ROCCARASO: NUOVA BUFERA GIUDIZIARIA
ROCCARASO - Trenta avvisi di garanzia, alcuni ”eccellenti”. Il ”caso Valentini”, il sindaco di Roccaraso suicida nella scorsa estate nel carcere di Sulmona tra mille polemiche, riesplode in piena campagna elettorale. Nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi a Roccaraso in tema di appalti e concessioni edilizie che portò in carcere l'allora sindaco del Comune dell'Alto Sangro, in questi giorni la Procura di Sulmona ha chiesto al Gip la proroga delle indagini preliminari.
Poichè scadono i termini per indagare, la Pubblica accusa comunica alle persone coinvolte nell'inchiesta le ipotesi di reato invitandole a nominare un avvocato difensore. Di qui il contestuale significato dell'atto di avviso di garanzia.
Certo è che le accuse sono pesanti, così come assai in vista molti degli indagati. Nella lista ci sono gli assessori regionali Massimo Desiati e Francesco Sciarretta, entrambi di An, che risultano indagati per ipotesi di corruzione in atti giudiziari, truffa aggravata, abuso d'ufficio e peculato (Sciarretta anche per falso ma non per peculato). Nell'elenco c'è anche il magistrato D.L.R. (a fine inchiesta risultato estraneo alla vicenda, n.d.r.) sl quale pendono una sfilza di ipotesi: associazione per delinquere, abuso d'ufficio, falso, concussione, corruzione in atti giudiziari, calunnia, estorsione.
Tra gli altri ”eccellenti” anche il presidente dell'Aptr, Enrico Caporale, alcuni dirigenti regionali ma anche il vicesindaco di Roccaraso (che attualmente sta reggendo il Comune dopo la morte di Valentini) Giuseppe Di Virgilio, nonchè il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi.
Indagati anche alcuni familiari, tra cui il padre dello stesso Valentini. A diffondere i nomi degli indagati è stato ieri sera il Codacons che ha pubblicato gli atti sul suo sito Internet. Codacons che, dopo averlo annunciato, ha dichiarato ”guerra” ai magistrati di Sulmona presentando una denuncia.
Il vice presidente del Codacons, avvocato Giuseppe Ursini, ha depositato ieri alla Procura di Campobasso una denuncia penale contro i magistrati che nell'agosto scorso hanno ordinato l'arresto del sindaco Camillo Valentini, poi suicidatosi in cella. Nell'esposto ai giudici di Campobasso (che sono competenti per i reati commessi dai magistrati del Distretto abruzzese) si pongono interrogativi sul «perchè alcuni sostituti procuratori, palesemente coinvolti e con interessi in conflitto con l'amministrazione comunale, non si siano astenuti, come loro dovere, dal compiere atti nei confronti degli amministratori di Roccaraso».
Ai magistrati di Campobasso si chiede anche di indagare sugli interrogatori compiuti dallo Sco della Questura dell'Aquila e «durati oltre nove ore ma con un verbale di sole tre paginette». Chieste inoltre verifiche sulla correttezza dell'operato dei magistrati «anche ai fini della tutela del segreto di ufficio e dei doveri del compimento di atti dell'ufficio».
Il dossier, di oltre 50 pagine e 400 allegati, presentato dall'avvocato Pino Ruta del foro di Campobasso, è ora all'esame del Procuratore capo di Campobasso. «Si tratta di un caso di ordinaria follia giudiziaria», commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, anche lui indagato nell'inchiesta di Sulmona, sollevando pesanti dubbi sulle motivazioni dell'inchiesta e affermando che «tutto è stato fatto per far ottenere a un costruttore senza scrupoli la sanatoria edilizia di un abuso mostruoso al centro del paesino di Roccaraso».
«Ma il palazzo ex Edilmonte sarà abbattuto - prosegue Rienzi -. Questo è l'impegno che assumo io personalmente per onorare la memoria di un onesto amministratore che tanto bene ha fatto a Roccaraso e all'Abruzzo e che non doveva assolutamente essere condotto al suicidio».
Il ministro Alemanno, in una nota, ha espresso solidarietà a Desiati, Sciarretta e Potena: «La magistratura dimostrerà lo loro estranietà».
Poichè scadono i termini per indagare, la Pubblica accusa comunica alle persone coinvolte nell'inchiesta le ipotesi di reato invitandole a nominare un avvocato difensore. Di qui il contestuale significato dell'atto di avviso di garanzia.
Certo è che le accuse sono pesanti, così come assai in vista molti degli indagati. Nella lista ci sono gli assessori regionali Massimo Desiati e Francesco Sciarretta, entrambi di An, che risultano indagati per ipotesi di corruzione in atti giudiziari, truffa aggravata, abuso d'ufficio e peculato (Sciarretta anche per falso ma non per peculato). Nell'elenco c'è anche il magistrato D.L.R. (a fine inchiesta risultato estraneo alla vicenda, n.d.r.) sl quale pendono una sfilza di ipotesi: associazione per delinquere, abuso d'ufficio, falso, concussione, corruzione in atti giudiziari, calunnia, estorsione.
Tra gli altri ”eccellenti” anche il presidente dell'Aptr, Enrico Caporale, alcuni dirigenti regionali ma anche il vicesindaco di Roccaraso (che attualmente sta reggendo il Comune dopo la morte di Valentini) Giuseppe Di Virgilio, nonchè il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi.
Indagati anche alcuni familiari, tra cui il padre dello stesso Valentini. A diffondere i nomi degli indagati è stato ieri sera il Codacons che ha pubblicato gli atti sul suo sito Internet. Codacons che, dopo averlo annunciato, ha dichiarato ”guerra” ai magistrati di Sulmona presentando una denuncia.
Il vice presidente del Codacons, avvocato Giuseppe Ursini, ha depositato ieri alla Procura di Campobasso una denuncia penale contro i magistrati che nell'agosto scorso hanno ordinato l'arresto del sindaco Camillo Valentini, poi suicidatosi in cella. Nell'esposto ai giudici di Campobasso (che sono competenti per i reati commessi dai magistrati del Distretto abruzzese) si pongono interrogativi sul «perchè alcuni sostituti procuratori, palesemente coinvolti e con interessi in conflitto con l'amministrazione comunale, non si siano astenuti, come loro dovere, dal compiere atti nei confronti degli amministratori di Roccaraso».
Ai magistrati di Campobasso si chiede anche di indagare sugli interrogatori compiuti dallo Sco della Questura dell'Aquila e «durati oltre nove ore ma con un verbale di sole tre paginette». Chieste inoltre verifiche sulla correttezza dell'operato dei magistrati «anche ai fini della tutela del segreto di ufficio e dei doveri del compimento di atti dell'ufficio».
Il dossier, di oltre 50 pagine e 400 allegati, presentato dall'avvocato Pino Ruta del foro di Campobasso, è ora all'esame del Procuratore capo di Campobasso. «Si tratta di un caso di ordinaria follia giudiziaria», commenta il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, anche lui indagato nell'inchiesta di Sulmona, sollevando pesanti dubbi sulle motivazioni dell'inchiesta e affermando che «tutto è stato fatto per far ottenere a un costruttore senza scrupoli la sanatoria edilizia di un abuso mostruoso al centro del paesino di Roccaraso».
«Ma il palazzo ex Edilmonte sarà abbattuto - prosegue Rienzi -. Questo è l'impegno che assumo io personalmente per onorare la memoria di un onesto amministratore che tanto bene ha fatto a Roccaraso e all'Abruzzo e che non doveva assolutamente essere condotto al suicidio».
Il ministro Alemanno, in una nota, ha espresso solidarietà a Desiati, Sciarretta e Potena: «La magistratura dimostrerà lo loro estranietà».