LA MORTE DI DOMENICO SUSI
L'AQUILA - L'infarto che ha stroncato l'onorevole Domenico Susi ha spezzato anche la fotografia, un po' ingiallita, del Grande Abruzzo che è stato. L'Abruzzo che contava avendo al Governo i suoi Gaspari, tra i leader della Dc, e Susi, tra i delfini di Craxi. Se ne va un grande protagonista di questa nostra regione dell'era moderna che, non a caso, Susi contribuì a far nascere quando venne eletto, a furor di popolo, consigliere regionale nel prima legislatura all'Emiciclo dopo la nascita. Un protagonista discusso.
"L'esattore di Introdacqua" fu la sprezzante definizione che ne diede lo storico Raffaele Colapietra quando Susi era al massimo del potere: memorabili le sue apparizioni in Tv la sera dell'Epifania quale responsabile del ministero della Finanze per la Lotteria Italia. E sprezzanti furono i giudizi quando, nel pieno della bufera di "Mani pulite", restò invischiato nell'inchiesta sul malaffare politico della Procura aquilana. Reagì (tra i pochi politici) come un leone ed al magistrato che lo aveva messo sott'inchiesta, in una conferenza stampa insieme con Marco Fanfani (allora segretario regionale Psi), disse senza mezze parole che "quel Pm è un delinquente".
E improperi Susi si prese sia per la "personalistica gestione di uno scrittore appartenete all'umanità" quale Ignazio Silone. Nel cui nome, però, ha fatto molto, certamente di più di chi ha parlato e sbraitato ma per l'autore di Fontamara non ha fatto granchè. "Nel nome dei valori siloniani" annunciò nel 2001 il suo passaggio dallo Sdi (dove era transitato con tutti i suoi) a Forza Italia con la benedizione dell'allora plenipotenziario azzurro in Abruzzo, Giovanni Dell'Elce. Una strumentalizzazione che suscitò scandalo. Si allontanò anche da Forza Italia. E, uscito da quella polmonite che forse lo aveva debilitato irrimediabilmente, era pronto a scendere in campo per le prossime elezioni regionali. Di persona. Nella sua Sulmona. Tra le fila del centrosinistra, nella fila dell'Udeur di Clemente Mastella col quale aveva stretto un patto "per fare quello che altri avrebbero dovuto fare in questa regione e non hanno fatto". Un protagonista, nonostante tutto.
Così lo ha ricordato, ieri, Ottaviano Del Turco, uno dei suoi "figli" che ministro delle Finanze c'è poi diventato: "I socialisti dello Sdi rendono omaggio alla sua figura e, nonostante i dissensi che pure hanno caratterizzato le vicende della famiglia socialista negli ultimi anni, lo ricordano con il rispetto e con l'affetto che si deve ad un militante che ha trascorso la sua vita per affermare i valori della libertà, della giustizia sociale e del riformismo".
"L'esattore di Introdacqua" fu la sprezzante definizione che ne diede lo storico Raffaele Colapietra quando Susi era al massimo del potere: memorabili le sue apparizioni in Tv la sera dell'Epifania quale responsabile del ministero della Finanze per la Lotteria Italia. E sprezzanti furono i giudizi quando, nel pieno della bufera di "Mani pulite", restò invischiato nell'inchiesta sul malaffare politico della Procura aquilana. Reagì (tra i pochi politici) come un leone ed al magistrato che lo aveva messo sott'inchiesta, in una conferenza stampa insieme con Marco Fanfani (allora segretario regionale Psi), disse senza mezze parole che "quel Pm è un delinquente".
E improperi Susi si prese sia per la "personalistica gestione di uno scrittore appartenete all'umanità" quale Ignazio Silone. Nel cui nome, però, ha fatto molto, certamente di più di chi ha parlato e sbraitato ma per l'autore di Fontamara non ha fatto granchè. "Nel nome dei valori siloniani" annunciò nel 2001 il suo passaggio dallo Sdi (dove era transitato con tutti i suoi) a Forza Italia con la benedizione dell'allora plenipotenziario azzurro in Abruzzo, Giovanni Dell'Elce. Una strumentalizzazione che suscitò scandalo. Si allontanò anche da Forza Italia. E, uscito da quella polmonite che forse lo aveva debilitato irrimediabilmente, era pronto a scendere in campo per le prossime elezioni regionali. Di persona. Nella sua Sulmona. Tra le fila del centrosinistra, nella fila dell'Udeur di Clemente Mastella col quale aveva stretto un patto "per fare quello che altri avrebbero dovuto fare in questa regione e non hanno fatto". Un protagonista, nonostante tutto.
Così lo ha ricordato, ieri, Ottaviano Del Turco, uno dei suoi "figli" che ministro delle Finanze c'è poi diventato: "I socialisti dello Sdi rendono omaggio alla sua figura e, nonostante i dissensi che pure hanno caratterizzato le vicende della famiglia socialista negli ultimi anni, lo ricordano con il rispetto e con l'affetto che si deve ad un militante che ha trascorso la sua vita per affermare i valori della libertà, della giustizia sociale e del riformismo".
Angelo De Nicola