TRADIZIONALE INTERVISTA "AL CAMINETTO" AL SINDACO
«Sono stati anni di una fatica immane, durante i quali ho dovuto rinunciare a tutto. Anche perchè, se per esempio mi reco ad acquistare il dopo-barba, mi sembra quasi che stia rubando del tempo a ciò che devo fare per la collettività. Mi piacerebbe, dopo tanto lavoro, veder realizzato quanto la mia amministrazione ha lavorato per costruire. Sì, non lo nego, il mio sogno è di essere il sindaco del Duemila».
Appare più stanco dell'anno passato ma non per questo meno determinato il sindaco dell'Aquila, Antonio Centi, nell'affrontare la tradizionale intervista di fine anno col Messaggero. E siccome la fine di questo 1997 coincide, ormai, con la fine della legislatura, tirare le somme diventa ancor più significativo. Anche se gran parte dell'interesse è concentrato sulla ricandidatura.
Appare più stanco dell'anno passato ma non per questo meno determinato il sindaco dell'Aquila, Antonio Centi, nell'affrontare la tradizionale intervista di fine anno col Messaggero. E siccome la fine di questo 1997 coincide, ormai, con la fine della legislatura, tirare le somme diventa ancor più significativo. Anche se gran parte dell'interesse è concentrato sulla ricandidatura.
Domanda: Sindaco, si ricandida o no?
Risposta. «Non c'è ancora l'ufficialità ma da quanto verifico all'interno dell'Ulivo, ed anzi di un Ulivo ”allargato”, c'è convergenza attorno a questa ipotesi. Forse proprio perché è stato compreso lo sforzo fatto dalla mia amministrazione di programmare grandi scelte, liberandosi dalle zavorre del passato, per costruire la città del Duemila. D'altra parte, le recenti vittorie elettorali dei sindaci ricandidati dimostrano che è giusto ed opportuno che un primo cittadino possa percorrere l'intero iter delle due legislature che la legge gli consente perché sarebbe davvero difficile, in soli 4 anni e visti i tempi ancora troppo lunghi della burocrazia, realizzare un programma valido».
D.: E se l'Ulivo dovesse puntare su un altro ”cavallo”, lei come si regolerebbe? Si ricandiderebbe da solo?
R. «È un'eventualità che al momento non calcolo».
D.: Veniamo al bilancio. Un anno fa, nell'intervista al Messaggero promise l'apertura del megaparcheggio e vantò ottimi risultati nella lotta alla disoccupazione...
R. «Ribadisco che farei carte false per poter essere il sindaco che taglia il nastro del megaparcheggio, un'opera giustamente tanto attesa dai cittadini e per di più indispensabile per sbloccare l'avvio del piano traffico che è praticamente ultimato. Detto questo, non posso nascondere che abbiamo perduto un altro anno. Evidentemente, gli intoppi burocratici sono stati tali e così complessi che è stato necessario del tempo. Comunque, il presidente dell'Asm, Carmine Ricci, proprio sul Messaggero ha comunicato che a breve la struttura potrà aprire. Evidentemente, siamo riusciti a superare tutti i problemi».
D.: E l'occupazione...
R. «A parte il caso del ”Calzaturificio”, una ferita che stiamo cercando di suturare con due insediamenti da 35 posti l'uno sempre nel settore calzaturiero, i livelli sono rimasti stabili e francamente già questo, visto il panorama nazionale, mi sembra un buon risultato. Comunque, abbiamo fatto una stima che circa 4-500 posti di lavoro saranno attivati entro il 1998 per il potenziamento di alcuni insediamenti esistenti e l'arrivo di nuovi. E a costo di finire sott'inchiesta, siamo uno dei Comuni in cui le concessioni edilizie per nuovi insediamenti hanno una corsia preferenziale».
D.: Le ”zavorre” del passato: a cosa si riferiva?
R. «Al fatto che non sono state fatte scelte. Quella della discarica è la prima scelta strutturale che è stata compiuta. La Cona, chi ben ricorda, fu una localizzazione temporanea. Stesso discorso per il canile municipale, finalmente localizzato. Eccola la immane fatica: superare tutti gli ostacoli burocratici, recuperare ciò che non è stato fatto in passato, convincere le popolazioni della bontà delle scelte, affrontare eventuali ricorsi amministrativi. Ci vogliono anni! Ecco perché sogno di esserci».
D.: Grandi progetti ed idee, ma i cittadini guardano spesso al lampione rotto sotto casa...
R. «Anche sotto questo profilo abbiamo fatto molto. Addirittura, dopo anni, abbiamo ritrovato anche il senso estetico della città: basti pensare al rifacimento della antiche ”coste”, ai continui lavori nel centro storico, ai restauri. A proposito, restaureremo anche la Fontana Luminosa con lo stesso sistema usato per le due fontane di piazza Duomo. Senza contare il grande centro polivalente che sta per sorgere a Paganica: uno spazio che servirà soprattutto ai giovani la cui voglia di organizzare concerti è stata di recente dimostrato dallo straordinario successo della manifestazione ”No playback”».
D.: Insomma, come dovrà essere questa città del Duemila?
R. «Meno rancorosa, liberata dal mito di un grande passato, cablata, al centro di un polo di alta specializzazione scientifica e del sistema dei parchi. Spero davvero di essere il sindaco di questa città».