CHIESA ANTICA ABBATTUTA SENZA AUTORIZZAZIONE
L'AQUILA - La brutta, bruttissima notizia è che una chiesa tardo seicentesca è
stata abbattuta senza autorizzazione. La bella notizia è che i cittadini che
possiedono stabili, soprattutto in centro storico, con fregi, pietre, portali,
trabeazioni, barbacani, elementi lapidei, stemmi antichi e quant'altro caduti o
cadenti per il terremoto, avranno la massima tutela possibile.
La questione, nient'affatto secondaria (si tratta di pezzi di storia) è stata affrontata con decisione in questi giorni dopo che è stata sollevata da alcuni cittadini. E' accaduto che l'avvocato Cesare Ianni, qualche giorno fa, ha avuto notizia che parte di un arco settecento in pietra caduto in via dei Drappieri era stato preso nel mucchio per sgomberare le macerie e poter aprire i necessari varchi nelle strade del centro. «Ho capito che, ovviamente in totale buona fede,- racconta Ianni- si stava facendo un danno enorme: quei pezzi andranno rimontati esattamente dove stavano. Sarebbe una perdita incalcolabile: sono la memoria storica della città ed hanno, perciò, un valore inestimabile. Sicchè, anche a nome di altri amici estimatori della nostra città, ho fatto subito presente la questione sia oralmente al sindaco Cialente sia per iscitto, con una lettera, alla sovrintendente Reggiani. Il primo cittadino si è immediatamente attivato presso il Comandando dei vigili del fuoco e presso la Sovrintendenza per segnalargli la questione. Mi pare che sia stata anche trovata una buona soluzione».
In sostanza, è stata attivata una specie di "task force" di tecnici specializzati che seguirà passo passo i lavori di sgombero della macerie. Si cercherà di agire in termini preventivi, nel senso che i tecnici provvederanno a segnalare, con lo speciale nastro bianco e rosso marchiato vigili del fuoco, quegli elementi che necessitano di una particolare tutela. Si valuterà caso per caso se spostare e dove alcuni pezzi per tutelarli al meglio. «I singoli cittadini- informa una nota della Sovrintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici dell'Abruzzo- e tutte le istituzioni che la Funzione salvaguardia beni culturali presso la "Di.Coma.C" è a disposizione per tutte le segnalazioni e informazioni sulle procedure d'urgenza da adottare per la messa in sicurezza dei beni culturali danneggiati dal sisma».
Che il problema sia serissimo, sia per i privati cittadini che per enti (religiosi e non solo), lo testimonia appunto il caso della chiesa di Gignano abbattuta, a quanto pare, senza autorizzazione nè controllo. Il caso, emblematico, è stato segnalato ieri, in un comunicato firmato dal Soprintendente ai Beni Architettonici e paesaggistici dell'Abruzzo, Maurizio Galletti e dalla responsabile della Funzione Beni culturali presso la Di.Coma.C. il direttore regionale Anna Maria Reggiani. «La notizia- si legge nella nota- è arrivata da privati cittadini dell'Aquila. Oggi (ieri, per chi legge), infatti, un gruppo di persone hanno voluto informare la Funzione Beni culturali presso la "Di.Coma.C.", nella persona della dottoressa Anna Maria Reggiani, responsabile della Funzione, nonché il vice-commissario ing. Luciano Marchetti, della avvenuta demolizione della chiesa di Santa Maria Assunta nella frazione di Gignano del Comune dell'Aquila, sembrerebbe a opera dell'amministrazione comunale a seguito di ordinanza del sindaco. Fatte le dovute ricerche e assunte le dovute informazioni, tale demolizione, non segnalata e compiuta peraltro su un edificio non denotante alcuna apparente lesione e/o rischio di crollo, in base alla documentazione fotografica esibita, risulterebbe pertanto non autorizzata né autorizzabile dagli organi di tutela del Ministero per i Beni e le Attività culturali».
C'è di più: «Tale azione- dice ancora la nota- potrebbe pertanto essere passibile di denuncia all'autorità giudiziaria per distruzione di bene culturale. La questione verrà affrontata dal vicecommissario Marchetti congiuntamente con il sindaco Cialente presso la Procura della Repubblica il prossimo giovedì 30 maggio».
La questione, nient'affatto secondaria (si tratta di pezzi di storia) è stata affrontata con decisione in questi giorni dopo che è stata sollevata da alcuni cittadini. E' accaduto che l'avvocato Cesare Ianni, qualche giorno fa, ha avuto notizia che parte di un arco settecento in pietra caduto in via dei Drappieri era stato preso nel mucchio per sgomberare le macerie e poter aprire i necessari varchi nelle strade del centro. «Ho capito che, ovviamente in totale buona fede,- racconta Ianni- si stava facendo un danno enorme: quei pezzi andranno rimontati esattamente dove stavano. Sarebbe una perdita incalcolabile: sono la memoria storica della città ed hanno, perciò, un valore inestimabile. Sicchè, anche a nome di altri amici estimatori della nostra città, ho fatto subito presente la questione sia oralmente al sindaco Cialente sia per iscitto, con una lettera, alla sovrintendente Reggiani. Il primo cittadino si è immediatamente attivato presso il Comandando dei vigili del fuoco e presso la Sovrintendenza per segnalargli la questione. Mi pare che sia stata anche trovata una buona soluzione».
In sostanza, è stata attivata una specie di "task force" di tecnici specializzati che seguirà passo passo i lavori di sgombero della macerie. Si cercherà di agire in termini preventivi, nel senso che i tecnici provvederanno a segnalare, con lo speciale nastro bianco e rosso marchiato vigili del fuoco, quegli elementi che necessitano di una particolare tutela. Si valuterà caso per caso se spostare e dove alcuni pezzi per tutelarli al meglio. «I singoli cittadini- informa una nota della Sovrintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici dell'Abruzzo- e tutte le istituzioni che la Funzione salvaguardia beni culturali presso la "Di.Coma.C" è a disposizione per tutte le segnalazioni e informazioni sulle procedure d'urgenza da adottare per la messa in sicurezza dei beni culturali danneggiati dal sisma».
Che il problema sia serissimo, sia per i privati cittadini che per enti (religiosi e non solo), lo testimonia appunto il caso della chiesa di Gignano abbattuta, a quanto pare, senza autorizzazione nè controllo. Il caso, emblematico, è stato segnalato ieri, in un comunicato firmato dal Soprintendente ai Beni Architettonici e paesaggistici dell'Abruzzo, Maurizio Galletti e dalla responsabile della Funzione Beni culturali presso la Di.Coma.C. il direttore regionale Anna Maria Reggiani. «La notizia- si legge nella nota- è arrivata da privati cittadini dell'Aquila. Oggi (ieri, per chi legge), infatti, un gruppo di persone hanno voluto informare la Funzione Beni culturali presso la "Di.Coma.C.", nella persona della dottoressa Anna Maria Reggiani, responsabile della Funzione, nonché il vice-commissario ing. Luciano Marchetti, della avvenuta demolizione della chiesa di Santa Maria Assunta nella frazione di Gignano del Comune dell'Aquila, sembrerebbe a opera dell'amministrazione comunale a seguito di ordinanza del sindaco. Fatte le dovute ricerche e assunte le dovute informazioni, tale demolizione, non segnalata e compiuta peraltro su un edificio non denotante alcuna apparente lesione e/o rischio di crollo, in base alla documentazione fotografica esibita, risulterebbe pertanto non autorizzata né autorizzabile dagli organi di tutela del Ministero per i Beni e le Attività culturali».
C'è di più: «Tale azione- dice ancora la nota- potrebbe pertanto essere passibile di denuncia all'autorità giudiziaria per distruzione di bene culturale. La questione verrà affrontata dal vicecommissario Marchetti congiuntamente con il sindaco Cialente presso la Procura della Repubblica il prossimo giovedì 30 maggio».
Angelo De Nicola