E' FINITO IL MITO DELLA TERRA PROMESSA
L'AQUILA - Era l'Eldorado, oggi è l'inferno. L'assurda mattanza di sabato scorso a Johannesburg costata la vita a due aquilani ed il drammatico racconto di un altro emigrante scampato ad un'analoga rapina, fanno definitivamente crollare il mito che il Sudafrica fosse la nuova Terra Promessa. Lì dove i montanari aquilani avrebbero potuto davvero trovare la loro America. Un mito che aveva fatto tantissimi proseliti soprattutto sull'Altopiano delle Rocche la cui colonia nel paese di Nelson Mandela è numerosissima ed assai bene integrata. Nell'immediato Dopoguerra, infatti, massiccia è stata da Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio e Rovere l'ondata migratoria verso l'Eldorado. I primi a partire, gente abituata a soffrire ed a lavorare, avevano fatto subito fortuna.
Così, quando tornavano in paese ed in piazza raccontavano della Terra Promessa, in molti preparavano la valigia. Di cartone, legata con lo spago ma poi tornavano presto col portafoglio gonfio. Sudafrica, una favola. Alimentata anche dal "matrimonio" subito nato tra il rugby sudafricano (tra i migliori al mondo) e quello aquilano. Quando il Comitato olimpico internazionale escludeva dai Giochi il Sudafrica che applicava l'aparthied, L'Aquila Rugby del presidente Antonio Di Zitti (pure lui rocchigiano doc) ingaggiava come stranieri i campioni degli "Spingboks" (la mitica nazionale sudafricana) grazie ai buoni uffici di Gigino Buccimazza, emigrato dalle Rocche e laggiù assai influente. Oggi gli emigrati aquilani vengono trucidatati per un telefonino. Oggi tornano in patria per sfuggire alla violenza. Il sogno è finito.
Così, quando tornavano in paese ed in piazza raccontavano della Terra Promessa, in molti preparavano la valigia. Di cartone, legata con lo spago ma poi tornavano presto col portafoglio gonfio. Sudafrica, una favola. Alimentata anche dal "matrimonio" subito nato tra il rugby sudafricano (tra i migliori al mondo) e quello aquilano. Quando il Comitato olimpico internazionale escludeva dai Giochi il Sudafrica che applicava l'aparthied, L'Aquila Rugby del presidente Antonio Di Zitti (pure lui rocchigiano doc) ingaggiava come stranieri i campioni degli "Spingboks" (la mitica nazionale sudafricana) grazie ai buoni uffici di Gigino Buccimazza, emigrato dalle Rocche e laggiù assai influente. Oggi gli emigrati aquilani vengono trucidatati per un telefonino. Oggi tornano in patria per sfuggire alla violenza. Il sogno è finito.