100. «NON CHIAMATEMI PIU’ MOSTRO» – 8. 3. 1998
«La tesi di Stato non poteva, non doveva naufragare». Nella sua arringa al processo- satellite di Sulmona, l’avvocato Attilio Cecchini, «nel giorno del trionfo della giustizia giusta», s’è tolto tutti i sassolini che da sette anni gli tormentavano i piedi attaccando apertamente «un sistema che non ha voluto ammettere un clamoroso errore giudiziario».
L’errore di aver condannato all’ergastolo Michele Perruzza. Che ieri, esausto dopo la lettura della sentenza che lo ha assolto insieme con la moglie dall’accusa di aver istigato il figlio Mauro ad autoaccusarsi del delitto, ha gridato ai microfoni delle Tv: «Non sono più il mostro di Balsorano». …