AUTOSTRADA A24, UNA GIORNATA D’INFERNO
AVEZZANO (L’Aquila) - Un’interminabile scia si sangue e morte si snodava ieri lungo i cento chilometri d’asfalto rovente costeggiata da un’esplosione di ginestre e di oleandri. L’A24 Roma-L’Aquila, l’autostrada degli esodi e dei controesodi, al grande appuntamento di mezza estate s’è presentata vestita a lutto. Tre morti, almeno quaranta feriti (di cui due in condizioni disperate), traffico paralizzato, oltre dieci chilometri code, ambulanze come impazzite che sfrecciavano sui due sensi di marcia e sangue ovunque: questo il bilancio di una giornata infernale sull’autostrada delle vacanze. Un ”budello” dove nemmeno più le partenze ”intelligenti” servono granchè: ieri, lunedì, è stato il finimondo dopo una domenica bestiale.
L’inferno è cominciato all’alba. È stato probabilmente un colpo di sonno a tradire non due spensierati vacanzieri ma due operai abruzzesi, giovani padri di famiglia, che andavano a riprendere servizio a Firenze dopo il week-end a casa. Bruno Mariani, 31 anni, di Civitella Roveto (L’Aquila), e Giovanni Aversa, 34, di Capistrello (L’Aquila), a bordo della Fiat Ritmo condotta da quest’ultimo erano arrivati all’altezza dello svincolo di Tivoli. La tragedia in un attimo. L’auto è andata a schiantarsi contro un’autocisterna che procedeva a bassa velocità nello stesso senso di marcia. La Ritmo ha preso fuoco: Mariani è morto sul colpo. L’amico, invece, sta lottando con la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale ”S.Eugenio” di Roma.
Passano solo tre ore e scorre ancora sangue. Sono le 7,50. Al ”maledetto” km 39, all’altezza di Roviano, capita un leggero tamponamento: roba d’ordinaria amministrazione. Ma sulle due auto, ferme dopo essersi ”toccate”, piomba a tutta velocità un autobus carico di turisti bielorussi. La Fiat Uno condotta da Daniela Ricci, 36 anni di Roma, si trasforma in una trappola mortale per la madre, Rossana Errede, 58 anni, romana anche lei. Intanto, anche l’autostrada diventa una trappola. Tamponamenti tra le auto (ne risulteranno coinvolte ben trenta) che sopraggiungono, gente in strada con gli occhi di fuori, tanti feriti e ancora sangue: una scena apocalittica. Fortuna vuole che tra i mezzi coinvolti ci sia un’auto della Polizia dalla quale parte l’allarme. Grazie ad un rapido coordinamento tra Polstrada e la società (la Sara) che gestisce l’A24, i soccorsi arrivano subito. Si precipita anche un elicottero dei vigili del fuoco che carica i feriti piu gravi. Tra di loro viene trasportata all’ospedale di Tivoli anche una giovane donna cinese, all’ottavo mese di gravidanza. La giovane non è ferita, ma alla vista dell’apocalisse è stata colta da malore; in serata stava già meglio. Una ventina i feriti più gravi, nessuno in pericolo di vita mentre sull’autostrada s’era già formata una coda di dieci chilometri. Perciò è stato decisa, per le auto dirette a Roma, l’uscita obbligatoria al casello di Carsoli. Decisione tempestiva che ha scongiurato il totale caos che si verificò, in quello stesso maledetto km 39, il 3 novembre ‘91 (una domenica pomeriggio) in un maxitamponamento ci furono due morti (due donne, entrambe di Roma), venti feriti, trenta auto coinvolte e traffico impazzito: soltanto nella nottata la situazione tornò alla normalità. «Pensate che ero partito prestissimo per non incontrare traffico- diceva ieri, sconvolto, Enrico Bozzetti, uno dei feriti, impiegato delle Poste all’aeroporto di Fiumicino, che dalle vacanze a Cocullo tornava a Roma-. Subito dopo galleria di Roviano, ho trovato un ”muro” di auto. Ho frenato. Ma non c’è stato nulla da fare: le auto da dietro continuavano a piombarci addosso. Mia moglie ha rotto il parabrezza con la testa. Anche mia figlia s’è ferita. Non finiva mai. Un incubo. Poteva essere una strage: se ci penso mi vengouo brividi».
Con la serena dell'ultima ambulanza che si allontanava, sembrava finita. Ed invece no. Alle 16,20, all’altezza dello svincolo di Carsoli, stavolta in direzione L’Aquila, torna l’inferno. E forse, anche stavolta, per un colpo di sonno. Fatto sta che un pullman della ditta ”Bonelli” di Rimini, piomba su un Tir carico di bitume che procedeva, come da norme di sicurezza e di buon senso, a velocità ridotta in un tratto in forte pendenza. Nell’impatto perde la vita il conducente del bus, Santo Guerra, 36 anni, originario di Pisa ma residente a Mercatino di Conca (Pesaro). Feriti gravi (due sono in condizioni disperate) anche una decina tra i passeggeri del pullman partito da Roma e diretto verso Ravenna. Alcuni feriti sono stati trasportati negli ospedali della zona anche a bordo di un bus della Guardia di Finanza ”semivuoto” che si trovava a transitare. Illeso, invece, il conducente dell’autoarticolato, Vincenzo Scarpa di Arzano (Napoli). Nell’incidente sono rimaste coinvolte una ventina di automobili. Anche in questo caso il traffico è stato deviato con deviazione obbligatoria sempre a Carsoli, ma stavolta in direzione L’Aquila.
L’inferno è cominciato all’alba. È stato probabilmente un colpo di sonno a tradire non due spensierati vacanzieri ma due operai abruzzesi, giovani padri di famiglia, che andavano a riprendere servizio a Firenze dopo il week-end a casa. Bruno Mariani, 31 anni, di Civitella Roveto (L’Aquila), e Giovanni Aversa, 34, di Capistrello (L’Aquila), a bordo della Fiat Ritmo condotta da quest’ultimo erano arrivati all’altezza dello svincolo di Tivoli. La tragedia in un attimo. L’auto è andata a schiantarsi contro un’autocisterna che procedeva a bassa velocità nello stesso senso di marcia. La Ritmo ha preso fuoco: Mariani è morto sul colpo. L’amico, invece, sta lottando con la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale ”S.Eugenio” di Roma.
Passano solo tre ore e scorre ancora sangue. Sono le 7,50. Al ”maledetto” km 39, all’altezza di Roviano, capita un leggero tamponamento: roba d’ordinaria amministrazione. Ma sulle due auto, ferme dopo essersi ”toccate”, piomba a tutta velocità un autobus carico di turisti bielorussi. La Fiat Uno condotta da Daniela Ricci, 36 anni di Roma, si trasforma in una trappola mortale per la madre, Rossana Errede, 58 anni, romana anche lei. Intanto, anche l’autostrada diventa una trappola. Tamponamenti tra le auto (ne risulteranno coinvolte ben trenta) che sopraggiungono, gente in strada con gli occhi di fuori, tanti feriti e ancora sangue: una scena apocalittica. Fortuna vuole che tra i mezzi coinvolti ci sia un’auto della Polizia dalla quale parte l’allarme. Grazie ad un rapido coordinamento tra Polstrada e la società (la Sara) che gestisce l’A24, i soccorsi arrivano subito. Si precipita anche un elicottero dei vigili del fuoco che carica i feriti piu gravi. Tra di loro viene trasportata all’ospedale di Tivoli anche una giovane donna cinese, all’ottavo mese di gravidanza. La giovane non è ferita, ma alla vista dell’apocalisse è stata colta da malore; in serata stava già meglio. Una ventina i feriti più gravi, nessuno in pericolo di vita mentre sull’autostrada s’era già formata una coda di dieci chilometri. Perciò è stato decisa, per le auto dirette a Roma, l’uscita obbligatoria al casello di Carsoli. Decisione tempestiva che ha scongiurato il totale caos che si verificò, in quello stesso maledetto km 39, il 3 novembre ‘91 (una domenica pomeriggio) in un maxitamponamento ci furono due morti (due donne, entrambe di Roma), venti feriti, trenta auto coinvolte e traffico impazzito: soltanto nella nottata la situazione tornò alla normalità. «Pensate che ero partito prestissimo per non incontrare traffico- diceva ieri, sconvolto, Enrico Bozzetti, uno dei feriti, impiegato delle Poste all’aeroporto di Fiumicino, che dalle vacanze a Cocullo tornava a Roma-. Subito dopo galleria di Roviano, ho trovato un ”muro” di auto. Ho frenato. Ma non c’è stato nulla da fare: le auto da dietro continuavano a piombarci addosso. Mia moglie ha rotto il parabrezza con la testa. Anche mia figlia s’è ferita. Non finiva mai. Un incubo. Poteva essere una strage: se ci penso mi vengouo brividi».
Con la serena dell'ultima ambulanza che si allontanava, sembrava finita. Ed invece no. Alle 16,20, all’altezza dello svincolo di Carsoli, stavolta in direzione L’Aquila, torna l’inferno. E forse, anche stavolta, per un colpo di sonno. Fatto sta che un pullman della ditta ”Bonelli” di Rimini, piomba su un Tir carico di bitume che procedeva, come da norme di sicurezza e di buon senso, a velocità ridotta in un tratto in forte pendenza. Nell’impatto perde la vita il conducente del bus, Santo Guerra, 36 anni, originario di Pisa ma residente a Mercatino di Conca (Pesaro). Feriti gravi (due sono in condizioni disperate) anche una decina tra i passeggeri del pullman partito da Roma e diretto verso Ravenna. Alcuni feriti sono stati trasportati negli ospedali della zona anche a bordo di un bus della Guardia di Finanza ”semivuoto” che si trovava a transitare. Illeso, invece, il conducente dell’autoarticolato, Vincenzo Scarpa di Arzano (Napoli). Nell’incidente sono rimaste coinvolte una ventina di automobili. Anche in questo caso il traffico è stato deviato con deviazione obbligatoria sempre a Carsoli, ma stavolta in direzione L’Aquila.