A Dio piacendo, venne il 28 agosto. Il signor Giacomo, che aveva passato un’altra nottata insonne, aprì la finestra dell’ufficio-bunker del sovrintendente per godersi quell’aria fresca del primo mattino che ormai, da tre mesi, aveva imparato ad apprezzare. Un cielo terso, il cielo più terso che gli sembrava di aver mai visto, si stagliava sullo sfondo di uno splendido panorama di tetti intersecantisi tra di loro.
«Amico mio, ci siamo! Se tutto fila liscio, giuro caro il mio sovrintendente, me ne vengo a vivere qui. Un posto in Questura me lo danno». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 20
Alla luce delle indicazioni date dal signor Giacomo e dall’intero Comitato di sicurezza, che s’era più e più volte riunito, era stato stravolto il corteo storico, uno dei momenti più attesi della Perdonanza. Innanzitutto, era stato sfoltito. E di parecchio. La richiesta di stringere i tempi era stata fatta, e sostanzialmente imposta, per esigenze televisive. Le Produzioni delle varie emittenti, concordemente, avevano fatto notare che il momento clou della manifestazione, vista la presenza eccezionale del Papa, era l’apertura della Porta Santa. Che, perciò, andava anticipata dalle 18 alle 17, anche per le esigenze di fuso orario. Inutile, quindi, rischiare di allungare i tempi. …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 19
«Forse, signor Giacomo, è davvero arrivata l’Età dello Spirito Santo» sospirò il sovrintendente dopo essersi assicurato d’aver richiuso la porta “segreta” di accesso alla parte retrostante il coro.
«Che fa, ricomincia con le sue visioni mistiche?».
«Ma no. È una cosa seria. Venga, le mostro un’ultima cosa».
«Ancora?».
«Ne vale davvero la pena. È qui vicino, poco prima del mausoleo».
«Certo questa basilica è bellissima!».
«Guardi questo stemma, lo stemma dell’Ordine fondato da Celestino V. Cosa vi nota?».
«La Croce, la parte superiore della Croce è un po’ strana. Sembra quella dei Templari».
«Caspita! Non ci avevo mai riflettuto. Io volevo, invece, attirare la sua attenzione sulla “S” che avvinghia la Croce: è il simbolo dello Spirito Santo». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 18
«Entrando le ho fatto prendere una piccola guida della basilica- riprese il discorso il sovrintendente-. La sfogli. E trovi l’affresco raffigurante una crocifissione».
«Chissà perché lei è uno dei pochi che riesce a darmi ordini. Obbedisco. Eccolo: “Crocifissione con Madonna, San Giovanni e un piccolo San Giuliano”…».
«No, non quella. Ce n’è un’altra. La trovi».
«Subito, mio signore. Solo un attimo… Eccola: “San Pietro Celestino depone le insegne del potere temporale papale, dinanzi ad una croce di spine e a San Michele Arcangelo che schiaccia il drago”». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 17
«Questo mausoleo è davvero imponente!- esclamò il signor Giacomo appena arrivati nella navata destra della basilica di fronte alla tomba di Celestino V- Mi chiedo perché la lapide funebre sia stata collocata nella parte retrostante. E’ in latino? Che dice?».
«In latino e scritta con l’uso di lettere dentro ad altre lettere. L’ho letta e riletta tante di quelle volte che ormai ricordo la traduzione a memoria:
“E’ riposto in questa tomba di marmo pario, Pietro
che nelle solitudini ebbe nome Celestino.
Visse nell’eremo facendo una vita illibata. E colui
che poté conseguire il trionfo dal triplice nemico;
solo per la sua virtù fu innalzato ai sommi onori.
Onore al Pontefice che disprezzò e depose tanti titoli,
rigettando gli onori delle cose (terrene). Perciò
legato, carcerato, soccombé a crudele morte,
mentre lo spirito tornava al cielo. Qui il suo corpo
è venerato da tutto il popolo.
Al tempo del Priore Fra Maturino.
Opera di Gerolamo, Maestro Vicentino Scultore.
lì 27 agosto 1517”». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 16
«Un’altra meravigliosa chiesa. Un altro scomodo banco su cui sedersi per ascoltare le sue dotte spiegazioni (e i suoi sogni simili a visioni mistiche). Un altro splendido transetto… Tutto questo, in un solo giorno, mi pare davvero troppo, sovrintendente!».
«L’ha detto lei che non c’è tempo da perdere».
«Dalla chiesa di San Pietro alla basilica di Collemaggio: a parte la frescura goduta nel breve tratto all’ombra dei Portici del centro storico, una passeggiata con un simile passo da bersagliere avrebbe fatto digerire anche un’abbuffata di sassi. Sfido io che non serviva la genziana…». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 15
«Amico mio, è tutto chiaro, chiarissimo. L’ultimo messaggio è chiarissimo: uccideranno il Papa» disse il sovrintendente, platealmente sottovoce, visto che i pochi tavoli all’aperto della trattoria erano pieni di avventori.
«Niente biglietto? Perché, stavolta, non c’è il biglietto?».
«Perché, glielo ripeto, sono mascalzoni con la laurea, più di una laurea. Hanno escogitato un messaggio colto, raffinato, che sicuramente io poi sarei stato in grado di interpretare». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 14
Il rumore del chiudersi con un fragoroso scatto improvviso della porta della chiesa li fece sobbalzare.
«Ha visto entrare qualcuno?» chiese il signor Giacomo.
«No».
«Con la coda dell’occhio m’è sembrato di vedere una persona».
«Forse era il parroco».
«Lo aveva avvertito che saremmo venuti?».
«No. Lei mi dice sempre di non far cenno a nessuno dei nostri movimenti. In ogni caso non ne avrei avuto il tempo». …
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 13
«“Cardine su volo”…Ancora la parola “volo”. Abbiamo capito che ce l’hanno in testa ben fissa, quest’idea. L’avevamo già capito anche dopo l’Undici Settembre. sovrintendente, stavolta che significa la frase del quarto messaggio? E che significa questo numero, “0712”? Perché questo computer ci mette così tanto…».
«È la linea. Connessione impossibile… Aggiorna… Niente da fare… No, ecco, ecco. Ecco la “home page”. Trenta secondi e sono pronto». ..
Il romanzo “La missione di Celestino” – Capitolo 12
«Chi ha la disponibilità delle chiavi del forziere?» chiese il signor Giacomo al sovrintendente davanti all’uscio della “cappella” scavata nel retro della Torre civica, con ingresso blindato al primo piano del Municipio. Un locale dove, nel Medioevo, i condannati a morte trascorrevano la loro ultima notte prima di essere “esposti” in una gabbia appesa alla torre. Anche per questo motivo, la “cappella”, trasformata da luogo di morte in luogo di pace, emanava un’atmosfera suggestiva. ..