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CONCORSO PER PARROCI: NESSUNO SI PRESENTA



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L’AQUILA - Forse per la prima volta in Italia, un concorso è andato deserto. È accaduto ieri all’Aquila dove l’arcivescovo Mario Peressin e la speciale commissione della Curia sono rimasti con un palmo di naso quando hanno dovuto prendere atto che alla prova scritta (quella orale era prevista per il 26 giugno) del ”concorso per cinque posti di parroco” non s’è presentato nessuno. Nemmeno un pretino.

L’iniziativa di mettere a concorso le cinque parrocchie (tutte del circondario del capoluogo) aveva suscitato clamore. Più volte accusato in passato «di scegliere i parroci tra i suoi uomini» e, soprattutto, di privilegiare i giovani preti canadesi ”Figli di Maria” la cui colonia è diventata assai folta all’Aquila, monsignor Peressin aveva deciso di rispolverare il codice canonico. Il concorso è previsto a norma del canone 521 del ”Codex juris canonici” ma dal 1973 caduta in disuso. Il decreto emanato da Peressin aveva fatto discutere. Gran parte dei fedeli, però, avevano apprezzato «lo sforzo di trasparenza».

Tanto rumore per nulla. Nessuno s’è presentato. «Sono parrocchie piccole poco appetibili. Eppoi i preti sono pochi, mancano le vocazioni ”confessa” un giovane frate che ha chiesto l’anonimato; «È stata solo una mossa strumentale per tornare a fare nomine clientelari» attacca un prete, tra i ventisette che firmarono una lettera al Papa accusando Peressin, tra l’altro, di avere «un attaccamento al denaro irrefrenabile, immorale e patologico». «L’arcivescovo- replica il vicario, don Demetrio Gianfrancesco- ora deciderà autonomamente; di sicuro, se dovesse riprospettarsi il problema di vuoti di organico, ricorrerà nuovamente al concorso».