale il muratore e la moglie Maria Giuseppa Capoccitti erano accusati di aver minacciato il figlio minore Mauro ad autocalunniarsi, cioè ad accusarsi del delitto per salvare il padre, s’era caricato di una decisiva importanza. Per la sostanza dei fatti ed ai fini della revisione preannunciata dagli avvocati del muratore (Attilio Cecchini ed Antonio De Vita). …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 66
66. COSTRINSERO IL FIGLIO AD ACCUSARSI DELL’OMICIDIO – 27. 1. 1994
Lui, Michele Perruzza, ha già sulle spalle 1.245 giorni di duro carcere senza speranza con “fine pena: mai”; lei, la moglie Maria Giuseppa Capoccitti, pur rinunciando a chiedere il divorzio, s’è ormai rifatta una nuova vita a Sassuolo(Modena); l’altro, il figlio Mauro, quasi alla soglia della maggiore età, non è più il «cuginetto tredicenne» e frequenta l’istituto tecnico industriale in una città del Nord, ospite di un collegio di suore.
A tre anni e mezzo dall’alba del 24 agosto 1990 quando, in un boschetto di rovi a Case Castella di Balsorano, venne trovato il corpicino nudo e martoriato della piccola Cristina, ad un anno e mezzo dall’ultimo processo in Cassazione che ha confermato l’ergastolo per il quarantatreenne muratore, sono cambiate molte cose. …