Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 110

Il giudice Gaetano Dragotto

110. PERRUZZA, STRADA SBARRATA ALLA REVISIONE – 26. 5. 1998
Quello che molti ritenevano impossibile, invece, è accaduto. La Procura generale presso la Corte d’Appello dell’Aquila ha presentato appello contro la sentenza con la quale il Tribunale di Sulmona aveva assolto Michele Perruzza e sua moglie in un processo-satellite a quello principale che ha riaperto clamorosamente il caso del delitto di Balsorano. Le motivazioni del ricorso sono corpose: 47 pagine, addirittura di più delle 41 pagine con le quali il presidente del Tribunale di Sulmona, Oreste Bonavitacola, aveva in sostanza aperto la strada alla revisione della condanna all’ergastolo per il muratore di Balsorano. Strada per la revisione che ora appare sbarrata dall’iniziativa della Procura generale. …

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Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 109

Il Procuratore generale Bruno Tarquini e, a sinistra, il suo vice Gaetano Dragotto

109. PERRUZZA, STRADA SBARRATA ALLA REVISIONE – 26. 5. 1998
Quello che molti ritenevano impossibile, invece, è accaduto. La Procura generale presso la Corte d’Appello dell’Aquila ha presentato appello contro la sentenza con la quale il Tribunale di Sulmona aveva assolto Michele Perruzza e sua moglie in un processo-satellite a quello principale che ha riaperto clamorosamente il caso del delitto di Balsorano. Le motivazioni del ricorso sono corpose: 47 pagine, addirittura di più delle 41 pagine con le quali il presidente del Tribunale di Sulmona, Oreste Bonavitacola, aveva in sostanza aperto la strada alla revisione della condanna all’ergastolo per il muratore di Balsorano. Strada per la revisione che ora appare sbarrata dall’iniziativa della Procura generale.
Il passaggio procedurale è complicato e va spiegato. La dirompente sentenza-Bonavitacola nel processo-satellite, per essere utilizzata dalla difesa di Perruzza ai fini del processo di revisione del principale chiuso con la condanna all’ergastolo, deve essere un “giudicato” definitivo. Affinché la sentenza di Sulmona potesse diventare definitiva mancava soltanto il cosiddetto “visto” della Procura generale alla quale, come “superprocura” abruzzese, tocca vagliare tutte le sentenze ed eventualmente interporre appello. Cosa che la Procura generale ha fatto.
A firmare il ricorso è stato l’Avvocato generale (ovvero la seconda carica della Procura generale), Gaetano Dragotto e non Bruno Tarquini (il capo di quell’ufficio). …

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Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 108

Mauro Perruzza inquadrato dalle telecamere durante il processo di Sulmona (Foto Renato Vitturini)

108. UN DITO CONTRO IL FIGLIO – 23. 4. 1998
«L’assassino è Mauro». Il presidente Bonavitacola non lo dice apertamente ma è questa la conclusione del suo ragionare nelle 41 pagine delle motivazioni della sentenza.
In particolare, il presidente ha “riletto” «le dichiarazioni autoccusatorie di Mauro che ad un’attenta analisi comparativa con le altre circostanze emerse, si rivelano, nei passaggi più salienti, coerenti, concordanti e credibili».
Bonavitacola ricostruisce quella maledetta sera del 23 agosto 1990. La nonna di Cristina a caldo disse a due giornalisti di aver visto la nipotina allontanarsi con Mauro. …

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Il saggio “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” – Capitolo 107

L’illustrazione della perizia sugli slip durante il processo-satellite di Sulmona

107. L’ALTRA VERITA’ DEL GIALLO DI BALSORANO – 23. 4. 1998
Se la “sentenza Tarquini” aveva posto un macigno davanti alla cella dell’ergastolano Michele Perruzza, la “sentenza Bonavitacola” solleva quel macigno ed apre le “Grandi porte” del processo di revisione.
Proprio nel giorno in cui il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensiva del provvedimento di trasferimento del muratore dal carcere di Sulmona a quello milanese di Opera. Con un sforzo ciclopico (raro è il coraggio di “processare” processi già chiusi), il presidente del Tribunale di Sulmona, Oreste Bonavitacola, nelle motivazioni depositate ieri della sentenza del processo-satellite (al termine del quale Michele e sua moglie sono stati assolti dall’accusa di aver istigato il figlio Mauro ad autoaccusarsi del delitto della piccola Cristina), ribalta le verità processuali del delitto di Balsorano. Fino ad affermare che Mauro è totalmente inaffidabile ed incoerente quando accusa il padre, mentre è attendibile e coerente quando si autoaccusa. …

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