Papa Celestino V offeso e vituperato in Tv ma nessuno si indigna: un danno enorme

L’Aquila, 28 agosto 2022: Papa Francesco apre la Porta Santa di Collemaggio

Ecco la mia analisi sul Messaggero Abruzzo di oggi:

Certo, non ha l’impatto di essere ogni giorno davanti agli occhi di tutti come i nuovi, contestatissimi, lampioni della rinnovata piazza Duomo su cui ogni aquilano ha espresso la sua opinione, molti indignandosi. Eppure avrebbe dovuto indignare ogni aquilano che era davanti ai teleschermi e soprattutto chi rappresenta questa città, quello che è stato detto mercoledì in prima serata su La7 su quel “povero cristiano” di Celestino V nel corso del seguitissimo programma “Una giornata particolare” condotto di Aldo Cazzullo e dedicato al racconto dei grandi momenti cruciali del nostro passato.
Nella “giornata” di questa settimana, dal titolo “Dante una giornata all’inferno”, si è inevitabilmente parlato anche di Pietro dal Morrone. E a parte i soliti, triti e ritriti, luoghi comuni di “colui che fece per viltade il gran rifiuto”, accusa affibbiata a Celestino ma ormai da moltissimi studiosi l’accostamento è messo in discussione, sono state usate parole offensive nei confronti del Papa Eremita, fino a definirlo colui che con la sua ignavia determinò la sconfitta politica di Dante Alighieri a tal punto che non avrebbe meritato neppure la citazione del nome nella Divina Commedia.
Ci si sarebbe aspettata una levata di scudi, una “rivolta” alla maniera aquilana, post inviperiti su Facebook, comunicati stampa (come è avvenuto nel caso della gaffe di una giornalista Rai sulla questione delle carte del processo Vajont, dalla quale sono state pretese scuse alla città), striscioni. E invece: nulla. Non una parola.
Silenzio assoluto anche dalla Curia. Eppure, spazzando via quella che in effetti è stata nel corso dei secoli la fama tutta al negativo per la questione del il “gran rifiuto”, Papa Francesco ha rimesso Celestino al posto che merita nella Storia. Ha detto il Pontefice all’Aquila il 28 agosto 2022 aprendo la Porta Santa di Collemaggio: «Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come “colui che fece il gran rifiuto”, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del “no”, è stato l’uomo del “sì”. Celestino V è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è la Misericordia».
Sarebbe il caso che qualcuno ricordi le parole dell’“uomo più visibile della Terra” ai Cazzullo di turno.
Angelo De Nicola
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