FILMANO L’AMICO MENTRE STA MORENDO
L’AQUILA- «Correte, correte, Roberto non si sveglia». E cominciata così la domenica da incubo di un gruppo di giovani amici romani che avevano affittato un appartamento a Rocca di Mezzo, vicino L'Aquila.
Un week-end finito in tragedia: Roberto Stazi, operaio romano di 25 anni, è morto per cause ancora misteriose nel letto dove s'era addormentato. Una morte che, oltretutto, gli amici hanno filmato con videocamera, ignari di quanto accadeva. Una morte sulla quale nemmeno l’autopsia e riuscita a fare chiarezza. La causa dalla morte sarebbero un edema celebrale ed un edema polmonare. Che significa tutto e niente. Nel senso che, dicono i medici, scartate le ipotesi di avvelenamento alimentare o da ossido di carbonio, non si può escludere nè che possa essere stata un’overdose a sconfiggere le resistenze di un giovane da tutti definito ”sano come un pesce”, nè che si sia trattato di una morte naturale. Una risposta potrà venire soltanto quando saranno noti i risultati degli esami tossicologici sui prelievi di sangue.
Ma la tragedia ha risvolti sconvolgenti. La morte in presa diretta. Una lunga agonia impressa sulla pellicola di una videocassetta. Non è un film: lo sconvolgente documento esiste davvero. Una telecamera ha registrato l’agonia di Roberto. Gli ultimi sprazzi di vita registrati su una cassetta Vhs. Autori della tragica ripresa, con una piccola telecamera, i suoi amici. Ignari di quello che stava accadendo. La videocassetta è stata sequestrata dai carabinieri e adesso è al vaglio del magistrato.
Con questo particolare, emerso soltanto ieri, si va chiarendo la giornata di domenica, l’ultima per Roberto Stazi. I quattro giovani della comitiva, che avevano imitato un appartamento a Rocca di Mezzo, in via della Circonvallazione, per passare il week-end, sabato sera avevano fatto tardi. Avevano anche alzato un po’ troppo il gomito. Domenica mattina, il giovane non si era alzato dal letto. Non si sentiva bene. E' rimasto nella sua camera anche nel pomeriggio. Verso le 14, i suoi amici lo hanno sentito ”russare” fortissimo. Almeno così credevano. Tanto forte che la scena, apparentemente comica, secondo gli amici doveva essere ”documentata”. In realtà, Roberto rantolava, Forse era già in coma. Gli amici, invece, pensavano a uno scherzo: volevano rivedere insieme il filmato, quando Roberto si sarebbe svegliato. Scherzavano, ignari di tutto. Il loro amico stava morendo davanti all’obiettivo della telecamera. Il filmato, secondo indiscrezioni trapelate dallo strettissimo riserbo degli investigatori, dovrebbe durare alcune decine di minuti. Gli ultimi spasmi di Roberto. Poi, i suoi amici hanno spento la telecamera e sono usciti a fare un giro nel centro del paese. Pensavano che Roberto dormisse.
Dopo circa un'ora sono tornati nell’appartamento. Il giovane era già morto. Inutili i soccorsi.
Un week-end finito in tragedia: Roberto Stazi, operaio romano di 25 anni, è morto per cause ancora misteriose nel letto dove s'era addormentato. Una morte che, oltretutto, gli amici hanno filmato con videocamera, ignari di quanto accadeva. Una morte sulla quale nemmeno l’autopsia e riuscita a fare chiarezza. La causa dalla morte sarebbero un edema celebrale ed un edema polmonare. Che significa tutto e niente. Nel senso che, dicono i medici, scartate le ipotesi di avvelenamento alimentare o da ossido di carbonio, non si può escludere nè che possa essere stata un’overdose a sconfiggere le resistenze di un giovane da tutti definito ”sano come un pesce”, nè che si sia trattato di una morte naturale. Una risposta potrà venire soltanto quando saranno noti i risultati degli esami tossicologici sui prelievi di sangue.
Ma la tragedia ha risvolti sconvolgenti. La morte in presa diretta. Una lunga agonia impressa sulla pellicola di una videocassetta. Non è un film: lo sconvolgente documento esiste davvero. Una telecamera ha registrato l’agonia di Roberto. Gli ultimi sprazzi di vita registrati su una cassetta Vhs. Autori della tragica ripresa, con una piccola telecamera, i suoi amici. Ignari di quello che stava accadendo. La videocassetta è stata sequestrata dai carabinieri e adesso è al vaglio del magistrato.
Con questo particolare, emerso soltanto ieri, si va chiarendo la giornata di domenica, l’ultima per Roberto Stazi. I quattro giovani della comitiva, che avevano imitato un appartamento a Rocca di Mezzo, in via della Circonvallazione, per passare il week-end, sabato sera avevano fatto tardi. Avevano anche alzato un po’ troppo il gomito. Domenica mattina, il giovane non si era alzato dal letto. Non si sentiva bene. E' rimasto nella sua camera anche nel pomeriggio. Verso le 14, i suoi amici lo hanno sentito ”russare” fortissimo. Almeno così credevano. Tanto forte che la scena, apparentemente comica, secondo gli amici doveva essere ”documentata”. In realtà, Roberto rantolava, Forse era già in coma. Gli amici, invece, pensavano a uno scherzo: volevano rivedere insieme il filmato, quando Roberto si sarebbe svegliato. Scherzavano, ignari di tutto. Il loro amico stava morendo davanti all’obiettivo della telecamera. Il filmato, secondo indiscrezioni trapelate dallo strettissimo riserbo degli investigatori, dovrebbe durare alcune decine di minuti. Gli ultimi spasmi di Roberto. Poi, i suoi amici hanno spento la telecamera e sono usciti a fare un giro nel centro del paese. Pensavano che Roberto dormisse.
Dopo circa un'ora sono tornati nell’appartamento. Il giovane era già morto. Inutili i soccorsi.