LA REGIONE RICORDA I MORTI ABRUZZESI DELL'11 SETTEMBRE
L'AQUILA - Bandiere e stemma abbrunati a lutto, atmosfera di commozione, vera partecipazione, applausi austeri. Tanto che, nel suo discorso, il Governatore Pace ha scambiato un segno di pace con leader dell'opposizione, l'ex presidente Falconio, affermando che "Navelli è la nostra capitale degli abruzzesi all'estero". È durata poco meno di mezz'ora ma non per questo non è stata intensa la seduta straordinaria del Consiglio regionale d'Abruzzo per far sentire la voce commossa e indignata degli abruzzesi, dinanzi al "più spietato e barbaro atto di terrorismo della nostra storia".
La seduta, convocata dalla conferenza dei capigruppo su richiesta del presidente Pace, è iniziata con un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime della tragedia americana, molte delle quali si trovano ancora sotto le macerie del World Trade Center, distrutto dall'attacco di terroristi kamikaze. Quindi ha preso la parola il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Tagliente, che ha dato lettura di un documento di condanna dei fatti dell'11 settembre scorso, che hanno scosso l'opinione pubblica mondiale.
"Per noi abruzzesi l'Atlantico si è fatto più stretto e ci ha ricongiunto ai nostri "paisà", a quelli - ha detto Tagliente - che all'inizio del secolo raggiungevano in bastimento Ellis Island per inseguire il miraggio di un sogno americano e costruire un futuro per i loro figli, alcuni dei quali oggi sepolti sotto le macerie delle Twin Towers". "Sarebbe ancora più tragico errore - ha aggiunto - ridurre il conflitto in atto ad una triste catena di azioni e reazioni, se insoluta prima di tutto resta la questione palestinese, se tutti i sud del mondo continuano a versare in condizioni di disperante povertà ed a fornire braccia per ogni possibile nefanda azione criminale".
Subito dopo la lettura del documento, ha preso la parola il presidente del Gruppo di Abruzzo Democratico, Antonio Falconio, che ha avuto parole di condivisione per quanto precedentemente affermato da Tagliente. "Quella americana - ha detto - è una ferita inferta al lavoro di tanti italiani e tanti abruzzesi che hanno fatto grande l'America". Falconio ha ricordato che gli Stati Uniti, per l'Italia, hanno avuto un ruolo di primaria importanza in virtù del contributo decisivo dato in occasione dei due conflitti mondiali che hanno lacerato il nostro Paese, contributo "determinante a liberare tutta l'Europa dalla tragedia del nazismo e del fascismo". "Il cuore del problema- ha detto ancora Falconio- resta la questione palestinese. Nè la reazione può trasformarsi in una guerra di religione contro l'Islam che, a volte, ci ha anche insegnato la tolleranza".
Quindi, a chiudere gli interventi, il presidente della Regione, Giovanni Pace, ha ricordato ancora i sentimenti espressi alle comunità italo-americane e abruzzesi negli Stati Uniti, in particolare ai congiunti di coloro che sono morti o dei quali non si hanno più notizie "dopo quello che è accaduto l'11 settembre dentro la storia degli uomini". "Sono due i sentimenti- ha aggiunto - che in questo momento devono prevalere: la determinazione di tornare subito al lavoro e ad una vita normale, perchè se non fosse così significherebbe che l'odio avrebbe trionfato, e di non avere titubanza alcuna sulla difesa". Quanto alla questione palestinese, Pace, ha ricordato un suo viaggio in Palestina: "Visitando la striscia di Gaza- ha concluso- ho provato uno dei dolori più grandi della mia vita, forse maggiore della perdita dei miei genitori. Noi Abruzzesi piangiamo i morti, le vittime, i sacrificati del mondo intero, noi abruzzesi siamo fortemente vicini alle famiglie della nostra Regione così duramente colpite in questa vicenda".
La seduta, convocata dalla conferenza dei capigruppo su richiesta del presidente Pace, è iniziata con un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime della tragedia americana, molte delle quali si trovano ancora sotto le macerie del World Trade Center, distrutto dall'attacco di terroristi kamikaze. Quindi ha preso la parola il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Tagliente, che ha dato lettura di un documento di condanna dei fatti dell'11 settembre scorso, che hanno scosso l'opinione pubblica mondiale.
"Per noi abruzzesi l'Atlantico si è fatto più stretto e ci ha ricongiunto ai nostri "paisà", a quelli - ha detto Tagliente - che all'inizio del secolo raggiungevano in bastimento Ellis Island per inseguire il miraggio di un sogno americano e costruire un futuro per i loro figli, alcuni dei quali oggi sepolti sotto le macerie delle Twin Towers". "Sarebbe ancora più tragico errore - ha aggiunto - ridurre il conflitto in atto ad una triste catena di azioni e reazioni, se insoluta prima di tutto resta la questione palestinese, se tutti i sud del mondo continuano a versare in condizioni di disperante povertà ed a fornire braccia per ogni possibile nefanda azione criminale".
Subito dopo la lettura del documento, ha preso la parola il presidente del Gruppo di Abruzzo Democratico, Antonio Falconio, che ha avuto parole di condivisione per quanto precedentemente affermato da Tagliente. "Quella americana - ha detto - è una ferita inferta al lavoro di tanti italiani e tanti abruzzesi che hanno fatto grande l'America". Falconio ha ricordato che gli Stati Uniti, per l'Italia, hanno avuto un ruolo di primaria importanza in virtù del contributo decisivo dato in occasione dei due conflitti mondiali che hanno lacerato il nostro Paese, contributo "determinante a liberare tutta l'Europa dalla tragedia del nazismo e del fascismo". "Il cuore del problema- ha detto ancora Falconio- resta la questione palestinese. Nè la reazione può trasformarsi in una guerra di religione contro l'Islam che, a volte, ci ha anche insegnato la tolleranza".
Quindi, a chiudere gli interventi, il presidente della Regione, Giovanni Pace, ha ricordato ancora i sentimenti espressi alle comunità italo-americane e abruzzesi negli Stati Uniti, in particolare ai congiunti di coloro che sono morti o dei quali non si hanno più notizie "dopo quello che è accaduto l'11 settembre dentro la storia degli uomini". "Sono due i sentimenti- ha aggiunto - che in questo momento devono prevalere: la determinazione di tornare subito al lavoro e ad una vita normale, perchè se non fosse così significherebbe che l'odio avrebbe trionfato, e di non avere titubanza alcuna sulla difesa". Quanto alla questione palestinese, Pace, ha ricordato un suo viaggio in Palestina: "Visitando la striscia di Gaza- ha concluso- ho provato uno dei dolori più grandi della mia vita, forse maggiore della perdita dei miei genitori. Noi Abruzzesi piangiamo i morti, le vittime, i sacrificati del mondo intero, noi abruzzesi siamo fortemente vicini alle famiglie della nostra Regione così duramente colpite in questa vicenda".
Angelo De Nicola