DAL DUCE A OBAMA: RIFLETTORI PUNTATI SU CAMPO IMPERATORE
Il primo presidente Usa di colore a mirar le stelle dalla stanza che ospitò il
Duce a Campo Imperatore, avrebbe mischiato le carte della Storia come nemmeno
il mago Silvan sarebbe riuscito. L'ipotesi, se mai abbia assunto tale rango, di
creare il quartier generale di Barack Obama a 2.000 metri di quota sul Gran
Sasso, è subito tramontata.
Ma che la lampadina a qualcuno dell'Ambasciata americana si sia accesa, lo testimonia il fatto che pare molto più di un'ipotesi che per il G8 "l'albergo del Duce" possa ospitare una delegazione Usa. Lo lascerebbe presupporre la grande animazione che da qualche giorno circonda l'albergo a Campo Imperatore che è già stato al centro della storia nell'estate del 1943 quando Mussolini, lì prigioniero da una settimana, venne liberato da un'ardita operazione di un commando aviotrasportato tedesco a bordo di alianti.
Guarda caso (le "carte" della Storia...), il Duce arriva nell'hotel "Amedeo di Savoia" a Campo Imperatore, il 27 agosto dall'isola della Maddalena (l'iniziale sede del G8) dove era stato trasportato, dopo l'arresto della sera del 25 luglio, in gran segreto dalla prima momentanea prigionia nell'isola di Ponza. Il 27 agosto, proprio il giorno prima del blitz (l'"Operazione Quercia") programmato dal capitano Otto Skorzeny (incaricato da Hitler in persona di liberare il Duce), un idrovolante della Croce Rossa lascia le acque della Maddalena con a bordo l'illustre prigioniero: la destinazione, segretissima, è Campo Imperatore. L'avvocato aquilano Ugo Marinucci, quale commissario del Centro turistico del Gran Sasso, approntò la "prigione" senza avere alcuna cognizione di chi dovesse occuparla.
Fu scelto Campo Imperatore perchè, posto sull'omonimo altopiano che ospita una stazione sciistica all'avanguardia, e il cui unico albergo (a forma di "D", mente rimasero sulla carta gli altri due fabbricati a dorma di "U" e di "X") è raggiungibile solo tramite la funivia che parte da Fonte Cerreto. Un luogo facilmente difendibile e difficile da raggiungere.
Non per i paracadutisti tedeschi che alle ore 13 del 12 settembre sorprendono i carabinieri e liberano il Duce che sale a bordo di una "Cicogna", un piccolo velivolo giunto espressamente sul Gran Sasso visto che non era possibile lasciare in altro modo il breve pianoro di Campo Imperatore senza rischiare di essere scoperti.
Ecco, inaccessibile. Questa caratteristica unica deve aver fatto balenare l'ipotesi di ospitare nella "prigione più alta del mondo" (così la definì lo stesso Mussolini) addirittura Obama. Campo Imperatore, oggi come allora, è raggiungibile (ma solo d'estate: d'inverno ci sono metri di neve) anche con l'auto lungo la Statale 17bis che, se bloccata a valle, rende inaccessibile l'altopiano se non con la funivia (due cabine da 100 posti che coprono il dislivello di mille metri, da quota 1.100 a 2.200) che, però, non è stata valutata idonea per un trasporto in piena sicurezza. Il "corteo" del presidente Obama, ad esempio, non usa mai in auto gallerie stradali.
Resta l'elicottero. Ma le condizioni climatiche di una montagna tosta come il Gran Sasso (anche in pieno luglio. Ieri, per esempio, nevicava...) e spazzata da venti fortissimi, non consente sempre il sorvolo. Oltretutto, dopo il terremoto la funivia è stata oggetto di un primo accertamento. Che è stato positivo ma non risolutivo. La dirigenza del Centro Turistico che gestisce l'impianto, ha richiesto l'intervento di specialisti dal Trentino per una valutazione definitiva dell'agibilità dell'impianto che passa per tre piloni. I tempi di tale verifica sembrano siano stati accelerati proprio dopo il sopralluogo dei funzionari dell'Ambasciata.
Dunque, rimane l'interessamento Usa per la struttura che però sarebbe stata da subito considerata non adeguata per il presidente: le 45 stanze sono piccoline, tutte al di sotto dei dieci mq per 2 metri e 20 d'altezza. Piccolina anche la stanza dove fu prigioniero il Duce, restaurata con la mobilia originale soprattutto per quei nostalgici che, per provare il brivido, volessero pagare 500 euro a notte. Chissà Obama cosa avrebbe pensato, seduto sul letto o nell'angusta toilette dove il Duce (lo rivelò nel 1995, prima di morire, Elisa Moscardi, la cameriera di Camarda che lo assistè durante la prigionia), si tagliò le vene (tentando un clamoroso suicidio sul quale gli storici si sono divisi) pur di non cadere in mano agli Alleati.
Ma che la lampadina a qualcuno dell'Ambasciata americana si sia accesa, lo testimonia il fatto che pare molto più di un'ipotesi che per il G8 "l'albergo del Duce" possa ospitare una delegazione Usa. Lo lascerebbe presupporre la grande animazione che da qualche giorno circonda l'albergo a Campo Imperatore che è già stato al centro della storia nell'estate del 1943 quando Mussolini, lì prigioniero da una settimana, venne liberato da un'ardita operazione di un commando aviotrasportato tedesco a bordo di alianti.
Guarda caso (le "carte" della Storia...), il Duce arriva nell'hotel "Amedeo di Savoia" a Campo Imperatore, il 27 agosto dall'isola della Maddalena (l'iniziale sede del G8) dove era stato trasportato, dopo l'arresto della sera del 25 luglio, in gran segreto dalla prima momentanea prigionia nell'isola di Ponza. Il 27 agosto, proprio il giorno prima del blitz (l'"Operazione Quercia") programmato dal capitano Otto Skorzeny (incaricato da Hitler in persona di liberare il Duce), un idrovolante della Croce Rossa lascia le acque della Maddalena con a bordo l'illustre prigioniero: la destinazione, segretissima, è Campo Imperatore. L'avvocato aquilano Ugo Marinucci, quale commissario del Centro turistico del Gran Sasso, approntò la "prigione" senza avere alcuna cognizione di chi dovesse occuparla.
Fu scelto Campo Imperatore perchè, posto sull'omonimo altopiano che ospita una stazione sciistica all'avanguardia, e il cui unico albergo (a forma di "D", mente rimasero sulla carta gli altri due fabbricati a dorma di "U" e di "X") è raggiungibile solo tramite la funivia che parte da Fonte Cerreto. Un luogo facilmente difendibile e difficile da raggiungere.
Non per i paracadutisti tedeschi che alle ore 13 del 12 settembre sorprendono i carabinieri e liberano il Duce che sale a bordo di una "Cicogna", un piccolo velivolo giunto espressamente sul Gran Sasso visto che non era possibile lasciare in altro modo il breve pianoro di Campo Imperatore senza rischiare di essere scoperti.
Ecco, inaccessibile. Questa caratteristica unica deve aver fatto balenare l'ipotesi di ospitare nella "prigione più alta del mondo" (così la definì lo stesso Mussolini) addirittura Obama. Campo Imperatore, oggi come allora, è raggiungibile (ma solo d'estate: d'inverno ci sono metri di neve) anche con l'auto lungo la Statale 17bis che, se bloccata a valle, rende inaccessibile l'altopiano se non con la funivia (due cabine da 100 posti che coprono il dislivello di mille metri, da quota 1.100 a 2.200) che, però, non è stata valutata idonea per un trasporto in piena sicurezza. Il "corteo" del presidente Obama, ad esempio, non usa mai in auto gallerie stradali.
Resta l'elicottero. Ma le condizioni climatiche di una montagna tosta come il Gran Sasso (anche in pieno luglio. Ieri, per esempio, nevicava...) e spazzata da venti fortissimi, non consente sempre il sorvolo. Oltretutto, dopo il terremoto la funivia è stata oggetto di un primo accertamento. Che è stato positivo ma non risolutivo. La dirigenza del Centro Turistico che gestisce l'impianto, ha richiesto l'intervento di specialisti dal Trentino per una valutazione definitiva dell'agibilità dell'impianto che passa per tre piloni. I tempi di tale verifica sembrano siano stati accelerati proprio dopo il sopralluogo dei funzionari dell'Ambasciata.
Dunque, rimane l'interessamento Usa per la struttura che però sarebbe stata da subito considerata non adeguata per il presidente: le 45 stanze sono piccoline, tutte al di sotto dei dieci mq per 2 metri e 20 d'altezza. Piccolina anche la stanza dove fu prigioniero il Duce, restaurata con la mobilia originale soprattutto per quei nostalgici che, per provare il brivido, volessero pagare 500 euro a notte. Chissà Obama cosa avrebbe pensato, seduto sul letto o nell'angusta toilette dove il Duce (lo rivelò nel 1995, prima di morire, Elisa Moscardi, la cameriera di Camarda che lo assistè durante la prigionia), si tagliò le vene (tentando un clamoroso suicidio sul quale gli storici si sono divisi) pur di non cadere in mano agli Alleati.
Angelo De Nicola