59. «IL MOSTRO E’ MIO FIGLIO» – 28. 8. 1992
«Gnaje stat’je». A denti stretti e nel suo dialetto, Michele Perruzza aveva sempre detto di non essere il “mostro” di Balsorano. Di non essere stato lui ad uccidere la nipotina.
«Non sono stato io»: senza motivazioni, senza aggiungere altro. Un grido coerente e ossessivo che aveva spiazzato gli stessi avvocati difensori i quali, prima del processo d’Appello che nel gennaio ha confermato l’ergastolo, cercarono di far capire al quarantaduenne muratore che se non avesse detto nemmeno a loro la verità, difficilmente l’avrebbero potuto aiutare. «Non accuserò mai il sangue del mio sangue»: questo gli avvocati riuscirono a far dire ad un imputato che, pur sull’orlo del carcere senza speranza, è rimasto muto. …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 58
58. LAGGIU’ LA VITA S’E’ FERMATA – 23. 8. 1992
A Case Castella è tempo di more. I cespugli spinosi stracolmi accerchiano quella piccola radura, poco scoscesa rispetto alla provinciale di Ridotti di Balsorano, dove fino a due anni fa, c’era un bel boschetto di more. I rovi sono stati da tempo abbattuti e all’ombra di alcuni alberi secolari è stata eretta una piccola “edicola”. Che in questi afosi giorni di fine agosto è meta di un continuo pellegrinaggio. …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 57
57. MAURO E’ LA PROVA “REGINA” – 28. 2. 1992
L’intera vicenda dell’omicidio di Balsorano è come un “film” di cui si hanno a disposizione solo spezzoni. Quegli spezzoni «riuscendo però a svelare i momenti più importanti, consentono di conoscere la trama e di affermare perciò la colpevolezza di Michele Perruzza».
E le zone buie del film? Ce ne sono, ma «sugli spezzoni del film, che, nonostante lo sviluppo delle indagini, sono rimasti oscuri, la difesa dell’imputato ha ritenuto di poter fare leva per contrastare i successi della tesi accusatoria per infondere il dubbio sugli eventi e sui suoi autori. Ma di fronte alla chiarezza ed alla decisività delle circostanze accertate le considerazioni della difesa appaiono, nella loro marginalità, del tutto irrilevanti ai fini del giudizio». …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 56
56. MA CASE CASTELLA DI BALSORANO NON E’ TWIN PEAKS – 15. 2. 1992
«La “verità” di Mauro era stata prefabbricata». E’ l’ennesimo titolo-sentenza del tribunale alternativo sul caso Perruzza alla cui presidenza s’è messo un noto rotocalco nazionale che oggi pubblica in edicola le sue motivazioni. Al termine di una veloce istruttoria, il tribunale alternativo ha stabilito che il figlio minore di Michele Perruzza aveva la testimonianza in tasca quando il 29 novembre scorso fu ascoltato come teste davanti alla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila. …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 55
55. PERRUZZA, L’ERGASTOLO, UN DIARIO SENZA FUTURO – 31. 1. 1992
Niente applausi alla lettura della sentenza, niente fuochi d’artificio in paese per la condanna al carcere a vita di un uomo. Ieri sera sono rispuntati i diari e lettere segrete (in questo caso di Mauro che chiederebbe scusa al padre, ma la lettera è datata 12 aprile ‘91) offerti, ovviamente, in esclusiva compensata.
Rispetto allo scorso marzo, il clima attorno al delitto di Balsorano è cambiato e non soltanto perché è trascorso altro tempo da quella fine estate del 1990 che sconvolse Case Castella. …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 54
54. UNA TRAGEDIA, UN CASO GIUDIZIARIO -30. 1. 1992
«L’assassino ha 13 anni». Nasce con questo titolo, “sparato” sulla prima pagina di tutti i giornali, il 27 agosto 1990, il caso giudiziario del “mostro di Balsorano”. Una serie di circostanze e concomitanze, oggettive e non, hanno generato una vicenda che continua a tenere banco non soltanto sui mass media nazionali ma soprattutto nelle discussioni della gente su chi ha ucciso Cristina: il padre o il figlio? …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 53
53. HA UCCISO CRISTINA PER MOTIVI ABIETTI – 30. 1. 1992
Ergastolo. Senza speranze. Senza applausi. Come in primo grado, lui, non c’era ad ascoltare la sentenza. Un cattivo presentimento deve aver trattenuto Michele Perruzza in carcere.
Così il muratore di Balsorano s’è negato pure quel soffio di speranza che ha colto i suoi difensori nell’ascoltare dopo un’estenuante attesa durata quasi sette ore, il presidente della Corte Bruno Tarquini avviare la lettura del dispositivo con la frase «in parziale riforma della sentenza…». C’è stata sì una riforma, ma soltanto per escludere l’aggravante dell’aver agito con crudeltà. Le altre aggravanti che comportano il carcere a vita (omicidio dopo atti di libidine violenti) restano anche se la drammatica parola «ergastolo», ieri sera era scomparsa dalla sentenza assorbita nella formula «conferma nel resto». …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 52
52. CHIESTO L’ERGASTOLO-BIS – 28. 1. 1992
Verità e controverità a confrontarsi e ad intrecciarsi. Scambi di pesanti accuse tra le controparti. Attacco feroce dell’Accusa alla stampa («E’ stata l’eco della difesa, cavalcando la tesi innocentista»), difesa d’ufficio dell’avvocato Cecchini dei giornalisti («Si sono arrovellati come noi, su questo caso con grande senso di responsabilità»).
Anche l’ottava udienza dell’estenuante processo d’Appello a Michele Perruzza davanti alla Corte d’Assise dell’Aquila, apertosi oltre due mesi fa, è stata intensissima. E non solo perché il Sostituto procuratore generale (Pg), Antonio Palumbo, ha concluso la sua requisitoria con la richiesta della conferma dell’ergastolo (con l’appoggio dei due legali di parte civile Paris e Milo), o perché il Pg ha chiesto la trasmissione degli atti per incriminare la moglie del muratore d’aver istigato il figlio ad autocalunniarsi, cioè ad autoaccusarsi del delitto. …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 51
51. A BALSORANO IN CERCA DI VERITA’ – 22. 1. 1992
Sciarpe e cappelli per difendersi dal freddo pungente e dalla neve, calzoni tirati a mezz’asta e scarpe “ingessate” dal fango, la classica foschia del primo pomeriggio di una giornata di pieno inverno, una trentenne biondina avvocatessa nella “parte” del corpicino di una bambina di 7 anni, tanta voglia di far presto e tornare a casa. Non si può proprio dire che ieri, al momento dell’ispezione della Corte d’Assise d’Appello sul luogo del delitto a Case Castella di Balsorano, ci fossero le stesse condizioni di quella sera del 23 agosto del 1990 quando venne uccisa Cristina. …
Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 50
50. FU UCCISA CON DUE MANI – 15. 1. 1992
L’assassino ha colpito almeno quattro volte Cristina al capo con una piccola e tagliente pietra: quindi l’ha spinta per terra con la nuca sul grosso masso trovato macchiato di sangue; infine, ha ucciso la bambina, che sanguinante e in stato di choc non opponeva resistenza, con l’azione combinata di una mano a tapparle la bocca ed un’altra a strozzarla. Sono queste le “certezze” sulla dinamica e la meccanica della morte di Cristina Capoccitti che il superperito d’ufficio Silvio Merli (dell’Istituto di medicina legale dell’università di Roma) ha illustrato, ieri mattina, alla Corte d’Assise dell’Aquila alla ripresa del processo d’Appello a Michele Perruzza. …