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NO ALLA GHETTIZZAZIONE DEGLI SNOWBOARD



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CAMPO FELICE (L'Aquila) - C'è il "fichissimo" con gli sci corti e sciancrati, tuta all'ultima moda e, must di quest'anno, il caschetto griffato; c'è il rapper che sembra Eminem con "tavola" multicolore e c'è quello della domenica, anche se è mercoledì, con due pezzi di legno ai piedi retti da scarponi monogancio che, forse, erano di Zeno Colò. Basta mettersi in fila (e che fila!) davanti alla seggiovia quadriposto di Campo Felice, il passaggio obbligato per salire in quota, per capire quanto oggi sia cambiato il mondo dello sci, o meglio dello sci... volare sulla neve visto che quelli dello snowboard sono ormai sopra il 50%: metà sono sciatori, metà "tavolari". Un mondo in costante evoluzione tanto che, dicono unanimamente gli esperti, le nuove normative sulla sicurezza "nascono già vecchie".

"Una volta sciava soltanto il benestante- dice Gennaro Di Stefano, direttore della stazione di Campo Felice, la più vicina dell'Abruzzo a Roma, praticamente il quartiere invernale della Capitale visto che dista solo trentacinque minuti di autostrada-. Oggi, invece, questo è uno sport alla portata di tutti". Proprio tutti. Anche per chi, come il medico ospedaliero romano, giura di essere stato convinto dal suo rivenditore di fiducia che "questi sci girano da soli". Sono andati a spiegarglielo gli addetti delle piste lungo la "Monte Rotondo" (il percorso più impegnativo della stazione sebbene non sia marcato da colore nero) il perché i suoi sci non ne volevano sapere di frenare. Tanto che il professionista se l'è tolti ed ha atteso i soccorsi a bordo pista, come un naufrago in mezzo al mare. Per fortuna, ha capito il pericolo e s'è fermato.

Altri pensano di saper gestire sci supertecnologici ed invece si fermano solo nel boschetto che costeggia la pista con rischi elevatissimi di sfracellarsi. Un infermiere romano, giorni fa, ci ha rimesso la vita anche se c'è l'ipotesi di un malore. "I nuovi attrezzi, sempre più tecnologici- spiega Marco Cordeschi, esperto di impianti sciistiche e di montagna- consentono evoluzioni prima impensabili. Aggiungiamo il fatto che le piste sono battute in maniera quasi sempre perfetta nemmeno fossero tavoli da biliardo. Ne consegue che molti sciatori credono di essere diventati dei novelli Tomba e si abbandonano a velocità elevate che creano pericoli per sè stessi e per gli altri. Regole all'avanguardia sono fondamentali ma quello che secondo me serve è la prevenzione: controlli stretti sulle piste e sanzioni pesanti. Chi rischia di dovere pagare, che so, 500 euro, ci pensa due volte".

Ma la convivenza tra sciatori e tavolari è davvero così pericolosa? "Ritengo che possano convivere- risponde Di Stefano-. Il problema resta la preparazione fisica e tecnica dello sciatore e del tavolaro perché quando si è in curva, se qualcosa non va (un mucchio di neve, una lastra di ghiaccio, un sasso, uno davanti che cade...), si deve avere la capacità di reazione specie se si è in piena velocità. Altrimenti sono guai. Con lo snowboard, soprattutto i giovanissimi, fanno prestissimo ad imparare ed a loro sembra di controllare l'attrezzo. Ma non è così. Comunque, non ritengono utile l'ipotesi di creare piste separate".

Di Stefano è diplomatico sull'argomento. Come tutte le altre stazioni, anche Campo Felice coccola gli amanti dello snowboard tanto da aver realizzato a tempo di record un attrezzatissimo snow-park dove campeggia anche un'autovettura, una station-wagon "imbottita" per poterci fare sopra salti ed evoluzioni. E il casco? Tutti d'accordo: va imposto obbligatorio per tutti, non solo fino a 14 anni come impone la nuova normativa: "Serve più agli adulti che a bambini ragazzini". Griffato e, magari, con auricolare per telefonino incorporato, il casco sarà di sicuro il nuovo business.