BRUCIANO UN BOSCO: "COME IN UNO SPOT"
PIZZOLI (L'Aquila) - "Facciamo come dice la Tv: "Accendi un cerino, accendi una vita"". Non un piromane ma un'errata quanto insensata interpretazione dello spot di "Pubblicità progresso" avrebbe ispirato la ragazzata di tre minori, due di 14 anni (uno di Roma ed uno del posto) ed uno di 12 (romano), che sono stati identificati e segnalati dai carabinieri quali responsabili dell'incendio che ha distrutto oltre 170 ettari di pineta nell'area di Monte Marine a Pizzoli, comune a quindici chilometri dal capoluogo abruzzese. I tre ragazzini, due in vacanza con la propria famiglia ed uno di Pizzoli hanno procurato inconsapevolmente un disastro lanciando per gioco ("Ora accendiamo una vita!"), una serie di cerini accesi sulle sterpaglie vicino un casolare abbandonato. Quando le fiamme hanno preso vigore per il vento ed il caldo, il tentativo dei tre di spegnere il rogo è stato inutile. Inevitabile la fuga.
Alla fine il danno ambientale è stato rilevante: in due giorni di fiamme, 170 ettari di bosco di conifere sono andati in fumo per un danno valutato tra i 3 ed i 5 miliardi di lire. Una somma che ora potrebbero essere chiamate a risarcire le famiglie dei tre piccoli "Neroni" poichè la legge obbliga le amministrazioni comunali danneggiate a costituirsi parte civile nei procedimenti per gli incendi di natura dolosa o colposa sui loro territori. Ai tre ragazzini, come ha spiegato ieri il capitano della Compagnia dell'Aquila Luciano Ricciardi, i carabinieri delle stazioni di Pizzoli ed Arischia sono arrivati raccogliendo le "voci" del paese. "Ma quali piromani!- avrebbero sussurrato alcuni- erano dei ragazzini".
Dopo una nottata di indagini, non è stato difficile arrivare ad individuare chi era stato visto scappare a gambe levate dal casolare nella pineta mentre le fiamme già divampavano altissime. E quando i militari li hanno convocati in caserma, i tre, assaliti dai rimorsi, avevano appena confessato ai loro genitori cosa era successo nella cascina abbandonata. "Volevamo "accendere" un vita con un cerino- hanno detto tra i singhiozzi- come abbiamo sentito alla Tv. Le fiamme hanno avvolto tutto in un baleno. Abbiamo anche cercato di spegnerle, ma non c'è stato nulla da fare e siamo fuggiti". Per i due più grandi è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori con l'accusa di incendio colposo. Il 12enne, invece, non è perseguibile avendo meno di 14 anni. Per domare le fiamme è servito l'intervento di due Canadair.
Alla fine il danno ambientale è stato rilevante: in due giorni di fiamme, 170 ettari di bosco di conifere sono andati in fumo per un danno valutato tra i 3 ed i 5 miliardi di lire. Una somma che ora potrebbero essere chiamate a risarcire le famiglie dei tre piccoli "Neroni" poichè la legge obbliga le amministrazioni comunali danneggiate a costituirsi parte civile nei procedimenti per gli incendi di natura dolosa o colposa sui loro territori. Ai tre ragazzini, come ha spiegato ieri il capitano della Compagnia dell'Aquila Luciano Ricciardi, i carabinieri delle stazioni di Pizzoli ed Arischia sono arrivati raccogliendo le "voci" del paese. "Ma quali piromani!- avrebbero sussurrato alcuni- erano dei ragazzini".
Dopo una nottata di indagini, non è stato difficile arrivare ad individuare chi era stato visto scappare a gambe levate dal casolare nella pineta mentre le fiamme già divampavano altissime. E quando i militari li hanno convocati in caserma, i tre, assaliti dai rimorsi, avevano appena confessato ai loro genitori cosa era successo nella cascina abbandonata. "Volevamo "accendere" un vita con un cerino- hanno detto tra i singhiozzi- come abbiamo sentito alla Tv. Le fiamme hanno avvolto tutto in un baleno. Abbiamo anche cercato di spegnerle, ma non c'è stato nulla da fare e siamo fuggiti". Per i due più grandi è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minori con l'accusa di incendio colposo. Il 12enne, invece, non è perseguibile avendo meno di 14 anni. Per domare le fiamme è servito l'intervento di due Canadair.
Angelo De Nicola