Jazz, un “miracolo” all’Aquila per L’Aquila
L’AQUILA Una festa di popolo. Sì, una festa. Non dobbiamo avere paura di chiamare con il vero nome quello che è accaduto ieri nello stupendo, impareggiabile, magico scenario di Collemaggio. Uno scenario che ha richiamato i bei tempi spensierati, soprattutto lo storico concerto Dalla-Morandi. Uno scenario che, con una musica elegante, sembra fatto apposta. Il “tempio del jazz”.
E il jazz non ha tradito L’Aquila. Nè il cuore degli aquilani ha tradito il jazz. Un evento che, pur se alla sua seconda edizione (confermate quelle del 2017 e del 2018), è entrato nelle vene degli aquilani. Perchè è una musica che parla al cuore. Perchè è evidentemente in sintonia con la città e il suo attuale stato d’animo. Sarebbe stato un errore grossolano annullare la manifestazione come era stato deciso a principio. Certo, prima di tutto il lutto per i fratelli colpiti. Gli aquilani sanno cosa è il lutto: ce l’hanno nel nero del colori civici. Ma gli aquilani vogliono avere anche la speranza (il verde). Vogliono vivere. Vogliono avere queste occasioni per esorcizzare drammi, problemi, paure. Vogliono vivere.
E sono generosi. Fino a finanziare con convinzione, come è accaduto ieri sera, la ricostruzione del teatro “Garibaldi” di Amatrice nonostante il proprio Comunale ancora non rivede la luce. In molti storsero il muso anche all’Aquila quando, dopo il 6 aprile, si raccoglievano fondi per rialzare il Teatro offeso. «Ma come, con tutti i problemi che ci sono, si pensa al teatro?». Ecco: il jazz ha fatto il miracolo. All’Aquila. Per L’Aquila. Viva il jazz!
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E il jazz non ha tradito L’Aquila. Nè il cuore degli aquilani ha tradito il jazz. Un evento che, pur se alla sua seconda edizione (confermate quelle del 2017 e del 2018), è entrato nelle vene degli aquilani. Perchè è una musica che parla al cuore. Perchè è evidentemente in sintonia con la città e il suo attuale stato d’animo. Sarebbe stato un errore grossolano annullare la manifestazione come era stato deciso a principio. Certo, prima di tutto il lutto per i fratelli colpiti. Gli aquilani sanno cosa è il lutto: ce l’hanno nel nero del colori civici. Ma gli aquilani vogliono avere anche la speranza (il verde). Vogliono vivere. Vogliono avere queste occasioni per esorcizzare drammi, problemi, paure. Vogliono vivere.
E sono generosi. Fino a finanziare con convinzione, come è accaduto ieri sera, la ricostruzione del teatro “Garibaldi” di Amatrice nonostante il proprio Comunale ancora non rivede la luce. In molti storsero il muso anche all’Aquila quando, dopo il 6 aprile, si raccoglievano fondi per rialzare il Teatro offeso. «Ma come, con tutti i problemi che ci sono, si pensa al teatro?». Ecco: il jazz ha fatto il miracolo. All’Aquila. Per L’Aquila. Viva il jazz!
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Angelo De Nicola