La mia analisi sul Messaggero Abruzzo di oggi:
Il bianco, che pure è il colore del caratteristico saio dei Celestini con sopra lo “scapolare” nero, non ha portato fortuna alle Suore di San Basilio. Le lacrime, ieri, dagli occhi spauriti della giovane sorella filippina che ha scoperto i balordi “figli” della Notte Bianca mentre violavano la clausura, avrebbero sciolto il cuore a chiunque.
E chiunque è stato colpito da tanta nefandezza. Tantissime ieri le telefonate e le visite nel monastero di chi, soprattutto, si è voluto mettere a disposizione. «Che possiamo fare? Facciamo delle ronde? Una colletta per comprare un sistema di allarme? Diteci!».
Sì, perchè le Suore Celestine sono ormai entrate (rectius: rientrate dopo una storia settecentenaria gloriosa) nel cuore degli aquilani. Quel loro ruolo “civico” (le ultime eredi, al mondo, dell’Ordine dei Celestini); quel loro record (le prime abitanti della zona rossa per essere tornate a vivere nel monastero distrutto l’8 maggio del 2009 contro ogni buonsenso); quella doppia restrizione nella pandemia (clausura e lockdown); quei loro occhi così intensi nel dare e nel saper chiedere “aiuti” per le loro missioni in Africa e nelle Filippine intitolate a Celestino V, le hanno fatte diventare delle protagoniste. Un avamposto della resilienza in cui gli aquilani, ormai, sono campioni del mondo…
Perciò l’onda emotiva è stata fortissima. Come se si fosse fatto del male, così gratuitamente nel violarle, alle proprie nonne. Le nonne della città. Che lottano per non disperdere l’eredità del messaggio di Celestino V. Sono un esempio per tutti. Resistere. Al terremoto. Alle difficoltà. In un container per 11 anni. A 80 anni suonati. A meno venti gradi o quaranta. Nella polvere del cantiere. Senza fiatare. Resistere anche i balordi. Resistere. Col compito di pregare per gli altri. Eroiche!
Angelo De Nicola
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