IL SINDACO DI ROCCARASO SI UCCIDE IN CARCERE
ROCCARASO (L'Aquila) - Ha infilato la testa in una busta di plastica, l'ha stretta forte al collo usando i lacci delle scarpe e s'è infilato sotto le coperte per non insospettire chi lo sorvegliava dallo spioncino. Si è lasciato morire così, soffocato, il sindaco di Roccaraso Camillo Valentini in una cella del carcere di Sulmona (3 suicidi nell'ultimo anno: ieri è scattata l'inchiesta amministrativa) dove era rinchiuso dalla vigilia di Ferragosto nell'ambito di un filone dell'inchiesta alla quale molti hanno subito assegnato l'importanza "di una possibile nuova tangentopoli abruzzese" visti i sospetti anche sugli appalti legati al progetto (Ski World Cup) per ospitare nella Cortina del Sud una gara di Coppa del Mondo di sci. Una lucida determinazione, quella di Valentini, 50 anni, ingegnere, due figlie di 18 e 10 anni, titolare con la famiglia dell'hotel Holiday a Roccaraso dove era sindaco dal 2001. Ha infatti legato i lacci (che gli erano stati lasciati insieme con altri effetti personali perchè considerato "detenuto non a rischio"), alla spalliera del letto.
"Un tipo tosto, che pensava in grande" dicono di lui amici (e nemici) a Roccaraso, dove fare il sindaco è da sempre un terno al lotto. Lo stesso Valentini (all'epoca Psi dopo un esordio Dc) diventò sindaco, per la prima volta, dopo aver ottenuto nel 1997 per via giudiziaria l'ineleggibilità del suo avversario, Mario Liberatore, il padre-padrone per due decenni della cittadina turistica. Nel 1999, appena eletto, toccò anche a Valentini essere dichiarato incompatibile. L'amministrazione fu affidata a Giuseppe Di Virgilio, vicesindaco (anche lui oggi indagato insieme con altre 31 persone, tra le quali amministratori locali, l'assessore regionale al Turismo Massimo Desiati, e alti magistrati come il Procuratore della Repubblica di Sulmona, Giovanni Melogli, e il magistrato D.L.R. (a fine inchiesta risultato estraneo alla vicenda, n.d.r.), il quale mantenne l'incarico fino alle elezioni del 2001 che portarono nuovamente Valentini, alla guida di una lista civica di ispirazione centrosinistra, sulla poltrona di primo cittadino.
Da allora, pensando in grande, Valentini era riuscito a concentrare su Roccaraso le attenzioni di tutto il movimento turistico abruzzese. Concentrando anche i sospetti dopo alcuni esposti. Ma l'ordine di custodia non si riferisce ai grandi appalti, anche se li sfiora. Nella richiesta del Pm, il sostituto procuratore di Sulmona Maria Teresa Leacche, si contestano due capi d'accusa: il primo, concussione, riguarda le concessioni per la realizzazione di un palazzo al centro di una contesa amministrativa che ha i propri inizi con la precedente giunta Liberatore. L'ex sindaco permise al costruttore di allora di condonare la costruzione ma, una volta eletto, Valentini revocò il condono. Nel corso degli ultimi due anni, secondo l'accusa, Valentini avrebbe "offerto" all'immobiliare proprietaria dell'edificio "Edilmonte" le concessioni edilizie in cambio di favori anche personali. Tra essi un'infrastruttura la cui realizzazione avrebbe fatto guadagnare del denaro ad un'impresa della quale Valentini fa parte. La seconda accusa riguarda una calunnia: nello scenario delle indagini si staglia un "complotto" ai danni di un maresciallo dei carabinieri che aveva indagato a suo tempo su Valentini e su un magistrato romano). Il "complotto", giocato tutto nell'attribuire al carabiniere un peculato (acquisto di fioriere per sè fatte pagare al Comune), finì con l'assoluzione del militare.
La richiesta dell'ordine di custodia porta la data del 15 luglio, poco prima che il Pm Leacche partisse per un'aspettativa di un anno già programmata e subito dopo un blitz degli inquirenti in Municipio, il 2 luglio, che fece scattare una raffica di avvisi di garanzia, anche a Valentini che si autosospese. Il fascicolo è rimasto per un mese sul tavolo del Gip Luigi D'Orazio che ha accolto la richiesta il 12 agosto, giorno del compleanno (50 anni) di Valentini che era in ferie a Francavilla al Mare. Dove, alle 3 della notte di sabato, vigilia di Ferragosto, è stato ammanettato. Ieri mattina intorno alle 5 la scoperta degli agenti di custodia. Respirava ancora. Inutile la corsa verso l'ospedale. Ieri mattina era previsto l'interrogatorio del Gip.
"Un tipo tosto, che pensava in grande" dicono di lui amici (e nemici) a Roccaraso, dove fare il sindaco è da sempre un terno al lotto. Lo stesso Valentini (all'epoca Psi dopo un esordio Dc) diventò sindaco, per la prima volta, dopo aver ottenuto nel 1997 per via giudiziaria l'ineleggibilità del suo avversario, Mario Liberatore, il padre-padrone per due decenni della cittadina turistica. Nel 1999, appena eletto, toccò anche a Valentini essere dichiarato incompatibile. L'amministrazione fu affidata a Giuseppe Di Virgilio, vicesindaco (anche lui oggi indagato insieme con altre 31 persone, tra le quali amministratori locali, l'assessore regionale al Turismo Massimo Desiati, e alti magistrati come il Procuratore della Repubblica di Sulmona, Giovanni Melogli, e il magistrato D.L.R. (a fine inchiesta risultato estraneo alla vicenda, n.d.r.), il quale mantenne l'incarico fino alle elezioni del 2001 che portarono nuovamente Valentini, alla guida di una lista civica di ispirazione centrosinistra, sulla poltrona di primo cittadino.
Da allora, pensando in grande, Valentini era riuscito a concentrare su Roccaraso le attenzioni di tutto il movimento turistico abruzzese. Concentrando anche i sospetti dopo alcuni esposti. Ma l'ordine di custodia non si riferisce ai grandi appalti, anche se li sfiora. Nella richiesta del Pm, il sostituto procuratore di Sulmona Maria Teresa Leacche, si contestano due capi d'accusa: il primo, concussione, riguarda le concessioni per la realizzazione di un palazzo al centro di una contesa amministrativa che ha i propri inizi con la precedente giunta Liberatore. L'ex sindaco permise al costruttore di allora di condonare la costruzione ma, una volta eletto, Valentini revocò il condono. Nel corso degli ultimi due anni, secondo l'accusa, Valentini avrebbe "offerto" all'immobiliare proprietaria dell'edificio "Edilmonte" le concessioni edilizie in cambio di favori anche personali. Tra essi un'infrastruttura la cui realizzazione avrebbe fatto guadagnare del denaro ad un'impresa della quale Valentini fa parte. La seconda accusa riguarda una calunnia: nello scenario delle indagini si staglia un "complotto" ai danni di un maresciallo dei carabinieri che aveva indagato a suo tempo su Valentini e su un magistrato romano). Il "complotto", giocato tutto nell'attribuire al carabiniere un peculato (acquisto di fioriere per sè fatte pagare al Comune), finì con l'assoluzione del militare.
La richiesta dell'ordine di custodia porta la data del 15 luglio, poco prima che il Pm Leacche partisse per un'aspettativa di un anno già programmata e subito dopo un blitz degli inquirenti in Municipio, il 2 luglio, che fece scattare una raffica di avvisi di garanzia, anche a Valentini che si autosospese. Il fascicolo è rimasto per un mese sul tavolo del Gip Luigi D'Orazio che ha accolto la richiesta il 12 agosto, giorno del compleanno (50 anni) di Valentini che era in ferie a Francavilla al Mare. Dove, alle 3 della notte di sabato, vigilia di Ferragosto, è stato ammanettato. Ieri mattina intorno alle 5 la scoperta degli agenti di custodia. Respirava ancora. Inutile la corsa verso l'ospedale. Ieri mattina era previsto l'interrogatorio del Gip.