IL QUESTORE CARNEVALE: LA MARSICA A RISCHIO INFILTRAZIONI
È stato il suo chiodo fisso durante il mandato all’Aquila. In una provincia sostanzialmente ”tranquilla”, è stata la Marsica la maggiore preoccupazione dell’ex questore Gianni Carnevale, da qualche giorno promosso alla Questura di Cagliari.
Domanda: Dottor Carnevale, la Marsica non l’ha fatta dormire...
Risposta. «Non esageriamo! Di certo si può parlare di veri e propri tentativi di infiltrazione, da parte delle organizzazioni criminali, nel permeabile e precario settore imprenditoriale marsicano che ancora oggi, in questa zona, non conosce organi istituzionali e di categoria che si occupino della gestione dei mercati relativi alla produzione ortofrutticola, attività principe dell’intera area marsicana».
D.: Criminalità organizzata in Marsica: di che tipo?
R. «È inquietante la presenza di esponenti della malavita organizzata campana e romana, alla quale deve aggiungersi, purtroppo, la delinquenza pugliese introdotta da elementi malavitosi della limitrofa provincia di Pescara. La malavita campana viene attratta dalla consulente attività commerciale che risulta essere il 60% dell’intera provincia aquilana, ed opera attraverso la produzione agricola, il rilevamento delle imprese in difficoltà, l'anticipazione dei capitali occorrenti per l’acquisto delle sementi, fiorendo altresì la manodopera per la quasi totalità, da braccianti extracomunitari, sovente non in regola con il permesso di soggiorno».
D.: E quella romana?
R. «Questa predilige il settore delle truffe commerciali e delle attività soggette a finanziamento pubblico e, grazie alla presenza di alcuni sportelli di istituti di credito locali presso la capitale, intesse numerose attività che si rivelano truffaldine e comunque penalizzanti per gli imprenditori locali. E sempre di truffe, questa volta nel campo del bestiame e dei materiali da costruzione, si interessa prevalentemente la malavita pugliese, introdotta caparbiamente, come accennavo prima, da personaggi pescaresi che ne hanno garantito la serietà e la liquidità nel corso delle operazioni commerciali».
D.: A parte la ”depurazione” nel Commissariato di polizia di Avezzano che veniva chiamato ”dei veleni”, quali sono stati i risultati della sua attenzione nei confronti del territorio a rischio marsicano?
R. «Grazie all’incessante e specifica attività di prevenzione e repressione operata dal Settore anticrimine del Commissariato di Avezzano, soprattutto in ambito cittadino abbiamo assistito ad un decremento dei fatti delittuosi rilevanti e cioè di rapine in danno di istituti di credito ed uffici postali dei reati contro la persona. I dati (vedi tabella qui accanto, n.d.r.) parlano chiaro: l’intensa attività investigativa posta in essere nei confronti dei soggetti ritenuti essere i basisti o i mandati dei fatti costituente reato ha dato grossi risultati».