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"PRECETTO PASQUALE? NON DURANTE LE LEZIONI"



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L'AQUILA - La pur tradizionale pratica del "precetto pasquale" non può avvenire in orario scolastico: è un abuso. Non lascia margini a interpretazioni diverse la posizione della neonata "Associazione abruzzese per la laicità della scuola" che, con l'approssimarsi delle festività pasquali, ha scritto una lettera al Direttore scolastico regionale, Nino Santilli (invitandolo a intervenire sui capi di istituto) e per conoscenza al Ministero della Pubblica istruzione e sindacati del settore. Una lettera che non mancherà di sollevare polemiche.

"Ferma restando la libertà- si legge nella missiva firmata dalla presidente dell'Associazione, Anna Cerasoli- di ogni alunno di compiere pratiche religiose a livello individuale, riteniamo utile richiamare l'attenzione sul fatto che tutte le intese tra lo Stato italiano e le minoranze religiose stabiliscono esplicitamente che eventuali cerimonie religiose non possono avvenire in orario scolastico".

Citando alcune sentenze che hanno accolto i ricorsi relativi a contestazioni di cerimonie religiose in orario scolastico (in particolare Tar dell'Emilia nel '93 e Tar del Veneto nel '95), tutte decisioni giudiziarie che "hanno evidenziato che le pratiche religiose non sono equiparabili a manifestazioni ed attività extrascolastiche e che quindi esse non possono essere deliberate dagli organi collegiali", l'associazione sottolinea che "un'eventuale delibera in tal senso può essere impugnata per illegittimità in quanto lederebbe il principio di laicità della scuola, sancito dalla Costituzione, ed il pari diritto degli allievi di usufruire di offerte formative valide per tutti gli alunni, contrastando oltretutto con le direttive ministeriale tendenti a favorire nella scuola la dimensione interculturale".