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CAMBIATO IL GONFALONE: E' UN GIALLO



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L'AQUILA - Il gonfalone è l'emblema di una città, la sua sintesi. Se così è, non è certo una storiella di fine estate da dopo-Perdonanza, il caso segnalato da Errico Centofanti, ex sovrintendente alla manifestazione celestiniana. "Nel nuovo gonfalone dell'Aquila- ha segnalato Centofanti- è sparita la fondamentale scritta "P.H.S."". Una sparizione che il Messaggero documenta qui accanto mettendo a confronto il vecchio ed il nuovo gonfalone ("entrato in servizio" qualche mese fa) anche se, ad una analisi con la lente d'ingrandimento, sembrerebbe che la scritta sia rimasta, ma comunque seminascosta in un fregio.

"Non volevo credere ai miei occhi- ha spiegato Centofanti-: ho aspettato il viaggio a ritroso del Corteo della Bolla e, alla nuova verifica, quello che avevo visto all'andata non era un abbaglio. Non mi riferisco ad una guardata d'insieme, in base alla quale il gonfalone mandato in parata, benchè di assai più dimessa fattura rispetto a quello precedentemente in uso, risultava nuovo fiammante (quanto non si tratti di questioni strutturali, gli attuali reggitori del Comune, appaiono solleciti e infaticabili interventisti); ma mi riferisco alla scritta "Immota P.H.S. Manet" che figurava deprivata del "P.H.S.". Insomma, per effetto di un errore (ma mica veniale!) oppure di ragioni, volontà e modalità di cui nulla si sa, lo stemma comunale in uso da quasi quattro secoli è stato modificato nella forma e nella sostanza". La questione è seria: nè va della "immagine" della città.

Sull'interpretazione della scritta latina (attribuita all'umanista Salvatore Massonio prelevando un verso delle Georgiche in cui Virgilio esalta i pregi della quercia) aggiunta allo stemma ai primi decenni del XVII sec., si sono già accese animate discussioni. In particolare sulla formula "P.H.S." sussistono due scuole di pensiero. La prima è che si tratti di un monogramma, del tutto indipendente dal contesto, e forse frutto di un errore: l'originario "IHS" (monogramma del nome di Gesù tanto caro a S.Bernardino da Siena) per la sua grafia gotica sarebbe stato equivocato da scalpellini poco acculturati i quali, cominciando a martellare una "P" al posto della "I", avrebbero indotto in errore le generazioni successive finendo col dare all'"Immota Manet" il deleterio significato di becero immobilismo della città che molti ancora oggi gli attribuiscono. La seconda, invece, agganciata ad una più solida ed autorevole tradizione, propenderebbe per l'acronimo, cioè una parola formata con l'accostamento delle iniziali di altre parole. "P.H.S." starebbe, quindi, per "Pubblica His Salus" che, aggiunta a Immota Manet, darebbe alla frase questo significato: "A ferma difesa del nostro pubblico interesse". Che l'amministrazione Tempesta, cambiando la scritta, abbia deciso di schierarsi per l'Immota Manet?