"Pane e Frittata": Fotofinish 16-12-1990
Rubrica di satira sportiva di Tom Maso
Maledetta quella diretta Tv da Milano e sciagurato chi ha acconsentito a fare uno scambio. Si, perchè in un primo momento era stato previsto che la Scavolini anticipasse davanti agli occhi di "Mamma Rai" la gara di questa settimana col Parma. Ma poi, a qualcuno della Liga Rugby Lombardo-Veneta è venuto in mente uno scambio ed anticipare Mediolanum- Scavolini. Tanto quei nobili (nel dialetto lombardo-veneto è sinonimo di "terroni") degli aquilani saranno sicuramente d'accordo.
E così è stato: i dirigenti neroverdi hanno dello subito sì non smentendo la loro signorilità ma anche la loro ingenuità, sapendo benissimo che l'anticipo al sabato in trasferta per i giocatori aquilani, forse gli ultimi dilettanti, crea enormi, a volte insormontabili problemi, e non ignorando che dietro ogni richiesta all'Aquila di "favorire" da parte della Frlv si cela sempre una "so'la". Stavolta è stato fatto un favore al "Patron Sua Emittenza". Per il quale era stato programmato un week-end da trionfatore su tutti i fronti e non solo quello giapponese. "Una grande società, superorganizzata nei minimi particolari, come quella messa su dal Cavaliere milanese non può che fare grandi cose" ha dello in diretta l'opinionista del "vecio" commentatore televisivo che, pure lui terrone d'estrazione, ha subito capito che le opinioni vanno date nel dialetto lumbard-veneto se si vuole restare a galla.
Maledetta diretta Tv. Per fare i signori, L'Aquila Rugby ha dovuto mostrare, davanti agli occhi di tutti, che non è più una "signora" del rugby italiano. L'immagine offerta a Milano sintetizza quella che oggi è L'Aquila Rugby alla chiusura degli anni '90, un decennio che era partito all'insegna dei colori neroverdi (due scudetti consecutivi) e che invece si sta concludendo con una squadra che troppo spesso esce dal campo a testa bassa. Sabato scorso, per giunta. Ha subìto l'umiliazione di fare da sparring-partner al nuovo astro nascente, la Mediolanum, fornita di quel Cuttitta che poteva essere il Mascioletti del prossimo decennio.
L'Aquila Rugby non è più una "signora". Molto del ben fatto è stato sprecato. Cosa si è stati capaci di fare in dieci anni? Quanti giocatori sono usciti dal vivaio neroverde? Quante assemblee societarie si sono susseguite per non cambiare nulla e non concludere nulla? Come l'ultima assemblea in corso: nessuno ha il coraggio di dire la verità. Che cioè L'Aquila non ha "una società superorganizzata nei minimi particolari". L'unica cosa buona resta l'essere riusciti a mantenere, finora, uno sponsor di rango. Ma fino a quando "pantalone" pagherà senza chiedere il conto? Fino a quando sopporterà di vedere, in diretta Tv, la sua Scavolini prendere schiaffi in faccia? Se si stufa pantalone, allora saranno davvero guai...
E così è stato: i dirigenti neroverdi hanno dello subito sì non smentendo la loro signorilità ma anche la loro ingenuità, sapendo benissimo che l'anticipo al sabato in trasferta per i giocatori aquilani, forse gli ultimi dilettanti, crea enormi, a volte insormontabili problemi, e non ignorando che dietro ogni richiesta all'Aquila di "favorire" da parte della Frlv si cela sempre una "so'la". Stavolta è stato fatto un favore al "Patron Sua Emittenza". Per il quale era stato programmato un week-end da trionfatore su tutti i fronti e non solo quello giapponese. "Una grande società, superorganizzata nei minimi particolari, come quella messa su dal Cavaliere milanese non può che fare grandi cose" ha dello in diretta l'opinionista del "vecio" commentatore televisivo che, pure lui terrone d'estrazione, ha subito capito che le opinioni vanno date nel dialetto lumbard-veneto se si vuole restare a galla.
Maledetta diretta Tv. Per fare i signori, L'Aquila Rugby ha dovuto mostrare, davanti agli occhi di tutti, che non è più una "signora" del rugby italiano. L'immagine offerta a Milano sintetizza quella che oggi è L'Aquila Rugby alla chiusura degli anni '90, un decennio che era partito all'insegna dei colori neroverdi (due scudetti consecutivi) e che invece si sta concludendo con una squadra che troppo spesso esce dal campo a testa bassa. Sabato scorso, per giunta. Ha subìto l'umiliazione di fare da sparring-partner al nuovo astro nascente, la Mediolanum, fornita di quel Cuttitta che poteva essere il Mascioletti del prossimo decennio.
L'Aquila Rugby non è più una "signora". Molto del ben fatto è stato sprecato. Cosa si è stati capaci di fare in dieci anni? Quanti giocatori sono usciti dal vivaio neroverde? Quante assemblee societarie si sono susseguite per non cambiare nulla e non concludere nulla? Come l'ultima assemblea in corso: nessuno ha il coraggio di dire la verità. Che cioè L'Aquila non ha "una società superorganizzata nei minimi particolari". L'unica cosa buona resta l'essere riusciti a mantenere, finora, uno sponsor di rango. Ma fino a quando "pantalone" pagherà senza chiedere il conto? Fino a quando sopporterà di vedere, in diretta Tv, la sua Scavolini prendere schiaffi in faccia? Se si stufa pantalone, allora saranno davvero guai...