LogoLogo

ANGELI COL SORRISO, PER LORO OGNI INTERVENTO È DA "GROUND ZERO"



Segui Angelo De Nicola su Facebook


Nell'enorme massa di addetti (forze dell'ordine di tutti i Corpi, Protezione civile, volontari) in prima linea sul fronte del terremoto sono i più popolari. Ci sanno fare i vigili del fuoco, con quel loro sorriso scanzonato della serie "nulla-mi-fa-paura". Ma soprattutto si fanno, spesso, carico del lavoro sporco come se la loro professione non fosse onorabile se non messa a rischio. Come se ogni loro gesta fosse un "Ground Zero".

Comprensibile, quindi, la fortissima emozione destata ieri dal grave ferimento di Pierluigi Bianchetti, 37enne pompiere di Rieti esperto del Nucleo speleo-alpino-fluviale del Lazio, precipitato da una decina di metri dal cantiere della chiesa delle Anime Sante che vigili del fuoco-acrobati stanno cercando di puntellare. La stessa, forte emozione che il 6 aprile scorso destò il decesso del caposquadra Marco Cavagna, 51enne di Bergamo: un infarto lo stroncò mentre stava portando aiuto alle popolazioni colpite.

"Angeli" per molti, per tutti eroi. Specie quando, guardando in faccia il pericolo, entrano in un'abitazione ridotta ad un cumulo di macerie pur di recuperare un paio di orecchini come tanti ma che, per la trepidante padrona di casa («La prego, non vale la pena rischiare la vita...»»), sono tutto del niente che è rimasto («Signora, tranquilla, ci penso io»).

E non ci sono soltanto gli interventi finalizzati all'assistenza della popolazione per il recupero dei beni personali. I pompieri si occupano della messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture; del ripristino della viabilità dei centri interessati dai crolli, di offrire collaborazione con le sovrintendenze per i beni architettonici e monumentali per la stabilizzazione e messa in sicurezza di edifici pregevoli per arte e storia (chiese, campanili, monumenti); del recupero, trasporto e messa in sicurezza di beni artistici mobili. Ultima incombenza: svuotare frigoriferi e congelatori i cui alimenti sono ormai in putrefazione. Il che significa stare con la maschera d'ossigeno per ore e ore. A chi tocca? A loro. Ovvio, poi, che siano proprio loro a riempire le infermerie, e soprattutto le Ortopedie. In prima linea, le probabilità di incidenti salgono esponenzialmente. Loro sono lì: non un passo indietro.

Così, alla sera, li vedi questi santantoni accasciarsi dove possono quando "staccano" ed arrivano al Comando. Esausti, ma sempre col sorriso. Sventrati dalla fatica, ma con l'animo sereno di aver dato tutto. E di più. Turni di otto giorni da ogni parte d'Italia per entrare nella "storia" e poter dire a figli e nipoti: «Io, all'Aquila, c'ero!».

Centoventidue sezioni impegnate; 1.665 uomini impegnati che si sono aggiunti alle 300 unità dei Comandi e distaccamenti abruzzesi; 686 i mezzi impegnati con 4 elicotteri; 1.373 container; 728 demolizioni e-o rimozioni; 28.027 (recupero beni); 1,280 assistenze varie; 2.887 verifiche statiche; 71.754 interventi. Questo il bilancio del primo mese. Sono già cifre di una "guerra". I vigili del fuoco l'hanno già vinta.

Angelo De Nicola