«Sindaco, sindaco!… Tredici, abbiamo fatto tredici! Quattordici, quindici, sedici!…». Il sovrintendente aveva fatto le scale a quattro a quattro. E, piegato su se stesso per riprender fiato, sembrava aver assunto un atteggiamento come di riverenza verso le segretarie dell’Ufficio di Gabinetto del sindaco. Le quali, abituate alle sue esplosioni di gioia o di ira, non lo degnavano nemmeno di uno sguardo…