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AL PAPA IL PREMIO PER LA PACE: UNA SCELTA PER NON SCEGLIERE



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L'AQUILA - Era la scelta più opportuna che si poteva fare quella di assegnare al Papa il primo premio internazionale della Perdonanza? L'impressione è che si sia trattato di una scelta per non scegliere. Basterebbe una semplice riflessione: il Santo Padre non è altro che l'incarnazione delle motivazioni del premio: "La Pace, la Riconciliazione, la Solidarietà, il Messaggio di Celestino V". Ha senso premiare chi è già, per dogma, il Primo? È un po' come se si assegnasse un premio per la letteratura a Dante Alighieri, uno per la matematica a Einstein, uno per la musica a Mozart.

Una non scelta che potrebbe rivelarsi anche un'occasione perduta (visto anche che 100mila dollari non sono certo poca cosa) per l'iniziativa, il Premio appunto, che rappresenta la novità di questa edizione e, soprattutto, una possibile svolta internazionale per il futuro della Perdonanza. Certo, l'udienza privata di domani in Vaticano per la consegna del premio, sotto l'impeccabile regia di Antonio Cicchetti ("Gentiluomo del Papa" nonché motore della Perdonanza), garantirà un sicuro ritorno di immagine. Ma a chi? Alla Perdonanza (che il Vaticano non ha mai "sponsorizzato") o a chi parteciperà alla "passerella"? Di sicuro, un significativo ritorno di immagine sarebbe venuto dalla scelta di un personaggio che del Perdono e della Pace è diventato un simbolo (e non un dogma). L'eremita del Morrone, d'altronde, non abbandonò la tiara per essere un simbolo e non un dogma?

Angelo De Nicola